mercoledì 1 dicembre 2010

ORIGLIANDO DIETRO I QUADRI (con minimalismo e colonna sonora)



Un nuovo Blog. Questa volta sui quadri. Origliandoli. Dove? Dietro. Alziamo lievemente la cornice distaccandola di alcuni centimetri dal muro. Prima che arrivi il custode a reclamare. O a far multe! E sentiremo bisbiglii. Poi più forti. Più concreti. Più dettagliati. Discorsi. Monologhi. Addirittura urla.

Ora sembra che sul Blog non si possa più ridurre a icona Youtube dopo averlo “acceso”, come facevamo su Facebook. Perciò dovrete trovare l’accorgimento che meglio vi aggrada per poter vedere il quadro e sentire la musica celando i filmati. Se vorrete. Il marchingegno rimane sempre valido se fatto su FB.

Ho voluto riportare i Commenti. Quali? HO TAGLIATO TUTTI I COMPLIMENTI, GLI AUGURI E I “MI PIACE” (non ve ne dispiacete, quelli li tengo sempre stretti qui sul cuore!!!) E HO MANTENUTO SOLTANTO QUELLI CHE SONO DIVENTATI COMPENDIO E CONTRIBUTO ALLA CRITICA DEL QUADRO O DEL QUADRO & COLONNA SONORA.

Adesso ringrazierò tutti. Ed in ordine rigorosamente alfabetico PER NOME (anche se cominciamo con un cognome…)!!!
Ma fatemene “staccare” solo 6: Raimondo Raneri e Nicola Simone che mi hanno “tradotto”; Gino Basilii e Silvana Ometto che mi hanno consigliato le musiche; Narcisa Trapani che mi ha incoraggiato e mi ha seguito giornalmente; Marina Toccaceli (sono partigiano!!!) chi mi è stata accanto o “… al tavolo di dietro…”.
Perciò il più grande “grazie” per l’affetto e l’assiduità a:
Accorroni Giuseppe-Ada di Lorenzi-Adm. F. Blueswinkle-Adriana Bonardo-Aida Cajc-Aida Corte Iglesias-Alberto Muneratti-Alberto Pagliaro-Alessandro Cocuzza-Alessandro d’Agostini-Alessia Battisti-Alessia Chan-Alex Rasori-Alvarita Torres-Alvaro Guglielmo-Amira Dubravat-Anna Mascetta-Anna Pugni-Anna Varchetta-Annalisa Ravasio-Annarita Favaloro-Antonella Gornati-Antonella Tremante-Arwen Lorien-Ase Synnove-Bea Cacciapuoti-Benedetta del Santo-Bernadette Abi-Bianca Scalera-Bisclavret Torramata-Borettini Giusi-Bozena Helena Mazur Novak-Branka Bicakcic-Bruno Mancini-Burzi Marco-Campione Serafino-Candida Alves-Carlo Bordini-Carole Hopkins-Cassiopea Roveto-Castello Rosario-Caterina Licheri-Caterina Zenobini-Cecilia Serrangeli-Celeste Carvalho-Chiara Valentini-Cinzia Bini-Claudia di Giovanni-Costantino Sacchetto-Cristina Melissa Chelli-Daniela d’Ardia-Daniela Impalà-Daniela Soffiantini-Daniele Aristarco-Daniele Camogli-Daniele Maice V-Daniele Petruccelli-Daniele Sterrantino -Desiree Olmi-Dinakar Gudipati-Domenico Vescia-Dulia Felipe Ballestreros-Editori Viktor-Elena Mori-Eleonora Bitossi-Elisa Magrini-Elvira Grilli-Emanuela Zamberlan Ferruglio-Emeraude Quentins-Enea di Biase-Fathia Dani Levis-Fathia la Generalessa-Fausta Dumano-Fausta Ronza-Fortunata Grillo-Francesca Brandi-Francesca Romana-Francesco Candalo-Francesco di Lascia-Francis Garney-Franco Bianchetto-Franco Dessi-Franco Floris-Funda Basol Can-Gaetano di Laudo-Gege Celano-Giampaolo Marras-Gianni Pastrello-Giorgio Orobio-Giorgio Ranalli-Giovanna Palandri-Giovanni Coco-Giulia Bencini-Giulia Tripoti-Giuliana Albarella-Gloria Mori-Grazia Savini-Gregorio Martino-Guido Arrigo Bonaccorsi -Guido Janpierre Alberti-Guillard Martine-Ignacio Esper-Ilenia Rauso-Iljkic Ava-Vela-Iole Varchetta-Isabella da Pont-Ismet Alic-Ismet Suljc-Ivan Madrid Libreros-Ivana Ficarra-Jac Brig-Jadranka Bartline-Jadronko Odalovic-Jasmina Smajlovic-Jose Antonio M. Riveros-Katia Luchetti-Keith Haring-Kiaretta Erboristica-La Dea Serpente-Laura Muccelli-Laura Uzzanu-Lidia Dolfini-Loana Salierno-Loredana de Zambotti-Ls Metalic-Luca Locatelli-Lucia Tombari-Lucia Trecca-Lucio Ciro Belloisi-Luigi Gaudioso-Luigi Oldani-Luisa Gervasi-Luisa Limone-Lupo di Mare-Malgorzata Arkusz-Mandy Weickert-Marco Ar-Marco Coco-Marco Sciamanna-Maria Ana-Maria Emanuela Massari-Maria Laura Sica-Maria Rachele di Domenico--Marija Ivis-Marilia Torrano-Marina Bianchi-Marina Klein-Mario Roviello-Marisa Giribone-Marta Covolato-Mary Zarbo-Massimo Cabion-Massimo Serenari-Massimo Trequattrini-Massimo Ugolini-Maurizio Bussani-Max Caramani-Mehmet Gokturk-Meira Tahmiscija-Mejra Tahmiscija--Michelle de Rothschild Stern-Milena Petrelli-Mimi Coviello-Mina Sacristani-Mira Mia-Mohamed Mostafa-Monica Galli-Monique Marguerite-Mudde Koilelat-Nadia d’Acierno-Narcisa Trapani-Nico Lunettini-Oana Patraucean-Olga Maat-Olga Povelato-Omar Mohamed-Ottavio Paz-Ozturk Erbek-Paola Gabellini-Paola Gentili-Paolo Avallone-Paolo Ciaffi Ricagno-Patrizia Raffaele-Pavan Giorgio-Phyton Maxx-Pierluigi Grossi-Pietrangeli Lea-Pina Nizi-Pino Contino-Primarosa Pia -Provvidenza Leta-Raffaella Tiddi-Regina Bensuaki-Remi Asanova-Riccardo Querciagrossa-Rino Cozzi-Rita Narducci-Roberta Battisti-Roberta de Jorio-Roberta Guiducci-Roberta Sara Addante-Roberta Verdecchia-Roberto Cavallo bis-Romina Monaldi-Romina Schillaci-Rosalinda Lolerei-Rosanna Gambarella-Roselyne Mahier-Rossella Cipriano-Rosso Angelo-Sabrina Calvino-Sabrina Fiscarelli-Salvatore Lena-Salvatore Sidoti-Sandra Leig-Sandro Pitruzzello-Sara Caldelli-Sara Zargar-Selva Cejic-Senad Hasen Belovic-Senka Glanovic-Sergio Valentini-Silvana Muccio-Silvia Cuomo-Simona Aur-Sivio Catalano-Sladava Cajc-Spirovski-Stefania Bertelli-Stefania Leonina-Stefano Vallese-Stephanie Donde Muhseni-Steve Gronseth-Suada Pasic-Tenzin Tibet Shakya-Tidza Turabija-Tina Giorgetti-Tojagic Sara Astrolog-Tolomeo Francesco-Tonci Markovic-Toufic Koleilat-Univ Ummto-Valentina Comis-Valeria Sismondo-Velia Leporati-Vera Arifovic-Cajc-Veronica Pacifico-Vesna Hurum-Vilislava Nikolova-Villagra Simona-Vincenzo Campo-Vincenzo Vitale-Visislava Nikolova-Vittori Oliva-Vittoria Delsere-Zdravko Biserkoski-Zumreta Kalijc.

 Si passerà perciò dal giornaliero ”Origliando dietro i quadri” all’  “Origliando ogni tanto dietro i quadri” perché tanti amici trovati (e loro dicono “viziati”, che io sostituirei con “tediati”) non si possono abbandonare così. Poveri loro, non ne hanno avuto abbastanza delle mie follie!!!

*****************************************************************************************


1: GEORGE-PIERRE SEURAT (1859/1891): UNE BAGNAIDE A ASNIERES (1884)
 National Gallery, London (olio su tela 201 x 301,5 cm.)        

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=ibJmDzvYOBQ   (Valse d'Amèlie on accordion)

In un pomeriggio domenicale sul bordo della Senna ad Asnières sobborgo di Parigi, paesaggio minimalistico con bagnanti minimalisti.

Bagnante con la bombetta e col cane
Bagnante col costume rosso e i vestiti a fianco
Bagnante col cappello di paglia
Bagnante col cappello rosso
Bagnante di spalle
Bagnante in lontananza con vestito bianco
Bagnante in lontananza sdraiato
Gruppo in lontananza sulla barca

Bagnante col costume rosso e i vestiti a fianco:  Monsiù questo pomeriggio il vostro Carletto è tranquillo.
Bagnante con la bombetta e col cane: La Lillì ieri sera gli ha dato giù di brutto col bromuro…
Bagnante col costume rosso e i vestiti a fianco:  Dove gliel’avete messo?
Bagnante con la bombetta e col cane: Nella pappa, dove sennò?
Bagnante col costume rosso e i vestiti a fianco:  Giusto. Monsiù, la sentite anche voi questa puzza?
Bagnante con la bombetta e col cane: E che ti debbo dire… saranno le ciminiere…
Bagnante col costume rosso e i vestiti a fianco:  Quelle lì in fondo?!
Bagnante con la bombetta e col cane: Quali vuoi che siano?! Oggi vuoi farmi arrabbiare.
Bagnante col costume rosso e i vestiti a fianco:  Ma vedete, io vengo apposta qui perché tra Asnières e Courbevoie la   
Senna è ancora balneabile.
Bagnante con la bombetta e col cane: Ed io perché pensi che ci venga?! Mi debbo portare appresso anche questo
impiastro. Ma sennò la Lillì chi la sente…
Bagnante col cappello di paglia:  Se non vengo qui la domenica, se non scappo da Parigi, impazzisco.
Bagnante col cappello rosso:  Buuum. Boom. Bababum.
Bagnante di spalle:  Carlino, smetti di far chiasso. Questi signori potrebbero rimproverarti.
Bagnante con la bombetta e col cane: Lascialo stare, è un bambino, se non si diverte lui…
Bagnante col costume rosso e i vestiti a fianco:  E poi con quella gazzarra che stanno facendo quelli lì alla curva del
fiume…
Bagnante con la bombetta e col cane : E che ti credi?! Quelli ci si incontrano apposta, la domenica, per far fracasso.
Sono i pittori e le donne della trattoria alla Grand Jatte.
Bagnante in lontananza con vestito bianco:  Avete un sigaro?
Bagnante in lontananza sdraiato:  Ve l’ho già risposto domenica scorsa, non fumo. Smettetela d’importunarmi!
Bagnante in lontananza con vestito bianco: Come se non v’avessi detto nulla. Scusate ancora.
Gruppo in lontananza sulla barca:  Ehi della riva, è fredda l’acqua?
Bagnante col costume rosso e i vestiti a fianco:  E che quando avete spinto la barca in acqua non l’avete sentita?!
Schhhhh. Tanto mica mi hanno inteso. Sono troppo lontani. E se quello grosso m’avesse sentito rispondergli così prepotente gli sarebbe montata la mosca al naso…
Bagnante con la bombetta e col cane:  Dici bene tu. E meglio non averci niente a che fare con quegli energumeni.
Bagnante col costume rosso e i vestiti a fianco:  Anche quelli sono della Grand Jatte, monsiù?
Bagnante con la bombetta e col cane:  Si credo stiano remando proprio lì, e le grida e i canti aumenteranno. E la
quiete che cerchiamo, almeno la domenica, sarà sempre più rara. Meno male che Carletto non abbaia.
Bagnante col cappello rosso:  Buuum. Boom. Bababum.
Bagnante con la bombetta e col cane:  Beata fanciullezza! Adesso zitti che voglio prendere l’ultimo sole prima che tramonti. Zitti…


**************************

Commenti

Narcisa Trapani: ...approccio che s'inerpica in un sentiero tutto da vedere e sperimentare...:-)..Seurat è lì proiettato in avanti...
Elisa Magrini: Quando sono dinanzi ad un quadro che vale, preferisco guardare, osservare, interpretare, forse creare,preferibilmente in solitudine,
Un quadro può suggerire un brano di musica , un pezzo teatrale. E' vero, E potrebbero nascere grandi cose.
Roselyne Mahier: chiche que l'on se baigne dans la Seine à Asnières quand il fera meilleur bien sûr


**********************************************************************************


2: PABLO PICASSO (1881/1973):  POVERI IN RIVA AL MARE (1903)
Museo Picasso, Barcellona (olio su tavola 105.5 x 69 cm.)

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=k-wDfDpG5w0  (Sibelius: Valse triste from Kuolema)
                                                            
- Enriquo, perché qui?
- Adelia…
- Enriquo…
-Il bambino, Adelia…
- Perché hai voluto venisse anche Jose?
- Mi guardo i piedi…
- E…
- E li sento stanchi, Adelia.
- E’ una vita che siamo stanchi, Enriquo.
- Sento freddo.
- Non hai voluto portare niente.
- E che cosa abbiamo da portare, Adelia?
- Non lo so più.
- Mi guardo i piedi… sono blu dal freddo.
- Non hai più niente da coprirti.
- Anche tu, Adelia. E qui in riva al mare…
- Dovevamo venire proprio sulla riva. Fa ancora più freddo.
- Un posto vale l’altro.
- Affonda i piedi nella sabbia. Forse c’è rimasto un po’ di calore, Enriquo.
- E’ tutta sabbia fredda. Gelata. Umida, Adelia.
- Sì. E non abbiamo più scarpe.
- E’ finita, Adelia.
- E’ mai iniziata, Enriquo?
- E il bambino?
- Sì. Il bambino… Forse allora…
- Forse, Adelia.
- Forse, Enriquo. Forse…
- Adesso basta. Andiamo.
- Mamma, papà quant’è lungo il mare?
- Vieni con noi.
- Andiamo, Adelia.
-Sì. Andiamo. Basta, Enriquo.


**************************

Commenti

Marina Toccaceli: ‎...la povertà e ciò che ne consegue...la dignità nella scelta finale...
Narcisa Trapani: Qualche dubbio sulla sensibilità reale di Picasso, artista pieno di contraddizioni nella vita...ma non ho dubbi sulla lettura che ne viene fuori qui, … alla luce del dipinto nel dare dignità alla povertà davanti al mare, con il freddo ai piedi sulla sabbia umida...mi piace quel che si dicono i protagonisti e la parte finale sull'inizio di una vita oltre la povertà.
Candida Alves Dacosta: Sento freddo, molto freddo...ma la musica stende un tappeto sulla sabbia gelata e mi fa sperare per il bimbo... Se non c'é pane, non c'é pace.... Ma forse il bimbo un giorno potrá cantare questa canzone ...
Veronica Pacifico: sono la trama e l'ordito sono l'onda che batte del blu sulla tela.
Daniele Aristarco: c'è la materia dolorosa dei sogni …, i sogni che proiettiamo su un'opera d'arte, grazie ad un'opera d'arte, nonostante l'opera d'arte che diventa sfondo, specchio, deformante o deformato dalla nostra sensibilità
Pino Contino: QUANDO NELLA PITTURA E NELLA SCULTURA SI TIRA FUORI UNA AMARA...REALTA'.


**********************************************************************************


3: desconocido:  SOLO DOS VIEJOS? (?)  – Pinacoteca Virreinal de San Diego, Ciudad de México (?)

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=vx9fPeaD_Ns   (Segovia: Prelude n° 1 de Villa-Lobos)

- Anita, Anita mia…
- Verzeiro…
- Senti freddo?
- Sono sotto la tua stessa coperta. Se c’è da sentir freddo sentiremo freddo insieme.
- Io non sento freddo. Ti rimbocco la spalla?
- No, lasciamela scoperta. Abbracciami.
- Ti metto il braccio intorno ma… non riesco più a stringerti… come una volta.
- Mi basta così.
- Ti ricordi…
- Cosa Verzeiro?
- Non so bene. E’ un qualcosa che mi si affaccia alla mente.
- Cosa Verzeiro?
- Come un suono, una canzone. Lontana. Molto lontana. Non riesco a mettere a fuoco.
- Cerca di farlo. Concentrati.
- Di testa ne è rimasta ben poca, amor mio. Ma adesso mi sforzo…
- Piano piano. Delicatamente. Dolcemente.
- E’ una musica d’amore ma allo stesso tempo di forte ritmo.
- Me la puoi accennare?
- Non so… tipo… Ahi Maria, ahi Maria, perchè mi lasciasti… Ahi Maria. Una cosa del genere…
- Ed io ti ero a fianco, Verzeiro e ti guardavo per come mettevi le dita sulle corde della chitarra.
- Anita. Tu eri lì? Non ricordo. Ero io che suonavo. Non ricordo.
- Era una giornata calda, Verzeiro e avevamo i nostri sombreri su due teste di giovani.
- Tu dici…
- Ed io già ti amavo. E tu cantavi. A squarciagola. E cantavi per me. E tutti si affacciavano: “chi è che canta Ahi Maria?”. E dalla casa del gobernador si affacciava la servetta. Era bella, alta e mora Escondrida. Molto più bella di me.
- Escondrida? Non ricordo.
- Eh ma allora la ricordavi… Verzeiro. Altrochè se la ricordavi. E ti piaceva la mora del gobernador…
- Se lo dici tu, Anita.
- Ma quel giorno avevi soltanto occhi per me. Ed io pendevo dalle tue labbra. Dalle tue note. Dal tuo dolce canto. Stringimi forte, Verzeiro. Coprimi la spalla con la coperta.
- Olè, Anita, olè!


**************************

Commenti

Veronica Pacifico: che bel sogno.mi pare di averlo fatto.
Marina Toccaceli: ‎....e poi queste illusioni ottiche grafiche...non si notano subito i 2 personaggi che formano il profilo dei visi...
Narcisa Trapani: Senilità e tenerezza, sui ricordi sfocati, rievocati.
Cassiopea Roveto: mah...io vedo il Sacro Graal
Toufic Koleilat:  molto Dali'....ma poetico
Pino Contino: ‎...E IMPORTANTE INVECCHIARE INSIEME PER RIVIVERE...L' AMORE !!!


**********************************************************************************


4: EDGAR HILAIRE DEGAS (1834/1917):  L’ABSINTHE ou DANS UN CAFE’ (1875/6)
Museo d’Orsai, Paris (olio su tela 92 x 68 cm.)

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=dt34oO2tXc8 (“Sous le ciel de Paris” Miroslaw Harks - accordion)

Café “La nouvelle Athénes” di Place Pigalle a Parigi. L’attrice e modella d’arte Ellen Andrè e il pittore, incisore Marcellin Desboutin, entrambi astemi, prestano gentilmente le proprie sembianze ai due soggetti “assenzialisti” e ai loro discorsi minimalistici.

Ellen: Psss…
Marcellin: …
Ellen: Psss… psss… ehi, psss…
Marcellin: Moi?
Ellen: Sì, voi… fate finta di niente… continuate a guardare davanti. Non vi voltate verso di me…
Marcellin: Moi?
Ellen: Ho detto: sì, voi. C’è qualcuno che ci guarda.
Marcellin: Noi? Chi?
Ellen: Ecco, bravo, rimanete con la testa così. Non vi girate. Piano piano con l’occhio, spostatelo senza farvi troppo accorgere, quel tavolino sul fondo.
Marcellin: Quale?
Ellen: No! Vi ho detto di non spostarvi. Bravo. Ritornate come stavate. Quello lì. In fondo. Ha un lapis in mano.
Marcellin: Dove?
Ellen: Ci risiamo! Ritornate dritto!!! Come debbo dirvelo. Laggiù perdio. Ci guarda e scrive. Ci guarda e sta disegnando qualcosa.
Marcellin: Quello?
Ellen: Non indicate! Non indicate! Come debbo dirvelo! Maledizione a quando vi ho fatto partecipe. Oui, è quello! Che facciamo?
Marcellin: Noi?
Ellen: Sì noi. Che vorrà? Mica ci starà schizzando, no?
Marcellin: Schizzando…
Ellen: Sì schizzando, disegnando! Per poi farne un quadro. Senza pagarci. Lo so come vanno a finire queste cose. Io sono una modella professionista. Mica glielo permetto! Voi che dite?
Marcellin: Io?
Ellen: Va bene. Lasciamo perdere. Su voi ho capito che non posso contare. Ora gliene conto due io. O paghi o te ne vai altrove, bello mio.
Marcellin: Chi quello lì in fondo?! Ma è Edgar. Oh ciao Edgar… Ciao. Ciao!
Ellen: Lo conoscete?! E adesso me lo dite?! E mi avete fatto sprecare tutto questo fiato. Siete strafatto di assenzio! Va a finire che siete un “affreschino” anche voi. Io vi riconosco dalla puzza!
Marcellin: Chi, io?
Ellen: E basta! Adesso o scuce lui o scucite voi o l’amico vostro straccia il disegno. Come la mettiamo?
Marcellin: Bho…
Ellen: Sapete che vi dico. Io qui non ci rimango un momento di più. Spero che il vostro amico non abbia finito tutto lo schizzo e che quello che ha fatto gli vada di traverso. Andate a fottervi! Pittori!!!
Marcellin: Chi io?!...


**************************

Commenti

Alessandro Cocuzza:... ma solo Degas poteva trasformare in due torpidi "assenzialisti" una donnetta così sveglia come Ellen e il suo compagno...
Narcisa Trapani: Edgar e la modella che si sente defraudata dal suo ruolo di modella prezzolata.Gli sguardi quasi assenti dei due, nascondono un dialogo quasi monologo di Ellen...Marcellin incurante delle rimostranze...
Candida Alves Dacosta: ah la belle Ellen!!! La petite a compris le monde....
Pino Contino: LA PELLICOLA...CREA ATTRICI E ATTORI. IL PITTORE CREA...ATTRICI E ATTORI. LA VITA CREA : PITTORI, REGISTI, ATTRICI E ATTORI.

**********************************************************************************


5: JACK VETTRIANO (1951):  The singing butler

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=RUAPf_ccobc (Astor Piazzolla: Libertango)


La dama in rosso: Più veloce sir, più veloce!
El señor: Questa è la scuola argentina. Passione  calma.
La dama in rosso: Più veloce, sir!
El señor: Come non detto. Dove avete comprato questo vestito “tinto”?
La dama in rosso: Fatto su misura. Colorato col sangue della pasión!
El señor: E dagli! Non riuscite a parlar d’altro.
Batista: Señor, piove!
Maria: Señor, tira vento!
El señor: Cosa volete che sia. Gioite con noi!
Batista: Ma io non sto ballando, señor.
Maria: Ma il tango non è mio, señor.
La dama in rosso: Cosa dicono questi due, sir, non capisco.
El señor: Non ti curar di loro.
Batista: Piove! Rientrate in casa, per favore.
Maria: Questo vento mi farà raffreddare. E poi chi penserà a rigovernare?
La dama in rosso: Basta! Silenzio! Con questi vostri lamenti smorzate la mia pasión!
Maria e Batista (all’unisono): La vostra, madama!
El señor: Lascia che io vi avvolga in questo ultimo abraccio prima della fine della danza.
La dama in rosso: Ahi. Avrei voluto durasse all’infinito!
El señor: Instancabile!
Maria: Io rientro.
Batista: Io me ne vado.
El señor: Qui nessuno se ne va. Finché la danza non finisce.
Maria: La madama ha i piedi nudi. Prenderà un accidente.
La dama in rosso: Così va ballato il tango de la pasión.
Batista: La madama avrà anche i piedi asciutti ma io ho le scarpe tutte bagnate.
El señor: E dunque pazienza. Ormai si volge alla fine.
La dama in rosso: E’ finito. Lasciatemi cadere in terra sfinita, sir!
El señor: E’ finito.
Maria e Batista (all’unisono): Finalmente. E’ finito!

fuori scena:
Maria: Lo sai che si è detto a proposito di ieri?
Batista: No. Che si è detto?
Maria: Che stavamo sulla spiaggia, mentre pioveva, e tu cantavi “Fly the moon” e li facevi ballare.
Batista: Io cantavo. Ma se sono una campana. Guarda un po’ come si creano le leggende…


**************************

Commenti

Candida Alves Dacosta: Eleganza nostalgica da Grande Gatsby.
Cassiopea Roveto: significative, belle espressioni del gioco (tango) amoroso. Narcisa Trapani: Il tango, i due che ballano senza curarsi della pioggia e invece Batista e Maria che la pioggia la sentono, eccome!Due visuali diverse, nello stesso luogo ma in un contesto relazionale diverso...bella contrapposizione e interpretazione. Così la comunicazione è percepita e distinta a seconda di chi ha un ruolo piuttosto che un altro....
Alessandro Cocuzza: il quadro mi farebbe pensare a Gatsby a Long Island.

**********************************************************************************


6: ANGELO CAMPAGNA (1960):  La conversazione

Colonna sonora consigliata: COMINCIARE DA 1:30 http://www.youtube.com/watch?v=6yTY__PKLDQ
(The Beatles: Flying – complete version)

Possibilità 1:
ovoide 1: Oooggrrr…
ovoide 2: Oooggrrr…
End.

Possibilità 2:
ovoide 1: Oooggrrr…
ovoide 2: Oooggrrr…
ovoide 1: Cogito ergo sum.
ovoide 2: Cogito ergo sum
End

Possibilità 3:
ovoide 1: Dammi la mano, ho paura.
ovoide 2: Anch’io. Dammi la mano.
ovoide 1: Adesso sono più calmo. Ma stringimela.
ovoide 2: Anche tu stringimela
ovoide 1: Ho freddo
ovoide 2: Dove siamo? La terra si apre  ma il mare è calmo.
ovoide 1: Sì e lì giù case ci guardano. Tra esse si erge un grattacielo. O… un monolito.
ovoide 2: Tu sai cos’è un monolito?
ovoide 1: No. Mi è venuto così.
ovoide 2: Forse è troppo.
ovoide1:  Forse.
ovoide 2: Forse…
ovoide 1: Oooggrrr…
ovoide 2: Oooggrrr…
End

Possibilità 4 (del minimalismo):
ovoide1: Josaphat. Ci sei?
ovoide 2: Sì Jorghe sono arrivato anch’io.
ovoide1: Cos’hai visto nel percorso?
ovoide 2: Keplero, Aristotile, Sant’Agostino, Newton. E tu?
ovoide1: Russell, Fromm, Marcuse, Foucault.
ovoide 2: E a che sei arrivato?
ovoide1: A niente. E tu?
ovoide 2: Sto parlando come mangio.
ovoide1: Come una cosa di tutti i giorni?
ovoide 2: Sì. Ho ancora le molliche tra le labbra.
ovoide1: Ma forse né è valsa la pena. Richiudiamo il guscio?
ovoide 2: Sì richiudiamolo! A bientot.


**************************

Commenti

Candida Alves Dacosta: inquietante..il quadro, la musica....l'ansia mi assale..ed il freddo, sempre fredde desolate lande... Tanta filosofia per nulla?... mi richiudo anche io nel mio guscio, immantinente, … Please il caldo, almeno once upon a time.
Marco Coco: Io invece non provo ansia: c'é comunicazione nel quadro, scoperta, uscire dal guscio...


**********************************************************************************


7: FREDERICK LEIGHTON (1830/1896):  The music lesson – Guildhall Library & Art Gallery - London

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=QsxHuW26rc8 (Michael Nyman: The sacrifice (The piano)

- L’hai incontrato di nuovo?
- Sì. E’ stato difficile. I mastini di papà mi sono sempre dietro.
- E la tata?
- Eh, quella un giorno ti regge il gioco e l’altro… ne hai timore.
- E’ sempre bello?
- Bellissimo. Ogni giorno di più. E più diventa difficile e più… è bello.
- Quando me lo farai vedere?
- Ce ne vorrà ancora di tempo. Ma quando gli parlo di te, lui già ti vuole bene.
- Stasera lo rivedrai?
- Cercherò di raggiungerlo nell’intervallo fra la fine della funzione e il ritorno a casa. La tata mi aspetterà per mezz’ora al museo.
- E che fa?
- Guarda i quadri. Ormai li conosce tutti a memoria.
- Un giorno mi portate con voi e rimango con la tata al museo. Ad aspettarti.
- Non so se si potrà fare. La tata poi mi parla sempre dei quadri che ha visto mille volte.
- Di quali? C’è qualcuno che le piace di più?
- Sì uno. Me l’avrà ripetuto all’infinito. Sono due ragazze. In piena luce. Hanno i piedi scalzi e i vestiti da camera stropicciati per la passata notte. La più grande ha grosse sopracciglie rifilate e cinge la più giovane portandole le dita su uno strumento a corde. E sembra farle: La, la, la , mi, do, re, do… metti il dito qui, re, fa, sol, do…
- Bellissimo.
- E poi la tata accosta l’orecchio al quadro e sembra sentire due soffusi voci.
- Che dicono? Che dicono?
- Mah. Non capisce bene. Sono troppo basse. Delle volte mi ha detto di aver inteso una frase tipo: “L’hai incontrato di nuovo…” E poi: “Sì. E’ stato difficile…”. Ma non ha saputo dir di più.


**************************

Commenti

Candida Alves Dacosta:  Veramente bello, caldo, travolgente, appassionante... Non potró piú guardare questo quadro senza sentire la musica nella mia testa e vedere le immagini del film sovrapposte! Grazie a te , sono nel quadro, sono in fondo al mare, sono la cassa del piano....
Narcisa Trapani: Passano le confidenze tra gli accordi, un filo sottile si estende dal divano al museo e allo strumento che avvicina, la musica avvicina sempre e fa dire e ancora dire, per quel che c'è da dire.Umana innocenza e sogni da catturare. Il dipinto ha colori privi di contasti netti, figure delineate ma sfumate come a fondersi, così il linguaggio, sfumato, delicato...atmosfera soffusa, armonie…
Pino Contino: LE IMMAGINI DI QUESTO QUADRO: PERSONAGGI E TESSUTI !!! SONO BROCCATI DI PURA SETA...!!!


**********************************************************************************


8: HERMANN HESSE (1877/1962):  Sedia con libri (1921)

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=ZXYkY_vwZ5Q   (Ravi Shankar & Philip Glass: Ragas in Mi Minor Scale)

Nel 1920 Hermann Hesse aveva scritto: “Ora che la mia situazione finanziaria da scrittore mi ha lasciato quasi senza soldi comincio a vivere come pittore”.

Sulla sedia di Hermann vi sono 6 libri ed un manoscritto. I loro nomi (forse anche i loro titoli…) sono:
di Hermann:
Peter Camezind del 1904
Amicizia del 1908
Knulp del 1915
Demian del 1919
L’ultima estate di Klingsor del 1920
di E.T.A. Hoffmann: Sabbiolino
il manoscritto ha nome: Siddartha ed uscirà l’anno successivo.
Siamo nel 1921.

Demian: : Ehi, fratelli, mi pesate sopra. Che si può fare? E’ un bel po’ di tempo che nessuno ci sposta, ci mette in ordine. Almeno un po’ a turno lo stare uno sull’altro, no.
Peter Camezind: La fai facile tu. Il libro della dualità. Il bene ed il male. Entrambi affascinanti. Solo perché hai aiutato Emil ad uscire dalle grinfie di Kromer. Ma poi mica l’hai tanto… salvato.
Demian: Io avevo parlato tanto per trarre tutti d’impaccio e trovare una soluzione a vantaggio di ognuno di noi. Ma visto che ci tieni tanto dovresti essere l’ultimo ad aprir bocca. Sbaglio o sei il libro dell’eterno conflitto interiore e dell’eterna indecisione?
Peter Camezind: Va bene. Ma anche quello del poi finalmente trovarla, la pace interiore!
L’ultima estate di Klingsor: Non state ad accapigliarvi. In fine dei conti siamo tutti simili: gioia… amori… natura… amicizia…
Amicizia: E no. Che non mi si tocchi il tema dell’amicizia. So ben io come rappresentarlo. Lasciatemene, per favore, il compito esclusivo…
Peter Camezind: E perché mai? Ma se sei proprio tu il libro dei conflitti e delle litigate adolescenziali tra Hans ed Erwin.
Amicizia: Noto con piacere, libro, che mi hai letto. Cosa alquanto insolita! Ma non mi hai letto bene o almeno non mi hai letto fino in fondo. Come non ricordarti che poi Hans ed Erwin, cresciuti, si ritrovano e si confermano ancora più saldamente la perduta amicizia.
Demian: Morali… morali… sempre morali…
Knulp: E poi, amici miei, avete dimenticato l’elemento che forse ci accomuna tutti: il vagabondaggio. E se permettete, qui sono maestro. Io peregrino sempre, incurante di ciò che pensano di me, sono un po’ anarchico, un po’ anticonformista, mi basta un posto offertomi dagli amici per albergare a sera e so ricambiare con la mia compagnia, la mia convivialità, la mia conversazione. Offro un sogno a chi mi vuol bene.
Peter Camezind: Megalomane il tipo! Ad ogni modo dici giusto. Anch’io sono un viandante, un eterno pellegrino.
Sabbiolino: Scusate se m’intrometto. Ma visto che sono incolonnato con voi…
Un po’ tutti i libri: Effettivamente… ce  lo siamo sempre chiesto perché sei fra noi anche se, te lo riconosciamo, sei uno degli ispiratori del nostro autore. Ed ora vorresti prendere anche la parola!
Sabbiolino: Sì, mi permetto. Voi mi parlate di argomenti comuni, di amicizia, di peregrinare, ma vi siete dimenticati l’elemento ancora tra voi più comune e nel quale, modestamente, posso aver voce in capitolo anch’io: la favola!
Un po’ tutti i libri: La favola?! Il nostro autore?! La favola?!
Il manoscritto: Non ha torto, sì, la favola, ovvero per meglio dire la leggenda, il mito. Il povero Hermann vuole coronare il sogno della sua vita, arrivare in India. Giunge sino in Malesia ma poi deve tornare indietro per dissenteria. Oggi però con buona fantasia e buona conoscenza mi sta lo stesso mettendo in piedi. Sto viaggiando col mio amico Govinda alla ricerca del Buddha Gotama. Ma quando lo incontro egli è morente, mia moglie Kamala è al suo fianco e reca presso di sè mio figlio che ha lo stesso mio nome, il Siddartha. Non so ancora che fare, prenderò il posto del Buddha? Dovrò forse tornare a sentire i saggi consigli del barcaiolo Vasudeva, l’uomo che sa cogliere l’essenza dell’acqua. Forse dovrò…
Demian: Ma non puoi dirlo… poiché non sei ancora finito… Triste considerazione. Tu sei ancora libero, un libro aperto, per noi non c’è più niente da fare. Siamo conclusi! E fino a che qualcuno non ci sposta resteremo qui impilati uno sull’altro…

Nel 1925 Hermann Hesse affermerà: “Non è che mi ritenga un pittore, ma dipingere è bellissimo. Dopo, le dita non sono più nere come nel caso dello scrivere, ma rosse e blu”.


**************************

Commenti

Alessandro Cocuzza: Azzeccato accostamento di Hesse ad E.T.A. Hoffmann. Per altri motivi avrei pensato a Joseph von Eichendorff.
Narcisa Trapani: I libri sulla sedia, hanno anima e così si parlano e si dicono quel che pensano l'uno dell'altro...chiusi, libri finiti e messi lì a riposo..anche se una sedia è un giaciglio precario direi...finchè qualcuno non li sposta, finchè qualcuno non li fa rivivere e li apre e li legge.Franco Bianchetto: ‎..alzandosi in punta di pagine questi libri potrebbero anche cercar di vedere cosa c'è fuori dalla finestra,il che non sembra male anzi,è una promessa,viste le montagne..cosi anche lo star sulla sedia non sarà più noioso.
Sara Caldelli: davvero originale e fantasioso questo dialogo fra libri. Molto bella la frase finale di Demian, malinconica e un po' rassegnata alla sua condizione di non poter cambiare di una virgola...
Candida Alves Dacosta (traduce dal tedesco il Messaggio di Iljkic Ava-Vela): Là in fondo la finestra del tempo chiusa, lascia che il silenzio torni prima di inviare la prossima parola, la prossima frase...questo rimane eterno ( per sempre)!
Candida Alves Dacosta: Pensa se Firmino sentisse questo dialogo? Che dilemma morale poverino! E La Storia Infinita, non la smetterebbe mai di parlare e parlare e parlare e Cuore d'Inchiostro , che tragedia! e quanti altri che non ho tempo di citare.... Certo la sedia fa finta di non sentire... la furbacchiona non supporta più il peso della cultura ...
Caterina Licheri: Il senso del colore.
Sabrina Calvino:  le dita sporche di qualsiasi colore sono segno che sei VIVO
Elena Mori: Musica divina, libri impegnativi, sedia e dialogo sdrammatizzano il tutto rendendolo simpatico!


**********************************************************************************


9: PAUL SIGNAC (1863/1935) Dimanche (1890) - olio su tela (150 x 150) Private Collection

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=6c6jE_ahVNo (Franco Battiato: Luna Indiana – versione strumentale)

- Tempo mechant... Freddo...
- Ravvivo il fuoco. Il ceppo grande non vuol prendere...
- Grazie. Siete molto caro.
- La vostra salute è ciò che ho più a cuore.
- Grazie... marito mio...
                ...
- Cosa guardate da quella finestra?
- Sono come ipnotizzata dagli alberi sferzati dal vento. E vorrei sentirne anche la musica ma non oso aprire i vetri.
- Siete una poetessa... moglie mia.
                ...
- La nostra gattina Mimine è molto quieta...
- Sì, è una vera dolcezza.
- Affettuosa quanto bisogna. Vispa quando gioca...
- Vorrei tanto essere come lei... Affettuosa... Vispa...
- Pazientate... moglie mia... pazientate. Tutto passerà... guarirete... verranno tempi migliori...
- E... non potrò mai più darvi un figlio...
- Cosa importa. Voi siete qui. Se non saranno figli, saranno nipoti. Con tutti i miei e i vostri fratelli...
- Ma non sarà mai la stessa cosa...
- Non curatevene... Io sono felice così...
- Riscaldate di più la camera. Ve ne prego. Ho bisogno di maggior calore. Le mie mani esangui ed affusolate da tempo non sanno più pigiare col giusto vigore i tasti del pianoforte. Come potrò allietare le vostre giornate di pioggia?...
- Non ci pensate... moglie mia... oggi è domenica. E siamo qui insieme. La casa è calda mentre fuori fa freddo.
                  ...
- (( Dove sei perduta mia giovinezza? Ti cerco sempre tra gli alberi sferzati dal vento... spero riuscire ad ascoltarne la musica... ma i vetri della mia prigione dorata impediscono che tutto ciò accada)).


**************************

Commenti

Elena Mori: il dolore della malattia e l'amore di un uomo...triste come questa musica che pero' e' anche una dolce ninna nanna...Candida Alves Dacosta: triste, atmosfera carica di rammarico e sofferenza....il linguaggio dei loro corpi ed il viola dominante parlano di lontananza, di rottura...
Sabrina Calvino:  a me sembra uno scambio di ruoli... la cura del focolare all'uomo e il desiderio di uscire dalla casa alla donna...
Franco Bianchetto:  il fuoco e quello che c'è fuori dalla finestra..due mondi completamente diversi..due persone in due mondi diversi...
oppure in attesa di qualcuno..il gatto è testimone saggio.
Caterina Licheri:  ‎...e siamo qui insieme...gioia e dolore di un universo privato.
Alessandro Cocuzza: Mi colpiva questo dialogo di spalle, come a volte si fa quando si toccano argomenti delicati e non ci si riesce a guardare negli occhi. Grande affetto, attenzione e pudore tra i due, come in certe famiglie borghesi di un tempo...
Sara Caldelli: anche a me il quadro suggerisce una certa lontananza fra i soggetti, ma il dialogo da te costruito mi piace molto, perchè inneggia all'amore e alle attenzioni che dobbiamo darci sempre, specie nelle difficoltà e coll'avanzare dell'età. Grande!
Narcisa Trapani:  Il freddo fuori e anche dentro, la parentesi è tutto quel che rivela un pensiero vero e da non dire in una domenica che sarà uguale alle altre, una prigione di cortese dialogo tra i due che non hanno molto da dirsi, sebbene si evidenzi dolcezza nelle parole, anche un filo d'amore mi pare...i figli che non verranno fanno da sfondo ad una stanza dove aleggia malinconia e rimpianto...
Stefania Leonina Cardini: A me il quadro ispira una grande serenità, con la tipica atmosfera sospesa della domenica.
Desiree Olmi: ‎"le dimanche où les enfants sont tristes"...chi diceva cosi'?...Proust?
Luisa Gervasi : ALLA MALINCONIA MALINCONIA Hermann Hesse: Fuggendo da te mi sono dato ad amici e vino, /  ...perché dei tuoi occhi oscuri avevo paura, /  e nelle braccia dell’amore ed ascoltando il liuto /  ti dimenticai, io tuo figlio infedele. / Tu però in silenzio mi seguivi, ed eri nel vino che disperato bevevo, / ed eri nel calore delle mie notti d’amore, / ed eri anche nello scherno, che t’esprimevo. / Ora mi rinfreschi le mie membra sfinite / ed accolto hai nel tuo grembo il mio capo, / ora che dai miei viaggi son tornato: / tutto il mio vagare dunque era un cammino verso di te.
Massimo Trequattrini: ‎...no malinconia...è dolcezza!!!
Luisa Gervasi: si dolcezza così struggente...che teneramente immalinconisce...sapendo che tutto finisce e muore.‎.. quasi sofferenza per non poter udire la musica del vento… desiderio soffocato...nostalgia di quel vento che ti arruffa i capelli....scompliglia i pensieri..ti fa avvertire brividi di una vita nuova
Elisa Magrini: Dinanzi ad un quadro si può osservare , capire cosa voglia esprimere l'artista, interpretare.E si può anche essere partecipi di un processo creativo: scrivere versi, comporre musica, dipingere qualcosa che esprima maggiormente il mondo che ci appartiene, scrivere delle riflessioni, pezzi teatrali,..
Ada Di Lorenzi: … la dimanche del dipinto è fredda, avverto una distanza tra i due.........solo il gatto ed il dialogo mi trasmettono un senso di calore......(il caminetto acceso no.....perchè il fuoco manca.......)
Loana Salierno:  il dialogo regala al quadro un senso di malinconica dolcezza che altrimenti, almeno per me, non avrebbe; è proprio vero che conta ciò che uno sente nascere dentro di sé alla vista di un dipinto: emozioni spesso contrastanti, ma questo è il bello del gioco, no? io qui potrei intuire lo sfaldamento di una coppia, la ripetitività di gesti quotidiani, la consapevolezza che sarebbe meglio essere altrove


**********************************************************************************



10: ANNIBALE CARRACCI (1560/1609) La Pietà (1600)
olio su tela (158 x 151) Museo Capodimonte - Napoli

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=ovxMA_-glPQ  (L.E.Bacalov: da Il Vangelo secondo Matteo di P.P. Pasolini)

(Mi permetto per la prima volta, tutto il resto è estemporaneo, di riportare un qualcosa che già scrissi)

LA PIETÀ
E fu quando me lo schiodarono, e fu quando me lo scesero, e fu quando lo potei finalmente nuovamente far mio.
Bimbo, bimbo mio. Tu che mi hai lasciato. Perdutamente. Ti canto una ninna nanna mentre i miei occhi non hanno più lacrime.
Di chi è il vero sacrificio? Il vero dolore? Di chi diparte o di chi rimane?
Chi soffre del vero distacco che nessun tempo, nessun luogo ti potrà mai restituire?
Ora ti branco, ora ti possiedo, ora ti agogno, oh, a me dalla morte restituito!
Non ti lascerò mai più e in quest'immagine di dolore rimarremo per sempre uniti in eterno in qualsiasi ricordo o raffigurazione!

Sporco la mia  candida veste  con il tuo sangue raggrumato, affondo le mie dita pietose di mamma nelle profonde ferite del tuo costato,
cerco di calmare, ebbra di pazzia, come se ancora fosse possibile, il dolore acuto dei chiodi infissi nelle tue mani, nei tuoi piedi,
carezzo i tuoi lunghi corvini capelli di ragazzo del sole, del deserto, offesi dalla derisione e dal solco delle spine.
E ti abbraccio per non lasciarti più. E ti stringo affinché non ti portino più via.
E non ti lascerò finché ne avrò le forze perché poi ... giustamente... ancora una volta non sarai più solo mio ma nuovamente di tutti, per tutti.
Ma fammi godere ancora un po' - o uomo d'Arimatea - il piacere straziante di cullare il mio bambino immobile in questo suo sonno di morte.
Ho fatto un voto verginale, ho fatto una promessa che ha condizionato tutta la mia vita di sofferenze e di umiliazioni,
che me l'ha tolto, me l'ha allontanato, superiore e superbo, sdegnoso e scostante della sua casta terrena, a me distante, in pasto agli uomini
affinché di lui si potessero cibare.
E quante volte mi disse: il padre mio... il padre mio... i miei veri genitori sono coloro che in  me  credono e non altri... non ho madri e non ho fratelli...
Io l'ho promesso e il mio voto ho mantenuto, ma in questo momento di supremo distacco di te non posso fare a meno
e quasi dubito del mio ruolo, del tuo ruolo, del ruolo di chi ti ha, cantato dai profeti, inviato.
E quasi dubito e vorrei così non fosse, così non si fosse atrocemente adempiuto il crudele disegno ... di riscatto ... dell'uomo...

Tu sei il mio bimbo. La carne della mia carne.
Biologica appendice della mia placenta, delle mie ovaie, del mio utero, dove sei cresciuto, dove nove mesi hai lievitato,
buffo grumo di carne come tutti i mortali, sangue fuoriuscente sangue, materia, intestini, umori, urine e feci,
creta che si è formata nelle mie viscere per un seme non dato, per un seme che mi ha saputo fecondare, per un seme di cui  si leggenda,
per un atto d'amore supremo che mi ha sì estasiata lasciandomi intatta, integrale, immacolata, giglio.

Eppure quella notte, in quegli scomodi, ridicoli alloggi d'antichi odori di armenti e di paglia
ti ho partorito con tutta la forza e con tutto il dolore che solo una donna di carne poteva avere,
con tutta la gioia e con tutte le urla che solo una madre può emettere e credere
e quando sporco e avvolto in fetide bende ti ho invocato, amato e adorato ero solo una donna, ancora acerba, ancora immatura
che innalzava al cielo il canto per averti messo al mondo un canto di speranza, di felicità, di eternità.
Ma in cuor mio già sapevo che tutto questo non sarebbe mai stato, mai durato, mai!
Per volontà superiore, per divina architettura, per celeste progetto.

Lasciate soltanto che ora  io possa rodermi gli occhi piangendo e stillando sangue nella mia impotenza, sì regina, ma  mai madre!
E ancora una volta eccomi qua, supina e sottomessa ad allentare la forza delle mie braccia che egoisticamente ti avvinghiano
perché non vorrei lasciarti mai più - solo mio! solo mio! - per restituirti a chi ... affinché si compia...
Ancora una volta, lascia che accada, così si vuole, così sia!...



**************************

Commenti

Franco Bianchetto: ‎...il dolore di una madre...
Anna Varchetta: ‎....da brivido...il dolore e l'amore di una madre....si percepisce arriva al cuore!!!!..
Caterina Licheri: E già..regina ma mai madre…
Fabrizio Tripoti UNA MARIA CHE PIU' LAICA NON SI PUO'. La dedico e invio a Carla Verbano, madre martoriata anch'essa da un potere perfido e crudele
Marina Toccaceli : ...un frammento della Sacramata...tengo il libro tra le mani,mi è sempre piaciuto molto, e ancora una volta avverto il suo alto spessore..."...Eppure quella notte, in quegli scomodi, ridicoli alloggi d'antichi odori di armenti e di paglia ti ho partorito con tutta la forza e con tutto il dolore che solo una donna di carne poteva avere,con tutta la gioia e con tutte le urla che solo una madre può emettere e credere..."...e credimi,una rassegnazione che una madre non potrà mai trovare...
Arwen Lórien Maria:...così divinamente Umana.. Con tutta l'emozione di una donna che è mamma fin nei più reconditi spazi del corpo e dell'anima .
Sabrina Calvino: essere madre , miracolo naturale, parte di te che si fa uno.
Marco Coco: hai dato ad una "regina mai madre" lo spessore unico tipico della donna e della madre. Bellissimo il contrasto tra sacro e biologico
Elena Mori : quando si parla del rapporto madre- figlio si entra nel sacro, dolorosissimo il pianto della madre che non conosce pace
l'accostamento di Pasolini, sebbene attraverso la colonna sonora, mi ha commosso conoscendo il suo rapporto profondo con ...la madre
Luisa Gervasi: Dove va l’amore per un figlio morto? Dove? Dove si deposita quell’amore?  Che fare di quell’amore?
Elena Mori: come madre non riesco a immaginare ne' pace ne' vita senza un figlio, forse qualcuna riesce a veicolarlo verso opere umane ma credo che difficilmente rimanga la forza anche di questo. Cosa farne di tutta questa sofferenza ? non ci resta , per non impazzire, che ricercare dentro di noi e fuori di noi forze, legami, risorse per sublimare l'atrocità .. uscire fuori dai limiti della nostra storia, dal nostro assoluto, per metterci in relazione con l’universo, con la sua forza e il suo mistero, per affidarci con fiducia e trascenderci.  Saper affrontare il dolore e l'angoscia di morte per trasformarla in vita… Solo così l’amore per un figlio morto si proietta all’infinito e torna a illuminare come un sole caldo, luminoso e gentile.
Massimo Trequattrini: ‎...Sant'Agostino affermava che l'uomo in pace ha la serenità della mente,la tranquillità dello spirito e la semplicità del cuore!!!
Luisa Gervasi : La nostra vita non dura più di un attimo, portiamo nel cuore la tempesta selvaggia delle passioni, siamo torturati dai desideri e dalla speranza, vogliamo raggiungere l’impossibile e tenerlo ben fermo tra le mani. Interroghiamo il passato, ...leggiamo quello che gli uomini hanno scritto, ma non comprendiamo. Interroghiamo la terra ‘ il cielo, gli astri, gli abissi dello spazio e gli abissi dell’anima; piangiamo di nostalgia e di compassione davanti ad ogni cosa bella, compiamo gesti di passione ardente e poi, all’improvviso, restiamo freddi, immobili. Più nulla, più nulla…
Cito, pescando dalla mia memoria, ancora herman hesse dal Lupo della Steppa:la maggio parte degli uomini non vuol nuotare prima di saper nuotare, logico l'uomo è fatto per la terra e non per l'acqua, così la maggior parte degli uomini non ...vuol pensare, perchè l'uomo è fatto per la vita non per il pensiero..certo chi pensa chi concentra la propria vita nel pensiero può arrivare molto in alto...ma ad un certo punto affoga perchè ha scambiato l'acqua per la terra... mandatemi un salvagente.
Fabrizio Tripoti (TRADUZIONE DI GOOGLE del Messaggio di Iljkic Ava-Vela): La bellezza delle forze invisibili della velocità di governo, conoscenze e idee, la perseveranza, pazienza e amore femminile. Le donne sono tutte di bellezza divina, sia il bene e il male, anche la vita e la morte, la luce e le tenebre, l'amore e la madre della vita, deve essere padrone della morte, per quello che nasce e muore, solo lo spirito puro infinito leggerezza è immortale. Maschio segreto, un segreto della natura, la natura della gente non  impara mai
Narcisa Trapani:  La bellezza che muove l'amore, l'anima femminile che si strazia dolcemente dinanzi al corpo del figlio generato, mi commuove sempre un dipinto che ha tanta grazia e delicatezza, così mi commuovono le parole della madre che è lì a cullare quel figlio che gli è stato negato per forze più grandi dell'umano amore, per un amore elevato e divino...ma una madre che vede la sofferenza e la morte di un figlio, comunque sia, non ne comprende ragioni e così è lì a catturarne ogni attimo finchè dovrà lasciarne il corpo...
Alessandro Cocuzza: Intenso monologo tra terra e cielo, tra rivendicazione di maternità e obbedienza a un Piano superiore.
Candida Alves Dacosta: ‎"Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla" Lao-tse.....chissá.... mater.... dolorosa ....
Silvana Ometto: ma che devo dire; non ci sono parole...per la bellezza...non ci sono parole per il dolore...non ci sono parole per l'altruismo: si esprimono già da soli
Marta Covolato: Mi piace vedere solo una donna con un dolore profondamente umano che abbraccia i secoli. grazie Fabrizio
Annalisa Ravasio: è come nel libro di de luca....maria lo partorisce e per la notte lo vuole solo per se per quella notte in cui non ha ancora nemmeno la sua ombra il figlio è suo ...solo suo ... solo all'alba lo presenta la padre...ai pastori.....al mondo...ma quella notte è suo.......bellissima....
Grazia Savini:  passano i secoli ma l'amore di una madre per suo figlio rimane indelebile...nei secoli.stupendo.

**********************************************************************************


11: MARC CHAGALL (1887/1985)  Io e il mio villaggio (1911) 
olio su tela  (191 x 150,5) New York Museum of Modern Art

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=UJR7oAKYUHA  (Sergei Prokofiev: Pierino e il lupo - strumentale)
La mula
Il bracciante

- Ti posso sorridere?
- Fai pure. Tanto non ci credo agli animali parlanti.
- Non ha importanza. Se mi vorrai capire mi capirai.
- Se lo dici tu.
- Mi annoio a Vitebsk, vorrei mi portassero alla fiera della capitale.
- Ti credi tanto bella?
- Non è per la mia bellezza, è per il mio latte.
- E buono?
- E’ dei migliori. Da primo premio!
- Modesta.
- So quello che faccio. So quello che produco.
- Beata te.
- Sei triste?
- Hai mai visto un bracciante russo allegro?
- Perché?
- Ci si alza la mattina che è ancora buio. Ci si corica a notte fonda.
- Per far cosa?
- Lavoro. Spaccarsi la schiena. Per un padrone che nemmeno conosci.
- Ma non c’è niente di buono nella tua vita?
- Mariska. Sì Mariska. La mattina mi accompagna alle messi. E’ così leggera che sembra che voli.
- E’ la tua bella?
- E’ un angelo. Delle volte mi par che volteggi nell’aria e mi baci sulla bocca a testa all’ingiù.
- Sei un poeta.
- No sono un povero bracciante russo.
- Ma mi hai permesso di regalarti un sorriso anche se non credi negli animali parlanti.
- Già. Chissà perché!? Posso regalarti questo ramoscello di fiori?


**************************

Commenti

Sabrina Calvino: per fortuna c'è la fantasia che ci salva dalla fatica di vivere...
Elena Mori: ‎...chi ha detto che gli animali non parlano? sono sicura che lo fanno con questa leggerezza e simpatia...
Luisa Gervasi:  Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni e la nostra breve vita è circondata dal sonno.....
Amanti e pazzi han sì ardenti cervelli a sì inventive fantasie, ch'essi crean più che la fredda raggion possa intendere. L'amante, il pazzo e il poeta hanno la stessa fantasia. (W. Shakespeare)
Loana Salierno:  mi piace la leggerezza che pervade questo riuscito connubio... ora più che mai, in questo tempo in cui la venalità la fa da padrona un po' di soave serenità rincuora…
Narcisa Trapani: Tutta la saggezza di un mondo in una tela e nella poesia delle parole... Chagall,
Candida Alves Dacosta:  Alla fine di una giornata dove mi sento tanto bracciante russo ( uscita con il buio e tornata adesso con il buio): adoro Chagal, adoro Prokofiev! Pierino ed il Lupo mi fa sempre sentire un po’ bambina…
Lucia Tombari: origliare dietro un quadro di chagal...mi piace... magari un giorno potrai aggiungere anche il profumo...dei suoi bouquets floreali in mano a sposi amorosi..


**********************************************************************************


12: ? (fine 1800) - Polonia

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=_mtIHMq0F44   (Antonio Vivaldi: La tempesta di mare)

E’ sottinteso che il gondoliere non dialetta in veneziano ma in uno strano gramelot (da me spesso usato per non … impegnarmi troppo etnologicamente…)

- Bela tosa semo su un canal de Venexia?
- Non fare il tonto, polacchino. Lo sai bene che questo è il lungo Oder di Breslavia. Io non ci casco.
- Epur me sembria el Canal de Drio Al Vescovo Devescovado.
- Un nome che come al solito ti sei inventato tu. Tanto ci sono abituata.
- Bela tosa. Co’ te tengo gusto a giocar. E inventar d’amor.
- Ma sono sempre i tuoi soliti giochi. Alla fine mi annoi. Con questo gusto d’inventar canali…
- Eh, e quanti altri che ghe n’ho. Sente qui: Calle de l’Aringa Strapescada / Portego S. Bernardino de la Sconsacrata /
Ponte de’ Benserviti / Rione Frate Mantegado / Calle del Trasudato de Sopra / Sotoportego del Panin Mastegado / Campiello de la Pasta Melensa / Calle Don Rio Sacrosanto / Calle de la Vecia Chiesa Desmodata / Calle de Arlechin Tintunito / Calle de l’Inamoradi dalla Gran Passion / Sotoportego de l’Ambrosin Meladà,  / Sotoportego del Giovineto Transennato / Sotoportego de la Catedrale Trasmontata de Drio / Cafè de’ Ceci Molli in Calle Profumo de Ragù Sugato / Ponte de l’Emanuelo Santo Stantio / Rio Pomoliscio / Calle de la Mamma Ringravidata / Campiello de le Tose Impomatade / Sotoportego de l’Aringa Tosa / Calle deli Amorini della Chiesa de Drio / Ponte de la Bela Fiola Anemica / Calle Infangado dal Rio / Sotoportego del Riso che Abonda / Sotoportego del Reverendo Tienaldinar / Strada Vecia de le Sette Disgrasie / Sotoportego del Buon Prattese Nemo Profeta in Patria… e tanti altri.
- E ne esistesse uno! Uno soltanto! Meno male che ci sei tu che mi fai ridere.
- Tutto ghe faria pur di veder cossì la tua bela bocca rider d’amor . Con fantasia. Con surreltà. Con granda passion. Tosa mia.


**************************

Commenti

Candida Alves Dacosta:  Vivaldi e la geografia inventata .... la consiglierei almeno due volte al di contro tutti i malanni del anima. Io consiglierei il bracciante russo di portare la sua Mariska alla Calle d l'inamoradi della Gran Passion!!! Bisogna fare un passo avanti e fare parlare i quadri tra di loro! Mariska ed il suo Ugor se meritano la vacanzetta!
Marco Coco: E' stato un travaglio lungo oggi: colpa della spassosissima lista dei nomi? Io proporrei anche: Largo de li Edicolari Squadernati Malsortidi!
Sara Caldelli:  venezia o Breslavia? l'arlecchino polacco gioca a far lo spiritoso!! ma è poi riuscito nella sua conquista?
Marina Toccaceli: .....Se gavesse fredo / me scaldarìa. / Se gavesse caldo / me sventolarìa. / Ma………se te gavesse! / ...No sentirìa / né caldo / né fredo. / Parfin soto zero / no me se giassarìa / gnanca la ponta del naso. / Savendo che te piaso, / par ciapar fogo / me bastarìa / soltanto un baso!
.....Venezia......
Fabrizio Tripoti (TRADUZIONE DI GOOGLE del Messaggio di Iljkic Ava-Vela): Tema dell '"amore" - vale a dire l'amore per l'Italia, è uno di quei temi originali e inusuali che sono difficili per molti, perché in Italia c'è qualcosa nell'aria, suscita la passione, o può, la bellezza ha del paesaggio e architettura, che è naturalmente quella sensazione in noi l'amore.
Alessandro Cocuzza: Ma il "Sotoportego del Buon Prattese..." è vicino Corte Sconta detta "Arcana"?...
"Quando Venexia mia sora i tetti de le tu' case / una gloria de sol s'è sparpagnada / laseme dir se il paragon te piase / che ti me par una bella tosa spensier...ada" (cito a memoria questi versi di, mi pare, Vincenzo Gemito, nonno di Hugo Pratt che, guarda caso, vengono una volta in mente a Corto durante una delle sue tante avventure...).
Fabrizio Tripoti:  C'è da commuoversi! Non ho osato ancora una volta mettere i meravigliosi versi di Gemito, perchè Corto & Hugo ce li ho troppo nel cuore, mi fanno male le loro assenze (anche se sono IMMORTALI!!!). Ah, sì, il Sotoportego del B.P. è quello che attraversa il lungo Canal in mezzo al mar nel sogno di Corte Sconta detta Arcana ovvero Sotoportego Bottera. Senza dubbio.  
Alessandro Cocuzza : Non ricordavo il particolare del Sotoportego di "Corte Sconta...", ci sono arrivato indirettamente leggendo Prattese...
Non mi parlare di Corto & Hugo che ce li ho nel cuore...
Loana Salierno:  Vico chiuso della Rana, Vico Cicala, Vico degli Stoppieri, Vico Boccadoro, Vico delle Pietre preziose, Vico della Pace, Vico chiuso del Leone, Vico Macellari, Vico Santo Sepolcro, Vico Cavigliere e Vico dell'Olio, Vico dell'Amor perfetto, Vico delle Carabaghe, Vico Mezzagalera, Vico dei Tre Magi... sono solo alcuni dei curiosi nomi dei "caruggi" genovesi... e pensare che mi sembravano così fantasiosi!
Sabrina Calvino: anche a Pienza ci sono tante strade con nomi buffi, due di seguito si chiamano via del buio, via del bacio, via dell'amore, via delle vergini....
Vittoria Delsere: Nella castissima provincia bergamasca abbiamo una via denominata "Sì alla vita" che di per sé, e in varie accezioni è anche un motto bellissimo e condivisibili. Temo invece che motivazione del fine toponomasta (si dirà così?) mi sembrano invece un po' meno bellissime e un po' meno condivisibili.
Elena Mori: ‎"La tempesta nel cuore"...
Narcisa Trapani: nomi di vicoli che esistono o non esistono realmente, non importa, tutto è lecito in alcune circostanze... come una poesia per far sorridere la donzella...
Luisa Gervasi: Ridere è il linguaggio dell'anima. Fa tutto ridere nella realtà , la vita come se fosse un gioco . Fa tutto ridere quando ci si guarda negli occhi e si scherza sul passato e sul futuro...ridere spensierati , ridere dentro con il solletico nell'anima.
Desiree Olmi: tutti i canali portano a Amor!
Vittoria Delsere:  come faremo quando ci sarà il MOSE a Venezia?


**********************************************************************************


13: EUGENE DELACROIX (1798/1863)  George Sand (1838)
olio su  tela (79 x 57) Ordrupgaadsmlingen Copenaghen

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=d8KfKYhvV_c    (Fryderyk Chopin: Mazurca op. 41 n°1 - 1738/39)

Fryderyk Chopin non è ritratto ma nulla vieta sia nascosto dietro una tenda o in un'altra stanza e bofonchi musicalmente ciò che andiamo udendo dietro questo quadro.

(anche questo scritto è tratto da un mio precedente lavoro)  
Conosci il pittore Eugène Delacroix, quello che alcuni anni prima aveva saputo cantare su tela le gesta delle barricate del ‘30? Quello che aveva dato un volto alla Libertà con il cappello frigio, poi Marianna. La Marianna che guida alla rivolta i parigini contro la monarchia?
Lo stesso pittore seppe rubare l’anima di Georgette e, almeno su tela, riuscì a separarci.
Inizialmente voleva immortalarci l’uno all’altra accanto. Io al pianoforte, lei in adorazione. E dunque ci disgiunse.
Racchiuse il mio volto contratto, segnato, sofferente, in una solitaria monografia. Racchiuse il mio volto isolandolo, garantendogli l’immortalità d’immagine, ma allo stesso tempo conservandolo glacialmente. Nubi tempestose, fuse nei suoi marroni si addensano sul mio capo e nel contempo mi condannano e mi dannano.
Una volta che scisse la nostra fusione si dedicò a raffinare Georgette. La seppe tessere dolce, femminile, aggraziata, giovanile, verginale, quasi schermentesi. E non decisa, emancipata, anticonformista, se non testarda.  Passionale. Sensuale. Eterna provocatrice.
La volle pennellare per tratti essenziali, non definiti - come ben avrebbe saputo e sapeva fare – quasi lasciandola vaga e velata.
La sua forte massa di capelli cade lungo e oltre il contorno del viso. Sul retro sembra sormontata da un vezzo o da un fiore (come al lato del capo, fiori seppe radiosamente inserirle Jules Janin in un altro meraviglioso dipinto che le rende giustizia rappresentando la sua levantina carnosità) che si distacca dalla massa castana per diventare vermiglio.
Il collo è pudicamente scoperto o forse è fasciato da un collarino. E’ color bianco di carne o bianco sporco di tessuto? La veste è scura e si fonde dalla parte media della tela in poi con il resto del quadro. Le braccia sono lasciate per metà scoperte. L’una sull’altra. La mano sinistra, sollevata rispetto all’altra sembra inviare un messaggio di autoschermimento dove il pollice si comprime con forza contro i sovrastanti indice e medio, quasi volesse afferrare qualcosa che gli è stata sottratta. La mano destra stringe un fazzoletto bianco che le fuoriesce di circa metà. Le dita, decise, quasi virili, dolcemente lo avvinghiano.
Ma il viso. Il viso è dolce e allo stesso tempo triste. Poco è il viso e poco luminoso: catturato sotto la massa di capelli in primo piano. Di profilo è il viso o di un appena abbozzato tre quarti. Ampia la fronte e sottili le sopracciglia. Socchiuse le palpebre sulle ciglia scure. Deciso il naso. Forte la guancia, seppur addolcita e lo zigomo. Di labbro carnoso che si fonde con l’ombra pittorica. Sfuggente, quasi abbozzato è il mento, si scioglie nelle ombre del collo e nel termine della chioma.
Sembra assorta. Sembra partecipante. Sembra in qualche occupazione intrapresa. Ma potrebbe anche esserne solo l’ascolto.
Si affianca ad un mobile scuro sormontato forse da una base di un lume o forse di una suppellettile e lo scuro color mogano va a mano a mano anche lui perdendosi nel resto della rappresentazione.
Comunica bellezza ma anche sobrietà. Compostezza. Esso è bello, significativo, rappresentante, ma lei non è la mia Georgette. Forse è la sua.   Forse è di chi guarda. Ma niente più. Io sono rimasto nell’incompiuto e per dovere sono stato posto nella mia solitudine rappresentativa. Ma anche lei è stata lasciata sola. Sola poiché, privato della mia ingombrante presenza, avrebbe finalmente potuto, indisturbato, farsi avanti. Delacroix!
(da “Quartetto con variazioni su tema” (ovvero “Marianna nel tempo e nello spazio”) - 2009


**************************

Commenti

Alessandro Cocuzza:  Così come non riconosce la sua Georgette nel ritratto che ne ha fatto Delacroix, chissà quante volte Chopin non si è riconosciuto nei suoi interpreti...! (almeno fino a quando Gide non ha fatto giustizia con le sue famose "Notes sur Chopin", indicandoci come giustamente andava suonato, vale a dire in modo meno "romantico" e col pensiero costantemente rivolto a Bach...)
Desiree Olmi: George:"Le temps n'endort pas les grandes douleurs, mais il les assoupit."...
Narcisa Trapani:  Non riconosce la sua Georgette, ritratta nell'istante in cui è se stessa, oltre i tratti che sa riconoscere e descrive, è il limite che si vede in ciò che ci appartiene ma non possediamo; un ritratto che per gli altri ha una visuale, per chi lo dipinge contiene ciò che ispira e ha forza diversa, così la musica composta, poi diviene quel che deve essere per chi la interpreta e per chi la ascolta...Intenso percorso, pieno di sfaccettature interiori tra colori, arte e bellezza. Grazie!
Luisa Gervasi:  Lui la lascia per non farsi vedere morire ...lei ora non è più la sua Georgette sembra assorta , pensosa : Con te, non sapevo più se era vita o letteratura. Mi ero innamorata di te o della tua malattia, della tua musica o della tua solitudine?


**********************************************************************************


14: GIUSEPPE PELLIZZA DA VOLPEDO (1868/1907)  “Il cammino dei lavoratori”
poi “Il quarto stato” (1901) – olio su tela (293 x 545) - Milano. Galleria d’Arte Moderna

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=MhTbwW-oKCY   (Ennio Morricone: Apologia di Potemkin)

Partendo da sinistra:
1.a donna sulla sinistra: Agnese
1° uomo sulla sin. (con il basco): Arnao
2° uomo da sin. a dx. (giovane col cappello) Toni’
3° uomo da sin. a dx. (giovane con la giacca sulla spalla) Marietto
1° uomo in prima fila: Biagio Marino
2° uomo in prima fila: Gianolmo
1.a donna in prima fila con bambino: Teresa
Terzultimo uomo a dx: Giuse’
Penultimo uomo a dx.: Minuzzolo
Ultimo uomo a dx. con bambino: Nono.
                         
Gianolmo: Tere’ non ti posso dar retta.
Teresa: Aspetta. Fermati un attimo. Non posso sempre correrti dietro con questi piedi scalzi.
Gianolmo: Lascia stare.
Teresa: Che mangiamo oggi? Non ho più niente da mettere nella minestra. Forse nemmeno l’acqua.
Gianolmo: Lo sciopero continua. A costo di morire. Anche di fame.
Biagio Marino: Guarda, Giannino, quanta gente che ci aspetta davanti la chiesa di Volpedo.
Gianolmo: Non riesco a veder bene. Saranno compagni? O crumiri…
Biagio Marino: Da come muovono le braccia, non mi sembrano… nemici.
Gianolmo: Aspetta ancora un po’ a dirlo. Ti ricordi ieri. Compagni… compagni… e poi ce l’hanno gettati addosso.
Biagi Marino: Sì. Prudenza!
Teresa: Che faccio?

Agnese: La vedi Teresa, la moglie di Gianolmo. Gli è a fianco. E tu non mi ci volevi.
Arnao: Sarà pure a fianco, ma mi pare litighino.
Marietto: Che si fa? Si va avanti.
Toni’: E che me lo domandi. Sempre avanti, Marie’. Sempre avanti!

Teresa: Ma nemmeno una parola? Non ci meritiamo nemmeno una tua parola. Io e tuo figlio. Guardalo…
Gianolmo: Perché l’hai portato. E’ pericoloso.
Teresa: Perché l’ho portato? E a chi lo dovevo lasciare?! Ecco, io sono qui con te, lui è qui con noi. Possiamo morire tutti e tre insieme…
Gianolmo: Che dici Tere’. Qui nessuno muore. Non portare scalogna…
Teresa: E tanto che questo è vivere? Io non ti vedo mai. La mattina esci all’alba. La sera ritorni al tramonto ma sei così stanco dal lavoro che t’ammazza che quasi non ci fossi. Il bambino, nemmeno riesci a fargli un sorriso. E quella bestia del padrone che ti dà due lire che nemmeno ci si sfama un cane…
Biagio Marino: Quanto parla tua moglie…
Gianolmo: Sì ma dice cose serie… Mica ha torto…

Giuse’: Allora mi raccomando, tutti uniti.
Minuzzolo: Tutti uniti, Giuse’, questa volta ce la facciamo. Siamo una fiumana di gente. D’operai.
Nono: Ma voi dite veramente che non c’è pericolo, io mi sono portato pure il piccolo. Le filatrici sono anche loro in sciopero. Mia moglie s’è portata dietro gli altri due nostri figli…
Giuse’: Lo vedi, Nono, la cosa cresce… la cosa cresce…

Gianolmo: Tere’, ce la fai a stare al nostro passo. Io c’ho le scarpe sfondate, ma tu stai con i piedi nudi.
Teresa: Marito mio. E che non mi hai visto mai con i piedi scalzi? Ho dei bei calli sotto i piedi. Belli e resistenti. Sì che ti posso stare al fianco. Al tuo fianco.
Gianolmo: Allora vieni qui, Tere’, c’è posto per tutti contro questa gentaccia che ci affama. Stringi bene il bambino al petto. Urla. Urla con me.
Biagio Marino: No, Giannino, mi sa proprio che sono scioperanti come noi. Non sono i crumiri di ieri. Guarda quanti sono, come muovono le braccia, come ci salutano, come alzano i pugni minacciosi in aria.
Gianolmo: Sì, e se tendi bene l’orecchio, senti… cantano…
Teresa: Cantano… e guarda quante donne… sono quelle della filanda… guarda c’è anche la moglie di Nono, è quella lì in fondo che tiene per mano i due bambini… Quanti… quante…
Gianolmo: Tere’, sono contento che sei venuta. Tere’ stai qui con me, a fianco, stretta. E chi ci ferma più, Tere’.


**************************

Commenti

Annalisa Ravasio:  ma qui sei a casa mia.....il mio cupo dialetto ....carater de la rasa bergamasca... sota la sender brasca......
Marina Toccaceli:   Lo aspettavo…è uno di quei quadri che hanno un’anima…è uno dei quadri che amo di più,che sento dentro di me….e mi torna in mente la scena di Novecento…le donne in particolare…Anita che dice alle donne di stendersi per terra. Parte la carica.... Ma un po’ i cavalli si rifiutano di andare sui corpi delle donne stese, un po' i militari non sono convinti, sentono che non è una cosa da fare. Tornano indietro. Le donne si alzano e cantano tutte insieme… Sebben che siamo donne / paura non abbiamo / per amor dei nostri figli / per amor dei nostri figli / sebben che siamo donne / paura non abbiamo / per amor dei nostri figli / in lega ci mettiamo / A oilì oilì oilà / e la lega la crescerà / e noialtri socialisti / e noialtri socialisti / a oilì oilì oilà e la lega la crescerà / e noialtri socialisti / vogliamo la libertàVittoria Delsere:  Questa volta nel dialogo c'era qualcosa di stonato. Ed ora l'ho capito: mancano gli articoli determinativi davanti ai nomi (La vedi LA teresa....) senza non è un vero quarto stato di Pellizza
Fabrizio Tripoti:  Lo sai che ci avevo pensato?! Ma poi ho riletto: "La vedi Teresa, la moglie di Gianolmo", sarebbe venuto: "LA vedi LA Teresa.."
e quel "la"..."la" non mi aggradava tanto, allora ho tolto quel tocco di... padanità...
Vittoria Delsere:  MA secondo te un contadino piemontese/lombardo si preoccupava delle ripetizioni? Non è per fare del fine realismo ma la gente parla come mangia e il Gianolmo, il marito della Teresa, quando ci parlava alla sua sposa, ci diceva così
Fabrizio Tripoti:  Allora una bella proposta: io avrei massimo ritirato fuori quel mio perfido gramelot, perchè qualcuno non mi traduce il tutto in "volpediano" o "vogheriano" o in "alessandrino" visto che il paese di Giuseppe Pelizza è in Piemonte in provincia di Alessandria. Mi farebbe molto piacere. Una volta il caro amico Raimondo Raneri mi tradusse una poesia sulla mafia in un ottimo palermitano.
Vittoria Delsere:  Per una che vive là dove crescono gli alberi degli zoccoli, la cosa stimola molto la sua arlecchinità servitrice di due padroni, ma come scrivere in dialetto senza usare l'alfabeto fonetico? Optare per una koinè italiana lombarda? Registro famigliare/colloquiale, un po' tipo commedia dell'arte?
Fabrizio Tripoti (TRADUZIONE DI MESSANGER del Messaggio di Ilikic Ava-Vela): ... così forte ed espressivo con un progressivo simbolo per l'Europa...
Candida Alves Dacosta:  l'epopea dei senza voce.... Con voce e musica.bello, commovente... anche io non resisto, per non dimenticare quello che è stato e quello che potrebbe essere stato....Elena Mori: Fatica dolore ma forza...tanta forza!Loana Salierno: E’vero che questo quadro ha un'anima, ti dà la suggestione di esserci, lì con loro, a lottare tutti assieme forti e sicuri di farcela ad ogni costo! è quello che oggi ci manca, ma proprio tanto....
Narcisa Trapani: Qui le parole camminano con chi le pronuncia, un verismo che trascende da ogni suggestione..."il cammino dei lavoratori", i precari sfruttati di ieri che consegnano ai precari di oggi la staffetta... Quel dipinto sta in me e nelle mie idee, ...
 Anna Varchetta:  ‎....quelle urla...arrivano al cuore!!!!!!....sarà che ogni volta...mi calo in questi dipinti!!!!
Luisa Gervasi:  stupendo ...emozionante. Il riconoscimento piu' alto dell'uomo che sia stato mai dipinto. Quel cammino è il cammino della mente umana che esce dall'ombra svincolandosi dai condizionamenti sociali e dagli obblighi scontati del fare per venire letteralmente alla luce,all'essere oltre al semplice esistere.
Pino Contino:  CAPOLAVORO DI QUALSIASI ESPRESSIONE...COSTRITTIVA !!!
Alessandro Cocuzza: ‎... ma non dimentichiamoci che spesso "gli uomini preferiscono le tenebre alla luce"...
Luisa Gervasi: ....tempi oscuri questi..di involuzione culturale...ma io continuo a sperare nel risveglio...ho intravisto fenditure di luce...bisogna sperare,  ma soprattutto cercare di svegliare le coscienze con tutti i mezzi possibili..l'arte è fondamentale..
Nicola Simone:  la figura centrale del quadro, per me, rimane la donna con il piccolo compagno in braccio....avrei voluto essere il suo compagno...mi sarei sentito più forte nell'avanzare....


**********************************************************************************


15: EDVARD MUNCH (1863/1944)  Vampiro (1893/4) – olio su tela (91 x 109) - Oslo. Munch Museet

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=iCEDfZgDPS8  (Modest P. Mussorgsky: Una notte sul Monte Calvo)

-Vampira!
- Perché?
- Perché di te si dice così…
- E ti basta?
- No.
- Pensi che ti morderò?
- No.
- Stringimi.
- Sì. Stringimi. Fammi sentire meno solo.
- Io sono qui. Con te.
- Coprimi con i tuoi lunghi capelli ramati. Nascondimi. Ho paura dell’intorno.
- Sarò la tua chioccia.
- Tu sei buona. Vampira… vampira… vanno dicendo.
- La gente odia chi non capisce. La gente distrugge chi è diverso.
- Bestie. Hanno usato tutta la loro vita per farmi rannicchiare, impaurito.
- Adesso ci sono io.
- Spero che il tuo abbraccio basti. Forse non sono più recuperabile.
- Tanto male ti hanno fatto?
- Sto scoppiando dentro. Non lo vedi come sono piegato su me stesso!
- Cerca di raddrizzarti. Dai, mettiti su.
- Non ce la faccio. Ormai sono così. Voglio solo il tuo abbraccio.
- E quello c’è. Non preoccuparti. Ma non è tutto finito.
- Maledetti bastardi. Guarda come mi hanno ridotto. E poi cosa dicono di te…
- Lascia stare. Non ha importanza. Affoghino nella loro bile. Ma ora io penso a te…
- Io sono qui. Mi basta. Non pensare a raddrizzare le cose. Ormai è andata…
- Spostiamoci lì affinchè io possa abbracciarti più forte.
- Ho paura di spostarmi. Qui sto bene. Chiudimi sempre più nel tuo abbraccio protettore.
- Ma, la vita è altro. Non si può stare sempre chiusi in una gabbia difensiva.
- Ho paura. Lo senti?! In strada urlano. Sì è un urlo. Mi angoscia. Quasi un ululato. Mi sembra di vederla quella persona. Stringe le mani intorno al volto e il suo sguardo è perso nel vuoto. Mi entra dentro. Mi fa male. Non voglio più sentirla. Chiudi le imposte. Chi è che urla?
- Sei tu.


**************************

Commenti

Alessandro Cocuzza:  Un quadro nel quadro. Ora abbiamo capito chi è il protagonista dell'Urlo!..
Franco Bianchetto:  alla fine lo morderà
Narcisa Trapani:  Chi è che urla? Sei tu...siii, proprio così, l'urlo anche in questo quadro...le paure dell'inconscio e per quel che appare all'esterno di noi...fantastico! Un abbraccio d'anima.
Arwen Lórien:  è palpabile l'angoscia della mente che cade nel suo stesso vortice...ma poi l'urlo!Sabrina Calvino:  ah, la mamma, la donna, Edipo..... questa musica mi evoca una paura infantile scaturita dal film Disney "FANTASIA", chi lo ha visto può capire di che parlo... (la notte delle streghe con la cima del Monte Calvo formata da Satana chiuso nelle sue ali che si aprono per farlo volare via.... mamma mia che strizza!!)
Luisa Gervasi : Adoro Munch. Splendido dipinto ..un abbraccio carico di sofferta disperazione..dietro la pennellata calda e sensuale si cela il dramma dell’umanità, il suo destino di immobilità e di impotenza, la presenza schiacciante della malattia, della ...follia e della morte, che annientano ogni palpito vitale, che devitalizzano l’uomo riducendolo alla stregua di un corpo esangue.
Impossibile non citare Baudelaire:  IL VAMPIRO O tu, che come un coltello sei penetrata nel mio cuore gemente: o tu, che come un branco di demoni, venisti, folle e ornatissima, a fare del mio spirito umiliato il tuo letto e il tuo regno - infame cui sono legato come il forzato alla catena,
come il giocatore testardo al gioco, come l'ubriaco alla bottiglia, come i vermi alla carogna - maledetta, sii tu maledetta! Ho chiesto alla veloce lama di farmi riconquistare la libertà, ho detto al perfido veleno di venire in soccorso della mia vigliaccheria. Ahimè, che il veleno e la lama m'hanno disdegnato, e m'hanno detto: "Tu non sei degno di venir sottratto alla tua maledetta schiavitù, imbecille! Se i nostri sforzi ti liberassero, i tuoi baci risusciterebbero il cadavere del tuo vampiro."
Candida Alves Dacosta : Sempre le donne...le donne vampire, streghe, sante, angeli, madri, mogli, amanti, combattenti, artiste, parole, silenzi, luce, buio, abbracci...Sembra il libretto di un opera! Vedo... pure le scenografie buie, la musica, e loro che cantano,raccontano, la loro disperazione/ dannazione
Desiree Olmi:  lei lo avvolge,lui si avvinghia,lei lo risucchia,lui la penetra...quasi un travaglio all'incontrario, mi piaceeee!


**********************************************************************************


16: PABLO PICASSO (1881/1973):  Il vecchio ebreo (1903) – olio su tela (125 x 92) – Mosca  Museo Puskin

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=hBY4pKP4oBo (John Williams: Schindler’s List – violin: Katica Illenyi)


(Di nuovo Picasso. Di nuovo il periodo blu)

E’ il 1903. Ma potrebbe essere il 1944/5. Potrebbe essere il 2010.

- Oggi?
- Oggi solo un pezzo di pane. Raffermo. Ne vuoi un pezzo?
- Mangia tu. Io… ormai…
- Quanti bambini hanno portato via?
- Non ne tengo più il conto.
- Ma tu sei ancora qui.
- Me ne vuoi fare una colpa? Che ci posso fare se so parlare la lingua del posto?
- Ne traessi qualche beneficio. Non ti danno niente da mangiare. Hai i vestiti a brandelli.
- Ma per adesso sono ancora vivo.
- Vivo… in questa morte generale.
- Vivo. Finchè rimane un’ultima speranza. Vorrei avere un violino.
- Per farci?
- Vorrei suonare la romanza di Sara. E lei si affacciava nei territori.
- Era bella?
- Bellissima. Ma aveva anche occhi per Mustapha. E non sapeva scegliere.
- E che fece?
- Scelse me. Mustapha venne mandato via prima dal quartiere, poi dal territorio. E i suoi con lui. E io ebbi lei.
- Triste. Molto triste.
- Infatti parlarne mi rattrista. E poi penso spesso al mio rivale arabo. Se avessimo avuto le stesse possibilità chi avrebbe vinto?
- Triste. Ci si scanna fra di noi e non si vede che il nemico è un altro. Quello stesso che ci tiene qui dentro. E si crede superiore a tutte le razze, quella degli ebrei, quella degli arabi.
- Eh sì. Ma la storia così ci ha insegnato. Che vuoi farci?
- Balle.
- Dici bene tu, perché sei giovane. Se avessi visto le cose che ho visto io.
- Le avrei viste e ne avrei tratto una conseguenza che non mi avrebbe fatto fare le cose che avete fatto voi vecchi.
- Ma che ancora oggi si continuano a fare.
- E sì.
- Si avvicina qualcuno. Forse è il mio turno.
- Ciao. Ritorna.
- Spero.


**************************

Commenti

Elisa Magrini:  Picasso. Periodo blu, periodo giovanile, figurativo. Costruzione plastica delle figure, che psicologicamente sono lontane. La figura del vecchio è senza sguardo. Ciascuno può avere la sua risposta interpretativa ed...eventualmente , creativa. Secondo la mia sensibilità, avrei preferito un monologo.
Alessandro Cocuzza : L'eterna vicenda dei vecchi e i giovani; la presenza costante di una donna (anche nel semplice ricordo) come un'ondata di vita; e poi il problema dei carnefici e delle vittime, rapporto che, come a Gaza, spesso si inverte; e, non per ultimo quello di chi, per un motivo o per l'altro, deve subire il dramma della storia... Quante cose concentrate in poche righe !
Marina Toccaceli: potrebbe essere un anno qualsiasi…una terra qualsiasi…la storia che si ripete…la sopraffazione di un popolo su un altro…Quello che più mi spaventa è il non voler ricordare...E’ come se stessimo navigando a bordo di una nave che ci siamo fabbricati nel tempo a forza di cancellazione di memoria…senza piu' alcun contatto con la terraferma del mondo reale e del passato storico…
Paolo Avallone:  Non conoscevo questo dipinto, e d'acchitto ho pensato a un lager... Picasso ha anticipato la storia, per ammonirci. Teniamolo sempre presente, che prima o poi tenteranno di ritornare.
Narcisa Trapani : "Vivo. Finchè rimane un’ultima speranza. Vorrei avere un violino." Il violino che contiene le vibrazioni della vita, la speranza che non muore mentre tutto si fa morire per stupidità e stoltezza nel cogliere differenze...le strutture di morte non naturale, morte determinata che però lascia in questo dialogo una speranza, la speranza che si superi la morte dell'inconsapevolezza umana. Il periodo blu di Picasso precede certa storia che ha macchiato fuori dalla tela la vita stessa...
Sabrina Calvino:  la storia è maestra ma nessuno va più a scuola....
Candida Alves Dacosta:  Ci sarà sempre una bambina con il "cappottino rosso" per raccontare...sta a noi ascoltarla...ma fa male, e noi sfuggiamo il dolore..
Franco Bianchetto:  ...un quadro spettrale..c'è speranza? oh si! Negli occhi del ragazzo c'è.
Grazia Savini:  nella ignoranza artistica sono sempre stata attratta da picasso.forse sono sempre le radici che riaffiorano...nonostante tutto?
Bianca Scalera:  mi sono commossa a pensare che nessuno impara più la storia! Hai ragione potrebbe essere collocato in qualsiasi epoca. La storia non ci ha insegnato niente, si ricade sempre negli stessi errori!!
Candida Alves Dacosta: (TRADUZIONE ARRUGINITA MA UMANA del messaggio i Iljkic Ava-Vela)... forse cosí...: Tutti quelli che amiamo sono sempre con noi, sia che siamo bravi, sia che non  lo siamo. Essere o non essere ( e come essere) .. questa é l'eterna domanda, che ha sempre fascinato quelli che seguono la via spirituale e che seguono/camminano secondo il proprio andamento (musicale)/passo
Luisa Gervasi:  dipinto che mi colpisce nel profondo...azzurro che vira al blu, il colore della profondità, dell’ombra, il colore dello spirito, del pensiero...lo spazio profondo ha questo colore, che poi diventa anche quello del tempo. Tempo e spazio sono inscindibili. Quando io penso al tempo lo penso di quel colore.... anche la tristezza e la sofferenza dei volti sembrano stemperarsi nel blu soffuso del tempo...avvolte nel velo azzurro della memoria.
Annalisa Ravasio:  il violino sa essere struggente a oltranza e guardando questo azzurro sembra che l'arco si strofini direttamente sul cuore..... ritorna.....
Fatiha Dani Levis:  Non conoscevo questo dipinto...Mentre conosco bene la storia che infinitamente si ripete..


**********************************************************************************


17: ANTONIO LIGABUE (1899/1965):  La lotta dei galli (1953) – olio su faesite (85 x 95)

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=cPqwNoROcQA   (Lucio Battisti: Umanamente uomo: Il sogno)
E qui mi voglio soffermare un attimo: ho scelto questa canzone perché erroneamente ho sempre pensato fosse una coda de “La gallina coccodè” (ovvero “Il leone e la gallina”); è un brano che mi fa impazzire, nonostante non conosca benissimo Battisti, ma che m’incute anche… tristezza. Per me, nonostante la scoperta,  continuerà a chiamarsi “La gallina coccodè” !
Inoltre, se volete guardare anche il video è molto magrittianamente bello!!! (qualcuno ne sa qualcosa di più, se è tratto da un film, o cosa?)

Gallo giallo
Gallo verde e giallo
Chioccia
Pulcini
Gallinella sullo sfondo a dx.

Gallo giallo: Arruffa… arruffa
Chioccia: Lasciate stare. Non ne vale la pena.
Gallo verde e giallo: Arruffa… arruffa.
Chioccia: Finirete per farvi male e per cosa poi, per quella sciacquetta.
Gallo giallo: Zitta chioccia!
Gallo verde e giallo: Zitta chioccia!
Chioccia: … e poi toccherà a me rimettere tutto a posto, uova rotte, mangime sparso, pagliuzze ovunque… come al solito… La signorina ha ben altro a cui pensare per potermi dare una mano… ma si sa… io son chioccia… lei è ancora gallinella…
Galli giallo e verde e giallo: Arruffa… arruffa…
Pulcini: Smettetela… smettetela… abbiamo paura.
Chioccia: Li sentite come pigolano queste povere creature. Le state impaurendo! E fate un po’ gli adulti, perdio!
Gallo giallo: Azzitta i piccoli!
Gallo giallo e verde: Falli smettere!
Chioccia: E sì, tanto chi ci deve sempre badare a ‘sti  pulcini. La loro mamma. La loro chioccia. La fate facile voi, mi salite in groppa, zacchete zacchete e poi chi se li deve tirare su… io… e la signorina là in fondo che ne sa dell’esser madre e di che cosa comporta. Ma stia attenta che prima o poi, finite le moine, toccherà pure a lei. E allora non saran più gioie ma solo dolori…
Gallinella: Ma la smetta una buona volta, signora. Non si rende conto di come questi due gagliardi stiano mostrando la loro virilità. Pensi quale orgoglio per me: si stanno combattendo per conquistarmi. Pensi… lei non può certo più ricordare queste cose… signora.
Galli giallo e verde e giallo: Arruffa… arruffa.
Chioccia: Due gagliardi? Ma se son solo due coglioni che sbavano ancora alla loro età dietro una gonnella da strapazzo.
Galli giallo e verde e giallo: Arruffa… arruffa.
Chioccia: … sempre meglio degli uomini… però…


**************************

Commenti


Vittoria Delsere:  Da una balda cinquantenne: gallina vecchia fa buon brodo
Romina Monaldi:  Antonio Ligabue, un altro dei nostri grandi italiani !
Loredana de Zambotti:  arruffa.... arruffa.....;)
Iole Varchetta:  Sempre meglio degli uomini...però!!!
Sergio Valentini:  eh si, meglio degli uomini però...ahah
Pino Contino:  LA LOTTA: DUE GALLI IN LOTTA. IN QUESTA FIGURA...LOTTARE... PER AMARE, QUANDO SI E' IN AMORE !!!
Gino Basilii:  un bel combattimento chi vincerà?????????
Elisa Magrini:  Arte ingenua, fuori dalle scuole, con un suo virtuosismo nell'uso dei colori, degli elementi decorativi. Bello lo spazio che si apre sullo sfondo. A mio pare starebbero bene dei versi descrittivi. Quadro ricco di spunti coloristici e decorativi, che conferiscono agli animali e alla scena un che di fantastico.Suggestiva, la prospettiva dello sfondo.Sarebbe adatto un breve dialogo dai toni fuori della realtà o anche qualche verso descrittivo.
Marina Toccaceli:  Bellissimo Ligabue con i suoi accordi cromatici... grandissima la chioccia!!!… sempre meglio degli uomini… però…!!!
Nicola Simone:  meravigliosa pazzia in una sfolgorante colorazione ...
Grazia Savini:  sono convinta che Ligabue viene valutato pienamente,se lo si è conosciuto,conosciuta la sua storia,sono una sua compaesana,non l’ho conosciuto pers.ma la sua storia è molto conosciuta quì nella bassa reg.
Candida Alves Dacosta:  San Michele aveva un gallo, verde,rosso,nero e giallo e per addomesticarlo li dava pane e miele, San Michele...
bastasse pane e miele per fare venire il sale in zucca a certi galli...
Paolo Avallone:  che colori! e che significati! e i maschi, di qualsiasi natura, ne escono sempre mortificati...
Bianca Scalera: mi è sempre piaciuta l'arte naiv di Ligabue!! Gli uomini sonoo sempre peggio delle bestie (uomini e donne)!!
Sabrina Calvino:  poveri galli, quanta fatica... e se semplicemente avessero chiesto?
Marco Coco:  Per caso uno dei due galli era presidente del pollaio?
Alessandro Cocuzza:  Per essere un naïf Ligabue ha un rapporto con lo spazio che è dei grandi pittori. Normalmente i naives hanno una narrazione giustapposta, elencatoria, quando non trasfigurata nella dimensione del sogno o della leggenda popolare... Per questo aspetto e per il gusto per l'esotico il nostro è più vicino al Doganiere di quanto non lo sia ai naives russi... i vecchi e i giovani ancora una volta a confronto. Qui la logica del vecchio (la chioccia) però è solo relativamente prevalente... l'orgoglio della gallinella è "gallinaceamente" comprensibile. Comunque, d'accordo, sempre meglio loro...
Franco Bianchetto:  chissà se si sino incrociati lui perso tra i campi e l'altro,Dino Campana nel vento a inseguir stelle...
Narcisa Trapani:  Arte spontanea, Ligabue mi fa tenerezza proprio per questo...L'istinto nel pollaio e i discorsi umani che ne fanno invece degli umani involontari.Il naif è così in piena sintonia con il racconto, semplice, diretto, come deve essere per questa immagine. Pulcini e chioccia che evidenzia il suo dissenso in tale baraonda "maschile" nel dimostrare alla gallinella chi è il più virile(ah..beh..) , gli uomini galletti e i galli...meglio gli ultimi decisamente...:-)
Celeste Carvalho:  tanta sensibilità ....sempre meglio degli uomini ...spero davvero!!!...


**********************************************************************************
SU PROVOCAZIONE MATTUTINA DI MARINA TOCCACELI (dal suo Profilo del 15-11-2010):

La finestra disse alla barca: "Smettila di rullare" e la barca rispose: "Apriti più presto, la mattina!" ed il vaso che guardava tutte e due: "Avrei bisogno di un po' d'acqua!".

**********************************************************************************


18: EDWAR HOPPER (1882/1967):  People in the sun (1960)
olio su tela (102,6 x 153,4) – Washington . National Museum of American Art

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=1_cWK7evc5E  (George Gershin: Rhapsody in Blue)

(Non si sa chi è che parla)

- Che farà Enrietta?
- Louise avrà alla fine preso la laurea?
- E’ davvero una bella giornata di pieno sole.
- Spinosa non aveva ragione. Preferisco Heidegger.
- Le quotazioni di quel Turner non fanno altro che deludermi.
- Mi sono venute a noia le operazioni chirurgiche. Mi lascerò morire.
- Ho comprato dell’affettato, volete vi prepari degli hot-dog?
- Mia madre mi obbligava a ripetere l’alfabeto rovesciato.
- Non posso più stare ad ascoltare questo silenzio. E’ toppo chiassoso.
- Arthur mi è entrato in odio. Alla prossima chiederò il divorzio.
- Ho i piedi costretti in queste scarpe. Anche se sono estive.
- Con i sovietici non c’è niente da fare. Non capiscono il nostro sviluppo aziendale. Non trattano.
- Vi piacciono queste sedie con i braccioli? Le ho acquistate ad un’asta. Da Sheridan.
- Vedrai che finirà che mi licenzieranno. Licenzieranno tutti. Ed eravamo così sicuri…
- Devo aggiungere del diluente alla tinta altrimenti rimarrà troppo densa.
- Avete mai notato come le nostre ombre ci sfuggano da sotto le sedie?
- Non ho ancora aperto gli scuri della casa. Siete voluti subito venire qui. Al sole.
- Ho paura della vista di quei monti in ombra. Ho paura della loro lontananza. E niente in mezzo.
- E un modello di Chaparelle. Me l’ha segnalato la mia cappellaia. Georgette.
- L’architetto ha tracciato un patio troppo demarcato.
- Mi ero stufata di esser castana e poi cominciavo ad avere qualche capello bianco.
- Ludmilla non sa più essere quella che era una volta. Anche i bambini ne sono delusi.
- La rilegatura lascia a desiderare. Vedrai che prima o poi si staccheranno tutte le pagine.
- Un cuscino. Avevo chiesto semplicemente un cuscino. Per mia cervicale.
- Sto tutto il giorno seduto. Non anche qui, per favore! Adesso mi alzo e faccio due passi.
- Dennis chiede sempre quando si passerà da lui. Io, in verità, non ne ho poi tanta voglia.
- Bisogna ricordarsi di riscuotere dal sig. Hopper. Anche la staticità va retribuita.
- Di quante lettere è composta l’incomunicabilità?


**************************

Commenti

Loana Salierno:  sembra un dialogo di Ionesco! borghesi annoiati, ognuno solo con le proprie parole...
Alessandro Cocuzza: Un Hopper prima o poi me l'aspettavo.
... "Ho i nervi a pezzi stasera. Sì, a pezzi. Resta con me.  / ...Parlami. Perché non parli mai? Parla.  / A che stai pensando? Pensando a cosa? A cosa?
Non lo so mai a cosa stai pensando. Pensa."  / Penso che siamo nel vicolo dei topi  / Dove i morti hanno perso le ossa.  / "Cos'è quel rumore?"  / Il vento sotto la porta.  / "E ora cos'è quel rumore? Che sta facendo il vento?"  / Niente ancora niente.  / E non sai  / "Niente? Non vedi niente? Non ricordi  / Niente?"  / Ricordo Quelle sono le perle che furono i suoi occhi.  / "Sei vivo, o no? Non hai niente nella testa?"  / Ma 0 0 0 0 that Shakespeherian Rag...  / Così elegante  / Così intelligente  / "Che farò ora? Che farò?"  / "Uscirò fuori così come sono, camminerò per la strada
"Coi miei capelli sciolti, così. Cosa faremo domani?  / "Cosa faremo mai?"  / L'acqua calda alle dieci.  / E se piove, un'automobile chiusa alle quattro.
/ E giocheremo una partita a scacchi,  / Premendoci gli occhi senza palpebre, in attesa che bussino alla porta.
Quando il marito di Lil venne smobilitato, dissi -  / Non avevo peli sulla lingua, glielo dissi io stessa,  / SVELTI PER FAVORE SI CHIUDE
/ Ora che Albert ritorna, rimettiti un po' in ghingheri.  / Vorrà sapere cosa ne hai fatto dei soldi che ti diede  / Per farti rimettere i denti. Te li diede, ero presente.  / Fatteli togliere tutti, Lil, e comprati una bella dentiera,  / Lui disse, lo giuro, non ti posso vedere così.  / E io nemmeno, dissi, e pensa a quel povero Albert,  / E' stato sotto le armi per quattro anni, si vorrà un po' divertire,  / Se non lo farai tu ce ne saranno altre, dissi.
Oh è così, disse lei. Qualcosa del genere, dissi.  / Allora saprò chi ringraziare, disse, e mi guardò fissa negli occhi.  / SVELTI PER FAVORE SI CHIUDE  / Se non ne sei convinta seguita pure, dissi.  / Ce ne sono altre che sanno decidere e scegliere se non puoi farlo tu.  / Ma se Albert si sgancia non potrai dire di non essere stata avvisata.  / Ti dovresti vergognare, dissi, di sembrare una mummia.  / (E ha solo trentun anni.)  / Non ci posso far niente, disse lei, mettendo un muso lungo,  / Son quelle pillole che ho preso per abortire, disse.  / (Ne aveva avuti già cinque, ed era quasi morta per il piccolo George.)  / Il farmacista disse che sarebbe andato tutto bene, ma non sono più stata la stessa.  / Sei davvero una stupida, dissi.  / Bene, se Albert non ti lascia in pace, ecco qui, dissi,  / Cosa ti sei sposata a fare, se non vuoi bambini?  / SVELTI PER FAVORE SI CHIUDE  / Bene, quella domenica che Albert tornò a casa, avevano uno zampone bollito,  / E mi invitarono a cena, per farmelo mangiare bello caldo -  / SVELTI PER FAVORE SI CHIUDE  / SVELTI PER FAVORE SI CHIUDE  / Buonanotte Bill. Buonanotte Lou. Buonanotte May, Buonanotte.  / Ciao. 'Notte. 'Notte.  / Buonanotte signore, buonanotte, dolci signore, buonanotte, buonanotte. ...  T.S.Eliot, "La terra desolata"  (non è la traduzione di Mario Praz, ma...)
Fabrizio Tripoti Meraviglio quell'Eliot.
Vittoria Delsere:  dialogo alla Ian McEwan di Chesil Beach. Il registro borghese ti viene meglio di quello popolano....il peso della cultura libresca...
Fabrizio Tripoti : media borghesia (e che ce voi fa'...) illuminata a fianco del proletariato
Vittoria Delsere:  Illuminata di certo se è vero che le idee illuminanti sono le idee della classe illuminata! Voglio dire , anche quando la notte struscia contro i vetri
Giuliana Albarella:  Meraviglia...lo adoro...(Hopper) ma io amo il mare...da emigrante guardo i monti...ma e' il meno...
Romina Monaldi:  Di lui è stato detto che sapeva " dipingere il silenzio "....
Marco Coco: Tra musica è dialogo fa molto upper class...
Pino Contino:  NEL GUARDARE LE IMMAGINI DI QUESTO QUADRO E LEGGENDO LA LOCANDINA E ASCOLTARE IL SOTTO FONDO MUSICALE, MI MEDESIMO IN QUELL'UOMO CON L'ABITO GRIGIO. E MI GODO LA CIRCOSTANZA, DA CASA MIA NELLE BELLE GIORNATE VIVO DI QUESTE REALTA' TEMPO PERMETTENDO...DAL MIO TERRAZZO HO LE ALPI CON IL MONVISO, TI LASCIO IMMAGINARE IL PANORAMA DELLA MIA REATA'.
Alberto Muneratti : credo che quell'uomo con l'abito grigio sia proprio Edward Hopper...
Sabrina Calvino: hai reso … l'idea del vuoto fisico e intellettuale...
Caterina Licheri: ‎...Di quante lettere è composta l’incomunicabilità?...Forse ognun per sé?^__^♥
Franco Bianchetto: se non per l'epoca e i vestiti la posa mi ha ricordato i test atomici di Alamogordo..
Loana Salierno: come ho già scritto nell'altro commento questa scena mi ricorda il teatro dell'assurdo di Ionesco: la borghesia pigra, annoiata, tutta intenta ad ascoltare solo la propria voce... praticamente sola
Narcisa Trapani : Impenetrabilità e assenza, realismo in immagini apparentemente immobili, quasi statiche,Hopper e la distanza tra gli individui colti in un momento che rimane quel momento e la dice lunga sull'incomunicabilità, ma non smentisce il primo assioma del comunicare ..non si può non comunicare...e comunicano ciascuno nel proprio mondo pur essendo nello stesso posto...asciutto e unilaterale il pensiero di ogni soggetto come deve essere la lettura di questo dipinto
Pino Contino: P.S. : IN QUESTO PIANETA TERRA; ESISTONO LE DARSENE. IN QUESTO OCEANO DI DARSENE NE' ESISTE UNA. LA DARSENA DELLA TRASPARENZA CHE E' QUELLA DELLA DELLA COMUNICAZIONE.
Paolo Avallone: non sono d'accordo con gli altri; non vedo incomunicabilità. Un gruppo di amici che si riposa, ammira il panorama, e quello dietro che spiega ciò che si vede. Vedo il bicchiere mezzo pieno?
Luisa Gervasi : Angoscia rassegnata. ..i personaggi bloccati in un fermo immagine che li sorprende nell'intimità di uno sguardo assorto o di un'apparente conversazione, appaiono sfuggire l'uno all'altro schiacciati da un'opprimente incomunicabilità che li... immobilizza e li rende estranei anche al mondo che li circonda. Ma quello che maggiormente viene messo in evidenza dalla loro staticità , spoglia di qualsiasi di tensione è la rinuncia e la conseguente accettazione di quel senso di isolamento , materializzato in solitudine a cui sembrano condannati.
Siamo soli. E' un fatto indiscusso.Per entrare nel mondo dell’altro e viverlo insieme è necessario saper comunicare; ma il comunicare è un’arte che si apprende mettendosi in atteggiamento di ascolto. Ma nessuno ha la pazienza di ascoltare, specialmente oggi in cui tutti hanno molto da" fare" e poco da comunicare.
Candida Alves Dacosta  (TRADUZIONE del Messaggio di Iljkic Ava-Vela) Spesso con la mia famiglia o amici osserviamo dal mio balcone le affascinanti Alpi e osserviamo tutto i cambiamenti delle stagioni dell'anno... naturalmente quando non c'è nebbia... questi sono i momenti più belli...l'esperienza è sempre diversa e siamo molto grati al cielo ed al tempo in questi giorni. questo quadro mi ricorda solo di scrivere questo.. ( Traduzione molto al volo....)
Ada Di Lorenzi : Fiumi di parole che non comunicano..........atmosfera fredda e manichini irrigiditi ed annoiati...............

**********************************************************************************


19: TONINO RICCI  - (?)

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=WXRPLrk6wgg   (Fiorenzo Carpi: Tema inizale di “Pinocchio” di Luigi Comencini)


- Mastro Arrigo, quando me la riparate la sedia?
- Compare Mingo, ma non vedete come mi ci siedo sopra. Ormai è perfettamente incollata.
- Se lo dite voi.
- E’ roba fine. Che vi credete che ci ho perso la mano?
- Siete sempre stato un gran Maestro. E lo siete tutt’oggi.
- Piuttosto, compare Mingo, che miscela vi state pippando?
- E’ roba fina. Mastro Arrigo. Me l’ha portata mio nipote dalle Scozie.
- Ha un ottimo profumo. Mi lascerà tutta la bottega odorosa.
- Ma ditemi un po’, la sedia quando sarà pronta?
- Ci potrei saltare sopra. Guardate come ve l’ho riportata a nuovo. E’ pronta da esser portata a casa.
- Se lo dite voi.
- Ci ho lavorato tutta la notte. Pensate che abbia perso l’arte?
- Siete sempre quello che eravate in gioventù, un ottimo Maestro Artigiano.
- Ma ditemi un po’, compare, è una pipa nuova quella che avete in mano?
- No è la solita. Lo sapete che ci ho messo dentro? Un tabacco scozzese. Me l’ha regalato mio nipote. E’ da poco tornato dalle Scozie.
- Buono. Buono veramente. Ci voleva un po’ di pipa per nascondere l’odore di colla della mia bottega.
- A proposito della vostra bottega. Quando me la finite la sedia?
- Eccola qui. Ci sto seduto sopra per provarla. Ma è pronta per esser portata via.
- Se lo dite voi.
- Sono sempre il vostro Mastro Arrigo. Che vi credete?! Che siccome son vecchio non so più lavorare?
- Giammai mi permetterei. Vi ho sempre molto stimato.
- Sono contento della vostra stima. Ci tengo molto a voi. Siete un bel signore. Alto, elegante. Con la vostra bella pipa sempre in bocca.
- Vi piace? E’ il solito modello. Ci sono affezionato. Ma piuttosto che ne dite di questa nuova miscela che sto provando? E’ roba scozzese. Sapete… mio nipote viaggia.
- Quanto profuma di buono. Aspettate che spando il fumo nell’aria. Qui è tutto odore di solo legno, colla e pece.
- Grazie, grazie, Mastro Arrigo. Ma ditemi un po’ della sedia che vi ho portato a riparare due giorni fa, è pronta?


**************************

Commenti

Pino Contino: ‎...IL RACCONTO DE TRE SORDI,CHE NON VOLEVANO SENTIRE MA CAPIVANO. IN QUESTA IMMAGINE DEI DUE VECCHIETTI: SENTONO CAPISCONO MA' PER AMORE DI CONVERSAZIONE. LA SEDIA SARA' PRONTA DOMANI !!!
Marina Toccaceli :….mi infonde tenerezza ed emozione questo dialogo…sarà che nutro un amore particolare per gli anziani …li vedo come un patrimonio inesauribile di esperienza,di saggezza,di ricordi…da proteggere,da coccolare... C’è una bellissima poesia di Yeats che voglio citare…
I VECCHI CHE SI AMMIRANO NELL'ACQUA: Ho udito i vecchi, i vecchissimi, dire: / “Tutto muta, / e a uno a uno noi scompariamo “.
/ Avevano mani simili ad artigli,  / e le ginocchia contorte come i pruni antichi. / Presso le acque / ho udito i vecchi, i vecchissimi, dire: / “Tutto ciò che è bello trascorre via / come le acque “.
Alessandro Cocuzza:  Mancavano solo i registri colto e solenne ufficiale, ma vista la situazione si capisce... Ah,ah,ah!
Ivana Ficarra:  che tenerezza. la musica è perfetta... io ho sentito il profumo del legno, e del tabacco scozzese e della barba del falegname, deve essere uguale all'odore che aveva la barba di mio nonno quando ero piccola...
Sabrina Calvino: vorrei invecchiare così.......
Loana Salierno:  dovendo scegliere, punto sul secondo dialogo, il concetto è lo stesso ma lo trovo più "veritiero"; mi dà l'idea dei tempi andati, della concretezza dei tempi andati anche se più che un dialogo tra un artigiano del legno e un visitatore-cliente il quadro mi suggerisce un incontro tra vecchietti conoscenti amichevoli che in un pomeriggio qualunque in un paese qualunque discutono piacevolmente, ben vestiti, scarpe lucide, berretti indossati...
Alessandro Cocuzza:  Aggiungo a ciò che ho detto sopra che, raccontando la stessa situazione attraverso tre registri, secondo me hai voluto cogliere l'amichevole sfida lanciata da Vittoria Delsere in un tuo commento al dialogo che accompagna il quadro di Hopper. Ho letto bene?...
Fabrizio Tripoti : AHI AHI AHI lo sapevo che quei puntini (...) avrebbero portato incomprensioni alla lettura... Per me, non sono tre situazioni differenti ma sempre lo stesso momento attuativo con tre brevissime pause (non so, forse per mettersi a posto la dentiera...) e poi i nonni ripetono quasi le stesse frasi dimenticando di averle dette prima. Il mio non vuole essere un quadro/discorso sul "rincoglionimento" senile, ma come da queste... arterioscleramnesie ... si possa ricavare lirismo e poesia. Ad ogni modo, ragazzi, la lettura (e le interpretazioni) è LIBERA!!! Più LIBERA è, meglio è!!! E dobbiamo sempre continuare a "lottare" per garantire la LIBERTA' della lettura e delle interpretazioni!!! Sono andato a rileggere il commento di Vittoria su Hopper. Borghesia. Media borghesia. Borghesia illuminata. Piccola borghesia. Artigianato. Proletariato. Pensionati... povero Marx (Groucho)!!!
Candida Alves Dacosta: Tenero!...il tempo si stringe e diventa circolare...l'importante sono gli affetti. Basta una pipa, una sedia, il profumo di buon tabacco per sentirsi vivi....
Alessandro Cocuzza: Mi era parso di cogliervi una differenza di registro. Mi sono sbagliato! Interpretazione libera fino ad un certo punto... Grazie!
Candida Alves Dacosta : E Buon Vecchi tempi...L'esperienza, la saggezza, la dolcezza, che specialmente gli anziani possono dare. Mi ricorda delle sedie della mia infanzia, della pipa di mio nonno...
Sergio Valentini : Gli anziani colgono le dimensioni parallele alla fine della vita ecco perchè ripetono in moto circolare...
Narcisa Trapani : La sedia, l'artigiano, la pipa, il compare...memoria recente che si permette di far ripetere più volte un discorso, questo il punto più evidente e significativo...dimenticare da un momento all'altro e ritrovare qualcosa da dire,che la memoria remota non si dimentica mai...c'è tutto quello che fa di due uomini in avanti con le lune...un quadretto semplice e straordinario; raccoglie in poche cose il passato e il presente, lento, tanto lento da poter parlare a lungo di ciò che al momento si coglie malinconicamente.L'aroma del tabacco della pipa sembra di sentirla, miscela scozzese...le piccole armonie, due anziani e le sedie e il tempo...passato, che passa, lento, lento...la musica trattiene i due uomini e racconta di loro...lentamente...
Iole Varchetta:  ...mi piace questa musica dolce che accompagna la scena del dipinto...che bella....mi fa pensare un po' alla mia infanzia ...facendomi ricordare l'impagliatore di sedie e che giravano per le zone chiedendo se si dovevano aggiustare le sedie...si dovrebbe ritornare ai tempi di una volta...così il riciclo dei materiali diventerebbe esiguo rispetto alle montagne di prodotti usa e getta!!!
Bianca Scalera:  … questa volta molto più significativo… , vedo la vecchiaia rappresentata in questi due personaggi che ripetono sempre le stesse cose!! Molto teneri....
Stefania Leonina Cardini:  Anche a me ha dato l impressione che fossero due signori che facevano due chiacchiere.. hanno le scarpe troppo lucide x essere artigiani : comunque i quadri parlanti sono sempre molto godibili


**********************************************************************************


20: GIORGIONE (1478/1510):  La tempesta (1507/8) – olio su tela (83 x 73) – Venezia. Galleria dell’Accademia

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=bbRGKDm-ffA   (L.v.Beethoven: Sinfonia n°7)

Dedicata al caro amico Gino Basilii che mi ha suggerito la colonna sonora e mi ha inviato la seguente richiesta: adeguaci un quadro a questa sinfonia maestrale, io ci vedo una giornata d'autunno con tuoni, saette e lampi oppure un mare in tempesta”. Ed io l’ho voluta buttare un po’ sul divertente, risfoderando il gramelot (napoletano con due, tre paroline venete)
NB: Ad un certo punto avevo inserito la parola “razzismo” ma da una ricerca ho avuto conferma che la parola non esisteva certo nel ‘500 veneziano!

- Signuri’ che fate?
- Ma tu mica ghe s’è de qui?
- Io, sungh’e Napule.
- Ciò, e cosa ci fai a Castelfranco?
- So nu suldate mercenario. Piuttosto voi, signuri’ ca ffate così discinta?
- Ma non lo vedi, soldatino, allatto il pupo.
- E c’era bisogno di spogliarsi ignuda?
- Qua ghe semo solo tu ed io. Avaria qualche cosa in contrario? Ti schifo?
- Pe’ carità, signuri’ voi m’aggradate. Ma la morale… io so nu suldate…
- E allora vatti a riparare che sta per piovere. Non vedi i lampi? Ghe s’è ‘na vera e propria tempesta.
- Signuri’, ma siete proprio sicura di sentirvi bene?
- Mai stata così…
- E lu guagliuncello?
- Tira il latte che è una meraviglia.
- Strano, qualcuno m’aviva ditte: in mezzo au prato truverai… la carità.
- Giusto. Mi son Armida detta La Carità.
- Ma chille là avuliva dicere: la carità cristiana.
- Me despiase de averti deluso. Qui ghe s’è solo mi.
- Un altro diciette: tu sei ciele, issa è ‘a tierra.
- E chi ghe s’era ‘sto scienziato?
- Lascimme perdere. Tutti commilitoni. Poi un altro, na specie ‘e mago: in lei tu troverai i 4 elementi alchemici.
- Ihi… li conosco ‘sti tipi.
- Ancora: io sung’Adame e vui site Eva.
- E con questo? Che vorresti fare?
- O santiddio, voi m’avete fraintese…
- Mo te lo dico io: tu sei un po’ troppo moretto per essere un soldato, anche se napoletano.
- Mica ce l’avrete con la gente nera di pelle?
- No, ma ghe s’è ora che vi calmiate. Non potete migrare dove volaria.
- E quante storie signuri’, pensate a far ciucciare il pupo e poi rivestitevi. Per creanza.
- Mamma mia che lampo.
- Ocche paura! Rivestiteve. Signuri’!


**************************

Commenti

Elisa Magrini:  Giorgione è un pittore grandissimo. " La tempesta " toglie la parola.
Pino Contino:  IL SOGGETTO QUADRO : IL CONNUBIO DEL PANORAMA CON LA SUA NATURA, COME UNA MAMMA CHE ALLATTA IL SUO BAMBINO IN NATURA. MI PIACE IL SOLDATO; COMUNICATIVO E PROTETTIVO !!!
Elisa Magrini: Giorgione è un pittore grandissimo. Le sue opere, e " la tempesta" in particolare, lasciano senza parole.Migliore di ogni cosa, dinanzi ad un'opera d'arte, il silenzio.
Luisa Gervasi:  … quest'atmosfera di quieta e sognante bellezza...Un natura da "sentire" con l'anima più che da vedere con gli occhi.
Narcisa Trapani:  Dolce dialogo, la creanza che è tutta relativa al contenuto di ciascuno, il soldato che si sorprende dinanzi all'ignuda che allatta il pupo, questione di ruoli e di preconcetti...direi anche attuale come significato, così vedo e così interpreto il tutto, la tempesta che arriva da lontano come un avvertimento lieve, non si scompongono più di tanto i soggetti.


**********************************************************************************

21: JAN KNAP(1949) (?) (Chrudim – ex Cecoslovacchia)

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=Rdk6P2ts3H4 (Cafe del Mar: remix Erik Satie: Gymnopedie n°1)

Il maschietto: Suona angeletto.
La femminuccia: Non sono un angeletto. Sono soltanto una bambina prodigio.
L’adulta (forse la mamma): La, la, la , ra, ra, la, la, la, ra.
- Ma guardati in giro. Dici di non essere un angeletto… ma se questo è il paradiso!
- Sarà il tuo paradiso. Io ho ben altre attese dalla vita.
- Ma come fai a dirlo. Senti, gli animaletti parlano…
- Io non li sento, e se poi cominciassero a parlare, mi girerei dall’altra parte.
Il somarello: Non mi chiedete di parlare perché oggi non ne ho proprio voglia.
Il coniglietto: Sono due giorni che ho le tonsille infiammate. Anch’io desisto.
- E le nostre candide vestine?
- Sei in osso duro. Non mi coinvolgi in questa tua pappetta teologica.
- Hai perso ogni poesia.
- Forse non l’ho mai avuta. Sono troppo piccola.
Il cesto di frutta: Affrettatevi a tornare a casa, vogliamo diventare marmellata.
L’albero da frutta: Ben detto. E guardate già quante me ne sono cadute in terra. Inservibili
- Prega con me.
- Scusa. Se fossimo veramente in paradiso, che bisogno avremmo di pregare. I giochi sarebbero fatti.
- Dai ti prego fai uno sforzo. Guardati intorno. Nella natura troverai la verità.
- Per trovare la verità mi basta scorrere le corde della mia chitarrella. E sentirne sotto le dita la melodia.
L’innaffiatoio: Avrei una certa urgenza di esser riempito. Mi sento un po’ a secco.
Le ombre: Abbiamo freddo. Siamo sempre in ombra. Avete niente da coprirci. Ci basta anche una sciarpa.
- Le senti? Ascolti? Ti sembra naturale?
- Le mie orecchie, seppur d’infante, hanno già inteso ben altro. Non mi meraviglio più di niente.
- Sono scoraggiato. Quasi desisto.
- Lascia stare. Siamo ancora troppo bambini. Il paradiso ce lo costruiremo con le nostre mani.
Il minuscolo uccellino: Io vi dirò semplicemente: pio…pio. Oppure se meglio vi aggrada: cip… cip.


**************************

Commenti

Giuliana Albarella:  M'immalinconisce ma e' naif...grazie
Romina Monaldi: Si è malinconico ma nella giusta maniera ... bello, trasmette sensibilità e tranquillità !
Iole Varchetta:  Tenero quadro familiare...lo sguardo protettivo della mamma!!!
Alessandro Cocuzza:  Trovo per certi versi inquietante questo dialogo tra i due bambini. Nemmeno quella degli animali e degli oggetti mi sembra, poi, una dimensione tanto edenica e naive...
Loana Salierno:  un quadretto di serenità idilliaca sostenuta da un dialogo per me un po' inquietante; la musica di Satie effettivamente aleggia sull'insieme. Mi ricorda le figure che rallegravano il sussidiario delle elementari di una vita fa!
Alessandro Cocuzza : Magari saranno i pensieri dei bambini: mi sembra però che parlino troppo da grandi, soprattutto la bimba ("Non mi coinvolgi in questa tua pappetta teologica"). Quest'ultima poi mi sembra un po' smaliziata e non solo perché "ha ben altre attese dalla vita" e il paradiso se lo vuole costruire con le sue manina ma soprattutto perché le sue "orecchie, seppur d’infante, hanno già inteso ben altro. Non mi meraviglio più di niente".
Poi il somaro non vuole parlare perché non ne ha voglia, il coniglietto da due giorni ha le tonsille infiammate, l'albero ha la frutta per terra "inservibile", l'annaffiatoio si sente a secco e le ombre hanno freddo. L'unica nota idillica è quella (guarda caso!) dell'adulta e dell'uccellino. Ci vorrebbe una lettura psicanalitica... Ma magari mi saranno sfuggite tante altre cose.
Antonella Tremante: ‎"Non mi coinvolgi in questa tua pappetta teologica"...  , non conoscevo l'artista.
Romina Monaldi:  A parte il dialogo, io rimango del parere che il quadro in se trasmetta delle sensazioni ed emozioni positive... ed esso quindi essendo il soggetto principale ...
Paola Gabellini: quadro idilliaco bambina pestifera...  
Giuliana Albarella: ...non capivo...salvo solo l'asino placido e il verde
Fatiha Dani Levis: A me piace il coniglio e le mele,poi se altri pensano che siano ciliege,bene per loro. Sta di fatto che il quadro a risvegliato la voglia di parler.
Sandra Leig :....Una grande famiglia riuniti serena e felice in paradiso ....
Massimo Trequattrini: ‎...incantamento,stupore e bellezza nell'Arte dei semplici!!!
Patrizia Raffaele: bello il quadro,i dialoghi un po’ meno,la bimba troppo disincantata e fredda,non corrisponde all'immagine del quadro.
Fabrizio Tripoti:  Che roba, ragazzi!!! E' che ho scatenato???!!! Sono contento quando si creano palestre di discussione e capannelli. Oltretutto, tra amici (anche se di FB!!!). Amo i naives, li amo da sempre. Riescono a penetrarmi nei sentimenti più profondi... e "bambini". Secondo me il ceco (o slovacco?) KNAP non è un naive. Casomai un illustratore per l'infanzia. Anche gli altri suoi quadri sono pieni di angeletti e dolci infanti. Ma c'è sempre un adulto di contrasto. E non ritenendolo naive gli ho voluto costruire intorno un dialogo non naive. Anzi un po' spocchiosetto. L'elemento che mi ha provocato il tutto è stata la chitarrella. Quasi anomalamente posta tra le braccine della piccola. Non poteva perciò che essere una "enfante prodige" e così l'ho trattata. L'altro pupo era troppo angelico, bisognava un po'... scalfirlo. La mamma rischia di essere un "ebete" sillabatrice di note. Gli animaletti e gli oggetti mi sono serviti da provocazione. Insomma non sono stato... buonista. Lo so. Di solito non lo faccio. Ma non me ne pento. Riflette un mio particolare stato d'animo del momento? Forse. Non credo. No... Ma non sono pronto per gli... strizzacervello. Brrrrr!... La vera forza è quella dei puri di cuore.
Pino Contino : ALLORA : IO PINO CONTINO DA: BAMBINO PER LA FESTA DEI MORTI CHE IN SICILIA SI USAVA, MI HANNO REGALATO UNA : CHITARELLA PICCOLA PICCOLA E IO STRAMBELLAVO E UNA PICCOLA FISAMORNICHINA CHE IO SUONAVO. TUTT' ORA SONO ESPOSTI SUL MIO ARMADIO COSA CHE OGNI TANTO SPOLVERO. ORA IL QUADRO E IL SOTTO FONDO MUSICALE MERITANO IL MASSIMO RISPETTO. ADESSO SONO MODERNO E DICO....OK!!! ... PERO' IL MIO ANIMO DESIDERA DIRE CHE : CU'...SA'...SENTI SRINGI I DENTI...E' SENZA...OK !!!
Loana Salierno :anche per me c'è questo ritorno all'infanzia, vuoi per il soggetto, vuoi per questa "scrittura" naive di un mondo bucolico che "sembrerebbe" estinto, vuoi perché ricorda certe vecchie cartoline d'auguri, pasquali e non, che ripercorrono le stesse strade di quest'artista polacco a me, fino ad oggi, sconosciuto
Bianca Scalera: è vero qualcuno ha detto che la bambina è troppo saccente, ma se dici che è un'enfante prodige, allora va bene!!
Ada Di Lorenzi:!....Adoro i colori del dipinto, la musica......ehm........la bimba un po’ .
Sabrina Calvino: LSD??? :))
Franco Bianchetto: togliendo:la donna,i due bambini,la panchina,il cesto e l'innaffiatoio resterebbero un ciuchino che non ha voglia di parlare,un coniglio con la tonsillite e la musica della natura... da un momento all'altro mi aspetterei Shrek :-)) .‎.. ho dimenticato l'uccellino...o è già volato via??
Elena Mori: E' il mondo dei bambini pieno di fantasia e poesia... ho la fortuna di viverlo quotidianamente avendo una bambina piccola....
Candida Alves Dacosta : che dire? Mi piace questa atmosfera di dibattito vivace sull'arte e la sua interpretazione.Gente varia ed interessante si aggira da queste parti .Non conoscevo il pittore; la musica sí e mi piace. Mi piace il testo contrappunto dissonante all'immagine/musica(??). Come diceva Pessoa: Il poeta é un fingitore..."  A proposito: che cosa ha la mamma in mano?? Sarebbe interessante riuscire a capire cos'é...sembra qualcosa di estraneo al quadro..guardate...Che cosa vi sembra? Mi sta ossessionando.. Poi gli "enfant prodige"... soffrono e sono soli, perché capiscono oltre e perché spesso non hanno una vera e propria infanzia, da loro si pretende solo l'eccezionalità del risultato e non gli si permette di vivere la propria età, in questo senso la bambina potrebbe essere abbastanza credibile… Pio, pio mi ricorda la Pecora nera( sempre animali) di Ascanio Celestini, bello, ma...colpo allo stomaco...Pio Pio Pio
Loana Salierno: è vero, è bello questo dibattito, ti fa scoprire cose, interpretazioni, suggestioni diverse e anche artisti nuovi, come questo Jan Knap (ceco e non polacco come pensavo) assolutamente inedito; questa piacevole discussione, mi ha spinto a conoscere meglio questo artista, a "origliare dietro i suoi quadri sconosciuti".
Fabrizio Tripoti : La mamma in mano? Un taglierino? uno schiaccianoci? una piccola chiave inglese? qualcosa di attinente alla musica? un registratorino? un cadenzometro (non un metronomo!)? una miniborsetta? un pela o sbuccia mele? (o un panetto di tnt. poi m...i dite che sono cattivo...).  Ah Fernando Pessoa de Lisboa: "Il poeta è un fRiGgitore"...
Candida Alves Dacosta: Un cell? per parlare direttamente con Dio??? Mi piacerebbe sapere cos'é, tutto qui. Secondo me é importante. In un quadro cosí angelico e tenue...guarda bene....  Friggitore??? ...che dissacrante...Fabrizio Tripoti (SOLITA TRADUZIONE DI MESSANGER di Iljkic Ava-Vela): due bambini piccoli, la tenerezza di una madre..." "tutto è un bel tramonto con il suono occasionale del ritmo..."
Luisa Gervasi:  Rimpianto per il paradiso perduto ...
Anna Varchetta: ‎....ogni giorno in un mondo.... fatato!!!
Narcisa Trapani: Un discorso da adulti, linguaggio crudo, fatto di stereotipi attuali, disincanto di fanciullezza rubata si può dire....nessun sogno da sognare...è ed è così, attuale e artefatto appositamente. Un quadro candido apparentemente, ma che smaschera il luogo comune che si affida ai personaggi.
Fatiha Dani Levis:  Oh..alla fine l'usignolo il più piccolo et le plus éffacé,fa sentire il suo dolce canto...
Caterina Licheri: E' veramente un "ALTROVE!


**********************************************************************************


in collaborazione con Raimondo Raneri

22: RENATO GUTTUSO (1911/1987): La “Vucciria” (1974) olio su tela (300 x 300) – Palermo, Palazzo Steri 

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=09TgsSYvU8c  (“Malarazza” nell’interpretazione di Giulia Tripoti e Luna e Laltri – Il video non è dei migliori ma la passione e qualità è tanta. Mi si scusi la “paterna personalizzazione” )

Ha collaborato con me in questa impresa “guttusiana” il caro amico palermitano Raimondo Raneri, grande conoscitore dei dialetti e dell’etno/antropologia quotidiana della sua meravigliosa città. Mi ha tradotto squisitamente ciò che avevo elaborato rendendolo in un palermitano (lingua non scritta ma orale) pieno di musica, odori ed umanità. Grazie.

Dall’alto in basso, da sinistra a destra.

1° uomo, con basco, di spalle, quasi nascosto di fronte al banco delle banane:
Maria, sto facendo tardi. Lo so che mi stai aspettando a casa con i bambini. E ti stai domandando che fine abbia fatto. Ma non voglio che mi vediate così ciuccato di vino. E ho paura di farvi del male. Tanto male…
(Maria, taiddi staju faciennu . U sacciu ca m’aspietti a casa ch’i picciriddi. E t’addumanni chi fini fici. Però un vuogghiu ca’ mi viriti accussì allitrato j’ vinu. Mi scantu ca’ vi struppìu. Assai…)

2° uomo con i capelli dritti, di fronte al banco della frutta:
 E’ inutile che penso a che frutta scegliere. Per me siano pere, mele o arance, fa lo stesso. Cosa m’importa? Tornerà a casa e non avrò comprato niente di quello che mia moglie mi ha commissionato. Ho la testa troppo piena di problemi. Che mi farà Turi quando non riuscirò a restituirgli i soldi?
(E’ nutili ca piensu a’ frutta c’accattari. Pi mmia o’ pira, o’ mele, o’ aranci, u stissu è. Chi ‘mpuittanza havi? Minni ritoinnu a casa senz’accattari nienti j’ tuttu chiddu chi mi rissi me’ mugghieri . Haiu a tiesta troppu china ri finnicii. (Bedda matri!) Chi mi fa Turi quannu sapi ca un ci pozzu rari i picciuli ca mi pristò?)

Ragazza bionda di fronte al banco della frutta:
Tonino domani non verrà. Lo so. Me lo sento. Mi son data tutta a lui. Senza freni. Senza pudore. E lui che ha fatto?! Dopo avermi angustiato per mesi mi ha visto cedere. E adesso? Lo scopriranno, prima o poi, i miei, sono sicura. E se non mi vengono le prossime mestruazioni? Voglio andare dalla comparella Nunzia oggi stesso a domandare casomai sul cosa da farsi…
 (Tonino rumani un bieni. U sacciu. Mu sientu. ‘Ncucciavu cu iddu. Senza frieni. Senza dignità. E iddu chi fici?Mi ‘ncuitò misi e misi e cidivu. E uara?(Bedda matri)… i mia u scoprinu, prima o duappu, sicura nni sugnu. E s’un mi viennu i mestruaziuani? Minn’agghiri nne me cummari Nunzia steinnata a dumannaricci zoccu e’ ffari…)

Signora anziana con sacchetto in mano, tra i banchi di frutta e salumi:
Sono stanca, ho i piedi gonfi e non so nemmeno se riuscirò ad arrivare a casa. Chiamerò i  miei figli e come al solito non scenderanno ad aiutarmi. E dovrò farmi i soliti maledetti cinque piani a piedi. Con tutte le buste. Tanto c’è mia moglie! Tanto c’è mamma! Non ce la faccio più. Sono stanca.
(Stanca sugnu, haiu i piari vunci e un sacciu mancu sidd’arriniesciu a’rrivari a casa. Ora chiamu e’ me figghi e o’ sualitu un scinninu a’iutarimi. E mme ffari cincu piani a ppiaeri. Cu tutti sti sacchitieddi. Chiddu rici …tantu c’è me mugghiaeri! L’avutru rici..tantu c’è mme matri! Un cià fazzu cchiù. Stanca sugnu.)

Primo venditore, di tre quarti (vende salumi e  frutta):
Quando arriva quello del pizzo? Volevo lasciare Ninetto ma, quello, si sarebbe messo paura. Non sai mai chi è che viene. Io li so subito prendere per il loro verso. Li rabbonisco. Mi ci faccio pure due risate insieme. E poi… mi tiro da parte e glieli metto direttamente nelle saccocce. Ninetto si sarebbe cacato sotto. Anche se gli raccomando sempre di star tranquillo… di pazientare… che così va la vita… che così è sempre andata…
(Quannu arriva chiddu ru pizzu?Ci vuleva lassari a Ninetto ma, chiddu, s’avissi scantatu. Un si sapi mai cu è ca vieni .Iu j’ sacciu pigghiari…J’ caimmu. Mi ci fazzu puru quattru risati…E poi …n’appaittamu e ci mettu i picciuli direttamente nna sacchijetta. Ninetto s’avissi cacatu in ‘capu. Ciù ricu siempri j’ stari tranquillu, cuijetu…accusì va a’ vita…accussì a’ gghiutu siempri…)

3° uomo, con la camicia bianca, di spalle, davanti al banco della frutta:
Questa deve essere quella che è andata con Tonino. Me l’ha detto ieri al bar. Era un osso duro ma alla fine Tonino ce l’ha fatta. E che femmina, ha detto Tonino. E adesso sai che faccio?! Ci provo anch’io. Zitta coscienza! Ho moglie e figli, ma l’uomo siculo sempre uomo ha da essere! Adesso attacco: signorina…
(Chista av’a iessiri chidda ca’ s’innìu cu Tonino. Mu rissi aijeri o’ bar. Era un ossu ruru ma alla fine Tonino ci’a fici. Minchia ra fimmina!... rissi Tonino. E ora chi fazzu? Tentu puru iu…Cuscienza zittuti….Haiu ‘na mugghieri, i me figghi…ma u masculu siculo sempri masculu è! Ora accuminciu…”Signorina…”)

2° venditore (vende pesce):
Gliel’ho tagliata io la testa a questo fetuso. E’ uno dei pesci più grandi che abbia mai visto. Il compare mi ha chiamato: ti vendo questo ma voglio vedere come gli tagli la testa, qui davanti a me. Quasi una sfida. Il coltello a serramanico si storceva. Ho solo questo, in tasca! Stuccagli la testa altrimenti non te lo vendo. E alla fine ha ceduto. Bravo picciotto, ha detto il compare. Adesso pagami il resto del pesce. La testa e la spada te le regalo…
 (C’ià tagghiavu iu a tiesta a stu fitusu.  E’ u pisci cchiù granni ca nna me vita unn’he vistu mai. Me cumpari mi chiamò: ti vinnu chistu, ma vogghiu viriri comu ci tagghi a tiesta, cca..ravanzi a mmia…Mi sfirò…U cutieddu a serramanicu si tuiccieva. Haiu sulu chistu na sacchijetta! Tagghiacci a tiesta vasinnò un tu vinnu. E a finuta…cidìu…Bravu picciuattu, rissi me cumpari…Ora pagami u riestu ru pisci. A tiesta e a spada t’arriàlu..)

4° uomo con la giacca e il dolcevita giallo, tra i banchi di pesce e formaggi:
Che femmina! Mora! E con le gonne corte! Mi mandi il sangue alla testa. Ma calmo, debbo star calmo. Qualsiasi  mossa storta che faccio posso compromettere la prossima azione. E i picciotti non me lo perdonerebbero. Non debbo pensare alle femmine, all’alcol, altrimenti mi trema la mano. E la pistola, come ho rischiato l’ultima volta, potrebbe farmi di nuovo cilecca.
 (Minchia ra fimmina! Scura! A’ gonna cuitta! Mi fa acchianari u sangu ‘ntiesta. Caimmu statti…caimmu ha stari…Zoccu fazzu un si po’ ffari…i picciuatti un ma pijddunanu…Unn’ha pinzari e’ fimmini, a’ biviri, vasinnò mi triemanu i manu. E a pistuala vasinnò un spara cchiù…)

Donna castana, di profilo, che sceglie formaggi:
Questo sarà più di sapore forte? O quest’altro sarà più piccante? Domenico lo vuole di sapore deciso, i bambini invece lo desidererebbero di sapore dolce. Ma Domenico dice che più il formaggio sa di merda e più fa gli uomini forti. Contenti loro. A me il formaggio non piace. Né forte, né dolce. Mi sa che mi compro una mozzarella e me la mangio da sola all’angolo prima di arrivare  a casa.
 (Chistu av’ar’avìri un sapuri chhiù fuaitti? O chist’avutru…mi pari chhiù piccanti?Domenico u vuali sapurusu, i picciriddi u vuannu cchiù dduci…ma Domenico rici ca chiossai u caciu fa ciavuru i mieidda, chiossai rinfuaizza i masculi. Cuntenti iddi…A mmia u caciu un mi piaci…né fuaitti, né dduci. Talè, quantu m’accattu ‘na mozzarella e ma manciu sula a’ cantuniera, prima r’arrivari a’ casa.)

3° venditore (vende formaggi e salumi):
Guarda che femmina! Ma che la guardo a fare, tanto quando mai si fileranno uno sgorbietto come me?! E il padrone che mi dice sempre: devi pensare solo a vendere il formaggio, non devi pensare ad altro e se non me lo vendi tutto son botte! E togliti dalla testa le femmine. Pensa solo a guardare il banco e gli incassi, che nessuno te li rubi. Ieri avevo qualche lira in meno e mi ha dato il bastone sulle spalle. Se me le tocco mi fanno ancora male.
 (Minchia talìa chi fimmina! Sé, va be’, ma c’a talìu a fari, tantu quannu mi talìanu…a unu comu a mmia…? E u patruni ca mi rici siempri: a’ pinzari c’a bbinniri u caciu, u capisti? Unn’ha pinzari a avutru e su un mu vinni ti scannu! E levatilli in’tiesta i fimmini. A’ pinzari sulu o’ vancu e o’ guaragnu, senza faritilli arrubbari. Aijeri avieva quacchi lira mienu e mi rasti un coippu j’ lignu ‘ncapu e’ spaddi. Si mi tuaccu, mi struppianu ancuara.)

Donna di spalle vestita di bianco, con il saccheto in mano, tra i banchi di pesce e ortaggi:
Non ce la faccio più con tutti questi occhi addosso. Mi frugano nelle vesti. Mi bruciano. Mi alzano le sottane. Mi violentano, ad ogni passo. Cosa ci posso fare se sono nata femmina ed anche bella? Basta! All’inizio mi facevano piacere ed indugiavo. Adesso mi fanno male perché sono sguardi prepotenti ed oltraggiosi. Mi lasciano senza alcuna dignità!
 (Un ci à  fazzu cchiù cu tutti sti uacchi in capu. Mi spogghianu nura, m’abbrucianu, mi isanu a sottana, mi violentanu, a ogni passu. Chi ci pozzu fari si nascivu fimmina e puru biedda?Baista! All’iniziu mi facevanu piaciri e ci à filava. Ora mali mi fannu, picchì sunnu taliati prepotenti e offensivi. Mi sentu senza dignità!)

Il garzone di macelleria:
Quanta forza ci sto mettendo a squarciare le carni di questo bue. Ma il coltello lo vorrei ficcare nella pancia del padrone. Per come mi sfrutta. Per come mi fa fare questi lavori atroci, tutto il giorno, per due lire. E con lui glielo ficcherei nella pancia del compare, che ieri ha umiliato mio padre davanti a tutti e gli ha detto: Tuo figlio non è un picciotto d’onore, non pensa mai alla famiglia e tiene idee strane in testa. Papà mi dice sempre: sopporta… così è la vita… e sempre è andata così. Ma io dico: Papà, basta! Può cambiare!
 (Minchia quanta fuaizza ci staiu mittiennu pi’ spaccari j cainni j stu vitieddu. Però u cutieddu ci l’aviss’appizzare nno stamacu ru principali…pi cuamu mi sfrutta…pi cuamu mi fa travagghiari, tutt’ajnnata pi ddu liri…E ‘nzemmula cu iddu ciù chiantassi nna panza j so’ cumpari, ca aijeri affinnìu a mme patri ravanz’a tutti ricennucci: To’ figghiu unnè picciuattu r’onuri, un pienza mai a famigghia e avi a tiesta sballata. Me patri mi rici siempri…suppuaitta…a vita è chista…e sempri r’accussì u munnu a gghiutu…ma io ricu: Papà, baista! Po’ canciari!)


**************************

Commenti

Raimondo Raneri:  ...grazie per l’approccio alla mia terra serio, concreto, reale...lontano e scevro dai luoghi comuni...
Anna Varchetta: ‎...sono appena entrata anch'io... in questo mercato...fra la musica, i sapori e i colori!!!!!!!!:-)) Bellissimo!!!!:-)
Bisclavret Torrarmata Aimone: Oh, Santa Maria dei Macelli!
Giuliana Albarella: Vucciria..eros...mio humus di partenopea complice!!
Marina Toccaceli: …Guttuso che mi fa impazzire…Ma io Palermo LA AMO…E' nel mio... cuore da molto tempo…Raimondo che ha collaborato lo può confermare…ho appreso molto dalla sua e altre amicizie palermitane…persone con un cuore straordinario.Ho conosciuto l’anima dei siciliani…ne apprezzo continuamente lo sforzo ed il coraggio…e soprattutto la grande sensibilità… Questo quadro è stupendo.I suoi colori sembrano voler uscire fuori…i profumi della terra,disposti ad opera d’arte sui banchi,aleggiano nella mia stanza...i dialoghi animano i personaggi...credo che la Vucciria sia uno dei tesori di Palermo e anche se son passati anni dall'impronta sulla tela e il mercato forse non ha più lo stesso aspetto,Guttuso ne ha impresso per sempre il suo valore! A Raimondo un abbraccio forte e carico di affetto…con un saluto particolare alla sua terra,la splendida Sicilia...con la quale da tanto condivido battaglie perché anche se a volte ci sentiamo soli,in realtà non lo siamo mai!!! Siamo in tanti a non aver mai sepolto la nostra coscienza!!!
Fatiha Dani Levis: Capisco la meta di quello che e scritto,forze dovrei ritornare ad una scuola italiana per stranieri...pero il quadro non ha bisogno delle miei parole..Potrebbe essere dovunque dalle caraibi al nord africa...CHE VITA...
Nicola Simone: è bellissimo questo affresco di vita reale....
Iole Varchetta: Mmmmm....sapori e colori!!!!
Fatiha Dani Levis: Ho un po’ esagerato...la deliziosa mortadella non si adisce al Nord Africa...I colori SI
Gino Basilii: E’ molto bello ,il mezzo agnello sembra che sia vivo e che esca dal quadro
Romina Monaldi: Guttuso è stato il portavoce più incisivo di una giovane generazione di artisti che avevano sviluppato una notevole avversione per la politica e la cultura del regime fascista.
Loana Salierno "...La Vucciria, quantu rigordi arruspigghia, quantu genti  / s’allattaria ‘ntra la testa, unu a unu comu pupi di carrettu  / li putissi pittari: pisciaioli, carnizzeri, putiari… / trasennu di S. Duminicu la prima tappa era Lucchese  / un tempu, lu me...gghiu gilataru di Palermu: c’era sempri  / di fari la cuda e a tempu di fistinu ci vuleva lu pizzinu!..."  (Lina La Mattina). Un breve stralcio da una lunga poesia dedicata alla Vucciria che avrebbe bisogno dell'amico siciliano per meglio gustarne i piccoli particolari.
Ivana Ficarra: mi è venuta nostalgia della mia terra...
Paolo Avallone: … anticipata l'atmosfera natalizia, chissà perchè! Già sento gli odori, rumori, la cosiddetta " ammuina" dei mercati rionali di Napoli. le sporte di pesce, di verdure, e poi la ciotolona con la mozzarella! Che nostalgia, mannaggia.
Anna Rita Favaloro:  il più bel quadro di Guttuso (x me) pieno di colori e profumi....
Franco Bianchetto:  per quel che conta,a me il quadro non piace… L'idea della traduzione è eccellente.."il cielo sopra Palermo"due angeli che ascoltano i pensieri delle persone..la musica poi rende perfettamente l'atmosfera.e già son dentro al quadro
Bianca Scalera:  Potrebbe anche essere un mercato napoletano, con le voci che si sentono da tutte le parti, è un quadro fatto di pensieri che si affollano!grazie e credo anche io che sarebbbe piaciuto, il tuo racconto fatto di pensieri..., al Grande Guttuso; la musica poi è particolarmente adatta alla confusione di un mercato!!!!
Alessandro Cocuzza : Assolutamente in sintonia pensieri e immagini, perfetta la traduzione. Mi è piaciuto molto anche il finale con quelle parole di speranza ("Papà mi dice sempre: sopporta… così è la vita… e sempre è andata così. Ma io dico: Papà, basta! Può cambiare!"). Sperando sempre che il garzone della macelleria, schifato, alla fine non faccia come il Candido di Sciascia. Non so se è una caratteristica di noi siciliani (è un luogo comune!) ma, ogni volta che guardo questo quadro, anche a me capita sempre di essere attratto dalla bella ragazza di spalle (naturalmente, incontrandola, non la metterei a disagio...).
Narcisa Trapani : Guttuso (non lo preferisco confesso..), il suo raccontare una realtà particolarmente tangibile quasi scontata, la Vucciria e i suoi colori, i personaggi intrisi di sicilianità tra i banchi che hanno moltitudini di roba e confusione di grida... e voci...qualche speranza da contenere purtroppo...vecchio mondo che sembra rimanere immutato... Traduzione perfetta…
Ada Di Lorenzi : Ora accuminciu;... Tutto azzeccatissimo, grandioso il dipinto.......(non mi piace però il bue&l'agnello.....troppo veri e respingenti for me....) La donna vestita di bianco mi fa venire in mente Monica Bellucci in "Malèna" di Giuseppe Tornatore........ha la stessa prorompente fisicità...........inoltre, il film è ambientato proprio in Sicilia...........
Sabrina Calvino:  ma davvero è ancora così che dobbiamo vedere la sicilia?Non mi piace...è come una sconfitta (mi riferisco al commento, il quadro è bellissimo)

**********************************************************************************

23: JOAN MIRO’ (1893/1983): Blu III  (1961)

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=6wPT_POnhGo  (Nel blu dipinto di Blu – Volare di Modugno/Migliacci – alla fisarmonica)


Il filo o linea distorta: Io sono il filo o linea distorta e a me è legato indissolubilmente il punto rosso.
Il punto rosso: Io sono il punto rosso dove termina il mio filo o linea distorta.
Il punto nero: Io sono il punto nero che sottesta, ma non sottostà, al tuo filo o linea distorta se non a te.
Le sfumature: Noi siamo le sfumature rossastre e biancastre sparse un po’ qui, un po’ lì.
Il quadro: Io sono il blu dipinto di blu. Nient’altro.



**************************

Commenti

Alessandro Cocuzza:  Perciò, il punto rosso sta sopra ma non sovrasta... Ma nel blu dipinto di blu chi può dire chi sta sopra o sotto?!...
Romina Monaldi:  Lui odiava la pittura convenzionale... e quest'aspetto è evidentissimo nella sua arte!
Anna Varchetta:  ‎...il colore della spiritualità!!!!! Bello!!!
Bisclavret Torrarmata Aimone:  ed anche il colore romantico della lontananza e del tendere verso l'infinito
Romina Schillaci:  andare avanti con chiarezza..............lasciando alle spalle...piccoli momenti bui.......perchè i immenso ci circonda sempre....
Giuliana Albarella: Mi perdo...mare,universo della mia testa e di Juan...grazie,uomo adorabile!!!!!!
Lupo Di Mare: Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me...
Loana Salierno: come è seducente Mirò con la sua simbologia, il suo tratto allegro ed evanescente; lieve e altrettanto seducente il dialogo
Bisclavret Torrarmata Aimone: KANT KE TI PASS!
Romina Monaldi: Si questo mondo è seducente !
Sandra Leig:  Semplice, ma ha una presenza notevole!....
Paola Gabellini:  speriamo che il punto/ nero non risucchi il puntino rosso che sta volando via!
Gino Basilii:  non tutti i gusti sono alla menta io ne capisco poco di quadri se anche non mi dice più di tanto però é un quadro che ognuno di noi ci vede quello che sente in quel momento che lo guardi i due punti ,due poli contrapposti che si attraggono ma non s’incontrano.
Paolo Avallone: … mi hai fatto vedere il cielo azzurro, che avevo dimenticato, qui a Milano. Il quadro mi ricorda quando ero bambino, e giocavo con gli aquiloni. Chissà se Mirò ci ha giocato....
Elena Mori: E' molto rilassante sereno...perfetto per iniziare felicemente una giornata...
Lucia Tombari: l'arte è universale ma ora questo mirò è un po’ anche mio
Franco Bianchetto: Joan Mirò era un grande alchimista,un distillatore di stili..in ultimo era diventato essenziale,come un bambino o un vecchio saggio monaco zen perso nei colori del Mediterraneo..ehi,s'è capito che mi piace??
Narcisa Trapani:  Nel blu dipinto di blu..aria, spazio per volare in questo dipinto di Mirò, adoro Mirò....le sue alchimie che fanno espandere l'anima...sebbene il punto rosso sia legato ad un filo, ed è quel filo che trattiene da qualche parte...il punto nero vaga e osserva come fosse spettatore e nulla più. Si possono dare parecchie interpretazioni, ma va bene così, poche parole per lasciare libertà di volare in quel blu infinito...
Toufic Koleilat manca la manina di un bambino di colore ma che si veda solo la manina che fa volare l'aquilone nel cielo blu dipinto di blu...."EYE in the SKY"
Candida Alves Dacosta: Adoro Miró . Fare parlare punti e linee...
Luisa Gervasi:  Stupendo ! Adoro il blu , non tanto come-meraviglioso- colore , quanto come un certo sentire...
Iole Varchetta:  Il blu è un colore che riempie tutto ciò che è aria ...cielo ..mare...è il mio colore spaziale...grazie!!!!
Salvatore Sidoti: prima pittore realista, poi surrealista,,,,,maximo artista che aveva sperimentato il «quadro-poema».......cioè l'iscrizione diretta sulla tela di qualche frase poetica ...........tra i suoi consueti asterismi......Forme in completa libertà, né astratte, né figurative, neanche «simboliche» nel senso comune del termine, si muovono su di una superficie ove è scomparso ogni effetto prospettico,,,,,,,,
Fatiha Dani Levis:  Lilith  disse....La tache noire
Alessandro Cocuzza : Mirò ha una dimensione latino-mediterranea e una astratta, entrambe di matrice surrealista.


**********************************************************************************


24: PIETER BRUEGEL IL VECCHIO (1525/1569): La parabola dei ciechi  (1568)
Tempera su tela (86x154) - Napoli, Galleria Nazionale di Capodimonte

Colonna sonora consigliata:  http://www.youtube.com/watch?v=jMLnBU8U-hM  (G. de Machaut vers. R. Luciani: “Chanson Baladée- esec. Araba Fenice)

1° cieco: Fammi strada, che è successo lì davanti?
2° cieco: Non ti scostare troppo con ‘sta spalla!
3° cieco: Sarà caduto qualcuno. Aho, incespico, anch’io sto per cadere…
4° cieco: Ehi, se cadi tu, ci porti tutti appresso.
5° cieco, tra sé e sé: E’ caduto, ora se ci riesco, faccio finta di aiutarlo a rimettersi in piedi e gli prendo la sacca…
6° cieco: Aiuto, c’era un sasso, tiratemi su.
Tutti insieme: Aiuto, aiutateci, siamo dei poveri vecchi ciechi…

Il pittore: Dov’è finita la mia sacca dei soldi? Non fai in tempo a dipingerli che subito se ne approfittano…


**************************

Commenti

Luisa Gervasi: “E quando un cieco ne conduce un altro tutti e due cadranno nel fosso". Scena cruda e drammatica mentre il paesaggio, accordato su delicati toni cromatici, ed il sottofondo musicale quasi gaio e conviviale fanno da contraltare alla processione umana che si avvia ad una miserabile fine, quasi come estranei testimoni della vicenda. Senza direzioni, senza vista, senza guida. Ciascun cieco è guida del cieco seguente, e seguace del cieco che precede. Semplicemente si segue il flusso. Ciecamente, appunto. E la fine, non può che essere quella.
Giuliana Albarella: Mi fa' pensare agli amministratori napoletani...manca la munnezza...grande il fiammingo
Fatiha Dani Levis: politicamente corretto..si adisce a una certa repubblica delle Banane
Bisclavret Torrarmata Aimone: Altro pittore fra i miei preferiti. Vuoi forse dirci che nel paese dei ciechi l'orbo è re? Quando l'arte si fa rivoluzionaria di per sè e senza bisogno di messaggi
Pavan Giorgio: l'accostamento con la chanson (solo ascoltata) prende per mano la mente e la porta quale spettatrice protetta alla visione dell' opera nel suo momento di vita, movimento, quale attrice meglio che spettatrice; la porta ad essere occhi di bruegel, emozione provata...
Alessandro Cocuzza:  Formidabile Bruegel il Vecchio! Questo quadro (come altri suoi) è una pagina da grande storico della vita quotidiana. Amo i fiamminghi, meno dei nostri contemporanei ma comunque tanto. Anzi li trovo spesso più interessati a rappresentare la società e la storia contemporanea di quanto non lo siano i nostri, più legati a temi religiosi o a quelli della politica ufficiale. Anche questa tua metalettura picaresca che coinvolge l'ignaro pittore...
Stefania Leonina Cardini: Nei quadri di Bruegel affiorano sempre le nostre paure archetipiche... un grande filosofo oltre che artista
Marina Toccaceli : Vivo praticamente…  in un museo…quadri che emettono suoni…personaggi che dialogano…tutti lì in fila che attendono il proprio turno…inizio al mattino assaporando la tela che a sera varcherà le porte di fb…è …un modo di interpretare l’arte per quello che ci suscita al primo impatto…Bruegel lo adoro,mi sono sempre piaciuti i fiamminghi…il quadro di stasera è come una metafora che mi conduce inevitabilmente al presente…in fila,uno appoggiato all’altro,seguiamo il flusso… ciecamente appunto…senza domandarsi neanche perché…fare quel che fanno gli altri anche se può essere folle…e terribilmente distruttivo...
Paolo Avallone: Buona giornata a chi vede, chi non vede,e a chi fa' finta di non vedere! Il furbetto del quartierino esiste sempre, anche Bruegel se ne era accorto.
Loana Salierno:  una parabola senza età che ben si addice ai tempi attuali; se la guida è affidata a un cieco, quando cade gli altri gli vanno dietro: quadro pofetico? reso ancor più attuale dalla furberia di alcuni.....
Bianca Scalera: Grande parabola: ciechi che si lasciano trascinare da ciechi, e poi la sacca dei soldi sparita; sembra proprio il mondo presente!
Candida Alves Dacosta : "Cecità" di Saramago.... Tutto ha inizio con uno scatto del verde al semaforo quando il conducente di un automobile non riesce a partire perchè è diventato improvvisamente cieco. Questo è il primo caso ma in breve tempo l’epidemia si espande fino ad arrivare a livelli inimmaginabili. Tutti si ammalano tranne una donna…
Narcisa Trapani : Uno dietro l'altro, un cieco dietro l'altro a guidare..così si cade nel tranello del non "vedere" , facile il parametro da inventare in tale metodo, tutti in fila si può controllare meglio...chè il furbo arriva sempre a cogliere al volo l...'occasione... Bruegel il vecchio e i fiamminghi, c'è molto da pescare nelle loro tele.
Salvatore Sidoti: ‎.....forse l'ultimo quadro....così va' il mondo .... ciechi che guidano ciechi, il primo finisce nella fossa e gli altri lo seguono....Gli uomini si guardano gli uni con gli altri per decidere la direzione del proprio comportamento e la mandria si mette in moto convinta che è quella giusta........
Fatiha Dani Levis: Les moutons de Panurge..Rabelais
Patrizia Raffaele: sin da bambina sono stata attratta dai quadri di Bruegel,ancora oggi mi affascinano e mi inquietano.


**********************************************************************************


25: JACK VETTRIANO (1951):  A very married woman

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=K48qSWDnwlE (Air del Bijoux apres Faust de Gounoud – interpr. “Bianca Castafiore/Hergé)

- Non mi guardi neanche più.
- Sei tu che non mi ti fili.
- Una volta bastava che sentissi il profumo delle mie braccia scoperte…
- Non vedi come mi hai distrutto…
- Eppure sono ancora giovane e bella. Guardami nello specchio…
- Non ho nemmeno il coraggio di alzare la testa.
- Slacciami il reggiseno.
- Lasciami stare… non infierire di più.
- Ecco che fai. Stai tutto il giorno in canottiera con quella cicca spenta in bocca.
- Mi ci hai ridotto tu.
- Che cosa vuoi di più. Hai una bella casa. Un moglie giovane e bella. Almeno accendi il camino.
- Si crepa di caldo. Starò male…
- La malattia ce l’hai dentro. Ti consuma e ti corrode…
- Lasciami stare. Passa il tuo tempo a specchiarti. A rimirarti bella in quello specchio… e non ti crucciare per me.
-  Ah! Rido… di vedermi ‘si bella in questo specchio (dall’aria dei Gioielli del Faust di Gounod)


**************************

Commenti

Alberto Muneratti:  Un Hopper iperrealista.
Giuliana Albarella:  Ritratto di stasi in un interno...lui la ama...forse pensa solo al mutuo da pagare....
Marina Toccaceli : …Vettriano e le sue donne sensuali…le sue tele sempre avvolte da un calore,ricche di luci e ombre…mi è sempre piaciuto molto questo pittore e credo che oggi sia quello vivente più venduto e riprodotto nel mondo.Vorrei darti una doppia lettura…...E’ certamente un amaro dialogo quello scritto ma…prevedibile…un classico finale quando la scelta privilegia essenzialmente l’aspetto fisico a quello interiore…donne che “fanno perdere la testa” in tutti i sensi…e triste è accorgersene quando forse ormai è troppo tardi…quando si è irrigidito qualcosa dentro e quindi incapace di essere nuovamente sensibile…..... Ma potrei anche in un certo senso “giustificare” le parole della donna addossando tutte le responsabilità a questa società attuale che le fa prevalere in questa veste…e tante di loro purtroppo hanno abbracciato inconsapevolmente la loro mercificazione …mentre quelle che schivano certi modelli,che sudano,faticano e riempiono degnamente la loro giornata non vengono considerate oppure nascoste tra veline e cronaca nera…ed è soprattutto triste constatare che anni di lotta per le conquiste di diritti fondamentali,frutto peraltro di sforzi congiunti, stiano sfumando così…ma non perdo la speranza che qualcosa cambi in fretta perché voltandomi so di poter contare su un nutrito gruppo di donne che come me MAI perderanno la loro forza di combattere!!!... una frase della mia amatissima Anna Magnani,donna vera…“Le rughe non coprirle che ci ho messo una vita a farmele venire.”…
Romina Monaldi:  Descrive benissimo una delle tante classiche scene da matrimonio o vita di coppia ormai senza più passione, nè voglia di riscoprirsi ancora una volta !
Bisclavret Torrarmata Aimone: ‎"Signora Robinson, lei sta cercando di sedurmi"
Daniele Maice V:  Che cosa stupenda la schiena di una donna. Come è disperato il disinteresse di quell'uomo che se ne rimane indifferente nei propri pensieri e nella propria disperata solitudine.
Romina Monaldi: La particolarità di questo pittore è l' erotismo romantico che scaturisce dai suoi quadri ...
Loana Salierno:  due solitudini, due mondi distanti e indifferenti, un passato comune troppo lontano per riuscire a farlo rivivere, tentativi inutili di ricostruire un vissuto ormai andato; tanta amarezza in quella stanza dove il vuoto dell'anima la fa da padrone
Paola Gabellini: siamo sicuri che lei non sia l'amante... e lui non sia disperato di dover tornare a casa da una moglie che non ama, ma che non se la sente di lasciare?
Pino Contino:  L' UOMO IN VECCHIA...PRIMA !!!
Fabrizio Tripoti : L'argomento è difficile. Di passi indietro emancipativi, purtroppo, ne sono stati fatti. Una realtà "machista", purtroppo, si sta riaffermando. C'è complicità e acquiescenza giovanile anche se con evidente plagio. Ma almeno continuiamo a lottare per i diritti delle donne acquisiti con tante battaglie. Almeno quelli. Tutto il resto, purtroppo, è... papy !!!
Giuliana Albarella:  Non facciamo di un quadro una fiction o un reality...rispettosi comunque dell'immaginazione al potere...notte
Romina Schillaci  lei attratta da se stessa........lui.....imprigionato dai suoi pensieri..dove la comunicazione non è corrisposta........se non da se stessi....................
Paolo Avallone: è un deserto emozionale tra 2 persone che non hanno più nulla da dirsi?
Alessandro Cocuzza:  Quest'ultima opera mi sembra di gran lunga superiore alla precedente. Vettriano mi piace ma con molte riserve... Ha ragione Alberto Muneratti a definirlo un Hopper iperrealista; ma Hopper rappresenta il clima esistenziale della sua epoca, quella de "I sicari" di Hemingway, Vettriano è un manierista che ha ricreato un'atmosfera noir da età del jazz che oggi ha poco senso...
Luisa Gervasi : La morte nell'amore: "Guarda,l'eterosessuale che si sposa è come uno che diventa prete: fa voto di castità ma senza saperlo fino a tre,quattro, cinque anni dopo (....) . Nel migliore dei casi pensano stoicamente,sì,capisco che in questo matrimonio prima o poi dovrò rinunciare al sesso,però lo faccio per avere altre cose più preziose. Ma capiscono a cosa rinunciano? essere casti, vivere senza sesso, bè come digerirai le sconfitte, i compromessi, le frustrazioni? (...) Il sesso non è semplice frizione e divertimento superficiale. Il sesso è anche vendetta sulla morte. Non dimenticartela, la morte, non dimenticartela mai. Sì, anche il sesso ha un potere limitato. So benissimo quanto è limitato. Ma dimmi,quale potere è più grande? " (L'animale morente, P.Roth) . A proposito della colonna sonora : bastaaaaa con la donna sedotta e abbandonata, peccatrice e redenta....
Fatiha Dani Levis:  Et maintenant,que vais-je faire de tout ce temps qui m'indiffére...Il quadro è splendido ma la situazione mi lascia completamente indifferente...l'unica cosa che potrebbe stimolare la mia fantasia è  lo SPECCHIO e il ROSSO..Mah...
Sandra Leig:  Un matrimonio in crisi, è triste solitudine!.......
Narcisa Trapani:  le convenzioni e il non guardarsi più, lui che rimane in se stesso, in un buio che non ha ritorno...lei che recrimina, è già finita, questa la realtà che emerge anche dal dipinto, non basta la schiena della donna, non basta più rimanere in uno stato irreversibile...così la vedo…  il silenzio che non ha più ritorno...non facile leggere nella verità di qualcosa di convenzionale che muore, serve il coraggio per comprendere la verità....
Candida Alves Dacosta : Lei potrebbe rispondergli come Ella Fitzgerald: "Now you say you're lonely / you cried the all night through / but you can cry me a river / cry me a river / ...'cause I cried a river over you".  Vettriano, ..ma ci pensate? Un autodidatta che ha imparato a dipingere leggendo nei libri e copiando i quadri che vedeva...
Stefania Leonina Cardini:  Vettriano mi piace molto per il suo immaginario legato al cinema, soprattutto i film noir, l’abbinamento con la musica e' interessante, altrimenti in alternativa qualcosa di jazz anni 40
Pavan Giorgio:  struggente, la sensazione del vuoto e dell' inutilità dell'azione in quanto tale...

**********************************************************************************


26: EDGAR HILAIRE DEGAS (1834/1917):  Repasseuses (1884/6) olio su tela (76x81,5) – Paris, Musée d’Orsay

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=WUUC7Z3aaqo (E.Pottier: La Commune n’est pas morte – interpr. G. Montero)

- Loulu, un altro sorso?
- Mimi, guarda come ti sei ridotta!
- E che debbo fare Loulou?
- Ce n’è da fare. Se vuoi.
- Con la vita come la facciamo noi. Meglio un bel bicchiere!
- E così fai il gioco loro.
- E di chi?
- Di quelli che ti vogliono povera, sfruttata e… sempre sbronza.
- E chi sarebbero.
- Non li vedi Mimi? Ce li hai di fronte. Dietro il bancone della cassa.
- Chi? Madame Pouvet?
- Sì, Mimi, lei e quelli come lei. Sempre pronti a dire, guardate come si riducono quando hanno due lire in mano…
- Due lire? Quando le vedo. E poi è meglio spenderle in un buon rouge che in medicine.
- Lo sai che si dovrebbe fare, Mimi? Quando usciamo, andare alla Ligue…
- Da quelli? Parlano… parlano e mi annoio… e non offrono mai da bere…
- Sì ma hai visto quante madri, quante mogli ci sono con i loro mariti…
- Beate loro. A me Antoine pensa solo a picchiarmi… E sta buono solo quando gli offro un bicchiere…
- Contenta tu.
- E che altro potrei fare?
- Ormai, forse, non più niente… Ma io sai che faccio, oggi alla Ligue ci vado proprio.

M.me Pouvet: Ragazze stirate! Stirate! Non state a chiacchierare! Galline!


**************************

Commenti

Candida Alves Dacosta:  Le Repasseuses e la Comune, povera Mimi,.. ma per ogni Mimi c' è una Loulou ( speriamo che la comune n'est pas morte!)
Giuliana Albarella:  Era il tempo dell'assenzio...sfruttamento...donne,bambini ed animali...solo nobili o cortigiane se la potevano passar meglio...
Marco Coco: Una scena dritta da un romanzo di Zola
Pino Contino: ‎...MIMI...NELLA SUA REALTA' : MITICO...PERSONAGGIO , COME...MAMI...PERSONAGGIO MITICO NEL FILM...VIA COL VENDO!!!
Loana Salierno: sempre attento Degas a cogliere con sguardo bonario e tenero la fatica della povertà (Loulu), l'allegra sfrontatezza (Mimi)...
Romina Schillaci:  il dovere trasformato con le proprie forze......in un secondo piacere..............dove questo piacere porta il giusto rilassamento....accompagnato da un caldo bicchiere............dove al termine posso dire.....sono soddisfatta..............
Daniele Maice V:  Mimi canta, e si intona la voce, con la mano a conchetta ascolta la sua potente voce resa dolce dal vino rosso. Loulu lavora e ascolta. Le due cose non vanno per forza in conflitto. La fatica, il piacere, la distrazione e la concentrazione possono essere contemporanee e complementari, anzi lo dovrebbero essere! Mimì e Loulu contano qualcosa solo se rimangono unite, noi valiamo qualcosa se combiniamo la nostra pazzia col nostro impegno, la nostra fantasia con la responsabilità.
Caterina Licheri:  Meno male che son state più Loulou che Mimi...Dovremmo ricominciare con la conta...
Alessandro Cocuzza : La metropoli si inventa nuovi mestieri per venire incontro alle esigenze della borghesia. Circa quindici anni prima della Comune, la Gervaise Macquart di Zola, la madre di Nanà, apre una stireria in rue de la Goutte-d'Or...
Franco Bianchetto:  Jean Valjean solo un ricordo sbiadito;i miserabili,quelli ci sono sempre,anche la Rivoluzione è passata...quello che ancora non sanno è che alla stazione di Parigi una locomotiva arriva lanciata a bomba contro l'ingiustizia come fosse cosa viva
Alessandro Cocuzza: Dopo il '48 ormai la borghesia ha perso la spinta progressista e assume posizioni sempre più conservatrici se non addirittura reazionarie, sposando la politica di Napolene III a favore del grosso capitale e delle banche... (come se fosse oggi!) Sì, certo, c'è anche Marx...
Franco Floris:  tra l'altro, una tecnica innovativa, accattivante e con un'ampia prospettiva di crescita: interpretiamo i quadri, scriviamoci sopra e attorno storie, dialoghi e interpretazioni....
Narcisa Trapani : E' la sorte del popolo proletario che viene annientato, coloro che si perdono dietro lo sfruttamento, quelli che stanno in un bicchiere ad annegare la loro miseria voluta e accresciuta da una borghesia sempre più ghiotta di guadagni, immedesimata nel capitale....poi le donne, quelle che non hanno nemmeno la fortuna di essere amate, la violenza che le opprime, l'accettazione più o meno passiva della loro condizione, qualcuna si consola a guardare la vita delle altre, qualcuna beve le due monete guadagnate. Degas e i pastelli che rendono di più, si avvicina al realismo,le stiratrici si parlano e non hanno remore nel dirsi del loro essere il niente tra il padrone e il mondo che va avanti, il mestiere che nasce da ogni prospettiva possibile.
Bisclavret Torrarmata Aimone : Invierò un commento molto impopolare: non sopporto gli impressionisti e non è un' "insopportazione " che viene dalla sfera affettiva, ma motivata. Però sullo stesso tema del lavoro da sottoproletariato urbano delle donne vi segnalo Die Bueglerin (la stiratrice, non conosco il titolo originale francese nè quello italiano) di Degas, presso la Neue Pinakothek Muenchen. Notevole il tentativo quasi cinematografico-cubista di rendere il movimento della medesima e il volto realizzato con tecnica diversa dal resto del quadro.


**********************************************************************************


27: RENATO GUTTUSO (1911/1987): La resistenza  (da “Got Mit Uns – 1944>)

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=Vp_oiE2Fzyc (Fischia il vento – Modena City Ramblers)


Voci mischiate:
Assassini! / Fascisti! / Pezzi di merda! / Sparate al cuore / Maledetti  / Una mattina… mi sono svegliato… o Bella ciao… / Pietà! / Vigliacchi / Maria, ti amo! / Viva il comunismo! / Mamma, mamma, vienimi a salvare / Dite a mia moglie che i risparmi li ho messi in fo… / Porci! / Aiuto! / La pagherete / Non si uccidono così delle persone / Adele ! Adele! Adele! / су ме убија јер сам Циганин сам (dal serbo: mi stanno uccidendo perché sono uno zingaro) / Ricorda sempre tuo padre, figlio mio! / Veniteci a salvare! / Vi prego, non sparate / Abbiate pietà / Padre nostro che sei nei cieli… / Mamma! / Ho lasciato un biglietto sotto al… / Aiuto, sto morendo… / Ho amato un uomo, per questo mi uccidete!!! / Assassini! / Compagni, avanti il gran partito noi siamo dei lavoratori… / Viva Badoglio! / A morte il re! /   Francesca, ti ho amato tanto / Zozzi porci / Schifosi / La pagherete cara… / Ci vendicheranno / La Storia non avrà pietà di voi / Ho paura… paura… tanta paura / אַזוי יקסטערמאַנייט די ייִדיש מענטשן  (dal yiddish: così sterminate il popolo ebraico) / Mariarosa! Ai bambini pensaci tu… / Mussolini, porco! / Perdio, ecco come muore un uomo… Coraggio!!! / Viva l’ Italia / Ripensateci. Ribellatevi. Siete degli sfruttati come noi. Non ci sparate. Sparate ai vostri comandan… / Aiuto! Muoio… / Io non c’entro, questi non li conosco / Perdona loro perché non sanno cosa fanno / Figli di puttana! / Viva l’Italia libera e partigiana! / Shalom aleichem / Meglio morti che di nuovo torturati / Aguzzini / Nazisti di merda! / Fascisti a morte! / amore, amore mio…


**************************

Commenti

Pietrangeli Lea:  Come mi piace questo quadro, questa musica e questa voce! … ma questo...... è tutto mio. Oggi, poi, che i nostri figli studenti sono stati attaccati...
Daniele Maice V : Non mi piace. Non ci sono donne. Non mi piace la retorica dei canti partigiani fatti con la chitarra elettrica e la batteria. Qaundo si cantavano quelle canzoni non vi erano quegli strumenti. Ogni tempo ha le sue musiche. i giovani non capiranno mai la resistenza se la si racconta con la retorica e riadattandola. Ogni tempo ha le sue retoriche. Quei giovani che morivano prima dei 20 anni non erano rock. E magari i fascisti truzzi. Non mi piace la retorica. la storia è molto più efficace di un coro di universitari che cantano " o partigiano portami via" Poi mi ripeto, ma dove sono le donne in quel quadro?
Fabrizio Tripoti : Le donne in questo quadro di Guttuso non ci sono. Io non sono Guttuso. Ma il quadro mi significa! Forse se fossi stato Guttuso le avrei messe. O forse avrei fatto un altro quadro con le donne della Resistenza. Forse Guttuso l'ha fatto.  Mi piacciono molto i Modena C.R. e penso che possano essere una giusta linea di unione tra generazioni. Ai giovani, l'ho potuto verificare in prima persona, il messaggio, almeno quello musicale, arriva. Sta a noi arricchirlo con la Storia. Sta a loro percepirlo ulteriormente. Retorica? C'è molta retorica più grave in giro. Ogni giorno. E poi la Retorica, lo sappiamo, può anche voler dire un'altra cosa...
Sandra Leig : Volete scusarmi, ma questa immagine mi fa paura!!!..
Loana Salierno: …questo quadro è di un'attualità impressionante.... sembra di essere tornati indietro di quarant'anni; qui si parla di Resistenza, ma si potrebbe parlare di '68 e di qualunque forma di pretesta vissuta sulla propria pelle da giovani generazioni, soprattutto...; effettivamente la mancanza del lato femminile disturba e parecchio, noi c'eravamo e come se c'eravamo così come ci sono oggi le ragazze a sfilare negli accesi cortei contro la Gelmini però penso che non sia così voluta la cosa almeno spero. Può sembrare un po' truculento ma si sa che il colore è tratto essenziale dell'arte di Guttuso; qui il "vociare" dei singoli è quasi ininfluente, è la coralità che conta, tu la donna in fondo ce l'hai messa che si chiami Adele o Mariarosa, che importa. La musica deve arrivare ovunque, ai giovani perché la conoscano e ne facciano tesoro e i Modena ci riescono perfettamente: ben vengano!
Pino Contino : ...NON FACCIO POLITICA: VALORIZZO I GIOVANI CHE HANNO DATO NELLA RESISTENZA LA LORO VITA, NELLA RIVOLUZIONE HANNO DATO LA LORO VITA PER QUESTA NOSTRA...LIBERTA' . IL QUADRO LO HANNO DIPINTO LORO E LO HANNO FIRMATO CON LORO SANGUE . A QUESTI ...PITTORI A QUESTI ARTISTI DELLA LIBERTA' DIAMO NOI...COMMENTATORI UN GIUSTO COMMENTO...!!! UNA GIUSTA E LOGICA RIFLESSIONE...DI CIRCOSTANZA DI PENSIERO. LA LOGICA E’ COME...UN ABBRACCIO E COME UN BACIO, NON COSTA NIENTE . SE DIETRO A QUESTO DIPINTO C' ERA IL SOLO VENTO...LUI BASTAVA COME SOTTOFONDO ANCHE LUI...IL VENTO PORTA MUSICA DI OGNI GENERE...ELETTRICA, DI PENTOLAME E MUSICA DI...AZIONE !!!
Paolo Avallone: Guttuso che descrive un momento della nostra storia, un'esecuzione da parte dei nazifascsiti. Veri e attuali i tuoi commenti, come al solito capaci di attualizzare l'evento. Il sottofondo dei Modena lo trovo ideale. Mah, lo porterei nelle scuole…
Romina Schillaci: ‎.......vedo......vedo la passione ....trasformata.....in freddezza....in indifferenza......dove tutto si spezza..............con il cercare..........il nulla.....quel grigio sopra di noi.....dove di spalle...scorre sangue......ed il valore dell’ umiltà.......rimane solo più....una semplice parola......
Narcisa Trapani : questa volta non voglio dire nulla, lascio spazio a ciò che mi rimane dentro da sempre...commento con il tuo commento...
" Le donne in questo quadro di Guttuso non ci sono. Io non sono Guttuso. Ma il quadro mi significa! Forse se fossi stato... Guttuso le avrei messe. O forse avrei fatto un altro quadro con le donne della Resistenza. Forse Guttuso l'ha fatto. Mi piacciono molto i Modena C.R. e penso che possano essere una giusta linea di unione tra generazioni. Ai giovani, l'ho potuto verificare in prima persona, il messaggio, almeno quello musicale, arriva. Sta a noi arricchirlo con la Storia. Sta a loro percepirlo ulteriormente. Retorica? C'è molta retorica più grave in giro. Ogni giorno. E poi la Retorica, lo sappiamo, può anche voler dire un'altra cosa..." (Fabrizio Tripoti)
Maria Emanuela Massari
:
Molto bello anche l'interrogativo posto in alcuni commenti sul perchè Guttuso non raffigura qui donne......
Forse fu ispirato da un episodio specifico in cui vennero fucilati solo maschi, .......comunque proprio perchè ne ho proprio idea , sarei curiosa di saperlo
Emeraude Quentins:  Que dire...Le silence des mots puisque le pinceau hurle.
Toufic Koleilat: delle volte è meglio solo guardare....riflettere e lasciar che il silenzio gridi!!!!!!!!
Fatiha Dani Levis:  l'urlo e diverso del grido...ossia hurler n'est pas crier. C'è uno spesso bordo nero intorno alle cose separate dai loro nomi..


**********************************************************************************

27/bis: MATISSE: Gatto e vaso
(suggerito da Ada di Lorenzi e Franco Bianchetto)
come colonna sonora consiglio Trio Lescano: Maramao perchè sei morto.
http://www.youtube.com/watch?v=3GOkZrrpicw

disse il pesce nella boccia al gatto: "hai letto sul cartello, da oggi in poi ci debbono essere garantiti almeno 5 lt. di acqua in boccia";
rispose il gatto al pesce nella boccia: "meglio, così potrò di più infilare la mia zampetta per prenderti",
interloquirono i pesci disegnati sullo sfondo: "se ti ci provi, per solidarietà, ti spingiamo dentro la boccia e... come si sa... i gatti non amano l'acqua...".

**********************************************************************************


28: EGON SCHIELE (1890/1918): Gli amanti  (1917)

Colonna sonora consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=z4PKzz81m5c   (Chet Baker: Almost Blue)

Da una dissertazione di Shiele sul proprio quadro, risulta che “The Lovers” cerca di essere un gioco grafico di ambiguità. Eppure i sessi raffigurati sembrando definiti. Nella loro androginità, l’autore ci invita ad essere accorti. Qualcosa può essere celato. Ponendo il MIO orecchio dietro la tela piuttosto che discorsi ambigui, mi sembra cogliere la libertà del dubbio, qualsiasi esso sia, che in noi quotidianamente serve per essere ancora più sicuri delle nostre scelte

Ma’
Anto’

- Sono cinque anni che stiamo insieme Anto’ e non ci siamo mai  posti chi siamo.
- Ha importanza, Ma’?
- Nessuna. Altrimenti non saremmo stati cinque anni insieme, no?!
- E oggi cos’è successo Ma’? Perché te la poni, questa domanda? Per gli altri?
- Cosa vuoi me ne freghi degli altri, Anto’. Ne abbiamo passate di cotte e di crude.
- E allora?
- Non so. Mi appare opaca. La giornata. Non è per noi due. Figurati. E che mi guardo intorno…
- E…
- Non so definirmi. Non so definirti. Sai viviamo con tabù che pensiamo rimossi. Poi tutt’ad un tratto ti mordono sulle spalle. Come il Pater Noster. Non ci credi. Ma quando hai strizza, hai voglia se ti ritorna in mente…
- E di questi crucci ne dovremmo risentire noi due, Ma’? Il nostro rapporto? Quello che dura, l’hai detto prima, da cinque anni?!
- E spero che ne duri altri cinque, dieci, mille. Amor mio. Solo che…
- Solo che…
- Mi guardo allo specchio. Ti guardo. E mi scorgo ora maschio. Ora femmina. E ti scorgo ora femmina. Ora maschio.
- Ha importanza? Non ci è stato bene sino ad oggi? Io Antonio, Antonia tu Mario, Maria. No?
- Posso avere delle titubanze, Anto’?
- Ok. Ma l’amore?
- Quello resta sempre. Non ti preoccupare. E che…
- Che…
- Non so. Il mondo si compiace del nostro indefinito ma allo stesso tempo ci condanna. Esalta il diritto alla nostra dualità in nome della sacrosanta libertà ma ci manderebbe al capestro in nome della sua morale.
- Sì è vero, Ma’. Che vuoi farci. E’ sempre stato così. E quando c’è stato da combattere abbiamo combattuto.
- E continueremo a combattere, te lo prometto, Anto’. Solo che oggi non so… mi sento più debole, vulnerabile, forse che sono riusciti a reinserirmi il tarlo del dubbio?
- In nome di che, Ma’?
- Della… normalità.
- Che cos’è la normalità?
- Le cose secondo natura?
- La natura di chi?
- Sì hai ragione, la loro.
- La loro? Fatta da chi?
- Hai ragione. Da loro, sempre gli stessi.
- E come si chiamano, loro, sempre gli stessi?
- Si chiamano… si chiamano… il potere. Quello che ci schiaccia. Quello che ci reprime. Quello che ci sfrutta. Quello che vuole la nostra emarginazione, eliminazione, come vuole l’eliminazione da ogni cosa da lui differente. Anto’.
- E allora, Ma’?
- E allora, Anto’… mi sono passati i dubbi. Vieni qui che voglio carezzare i tuoi capelli. Come abbiamo sempre fatto. Sempre. Senza se e senza ma. Solo con… amore. Chiunque noi siamo. Anto’!


**************************

Commenti


Desiree Olmi: hymne à l'amour
Loana Salierno:  qui siamo a un passo dal cielo: immenso Shiele, lui così libero dai condizionamenti che la società impone come les amants del tuo dialogo, lui che "dipingeva la luce che emana dai corpi" ... e poi la musica, questa musica, siamo proprio a un passo dal cielo;
Franco Floris:  sto lasciando andare la musica, e guardando il dipinto... i due amanti......... sembrano quasi feriti... è bellissimo.....
Marina Toccaceli: ...è immenso tutto stasera...il quadro,il dialogo,la musica...ad una tale delicatezza di scambio di parole mi sento di risponderti con i versi della poesia di AUDEN che trasmette esattamente il dolore che si può provare per amore…perché,mi chiedo perché…con quale diritto si costringono ancora tanti uomini e donne a nascondere i loro veri sentimenti per paura della disapprovazione altrui e della violenza…bisogna lasciare vivere e amare in pace...amare e sentirsi amati è l’emozione più forte nella vita…
FUNERAL BLUES: Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono, / fate tacere il cane con un osso succulento, / chiudete i pianoforte, e tra un rullio smorzato / portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.  / Incrocino aeroplani lamentosi lassù / e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni, / i vigili si mettano guanti di tela nera. / Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest,
 / la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica, / il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto; / pensavo che l'amore fosse eterno: e avevo torto. / Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte; / imballate la luna, smontate pure il sole; / svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco; / perché ormai più nulla può giovare.
Franco Bianchetto: anche a me sembrano feriti,soprattutto Anto' (o è Ma'?)
Adriana Bonardo:  entrambi sono feriti....si amano e si proteggono......
Alessandro Cocuzza:  Ma' e Anto' hanno superato lo scoglio metafisico dell'identità, sono oltre Platone Freud Weininger, il Problema è ben identificato nel potere che vuole ricondurre tutto a sé, annullando le differenze... Avendo raggiunto la consapevolezza, manca loro ormai di saper ridere di sé e del mondo...
Giuliana Albarella:  Eros ed amor senza limiti...senza musica..solo battiti del cuore!!!
Laura Mucelli : Ho avuto brividi per la composizione.La musica che preferisco,da piano bar,intimista,il dipinto che non conoscevo col simbolo dell'unione,della vita,dei graffi ,del desiderio di proseguire il miracolo dell'amore nato un giorno e il tuo scritto con domande tutte umane,poche risposte e volontà di resistere colla dolcezza delle carezze contro ogni forma di normalità,il famoso potere dei benpensanti.Ecco cosa percepisco.
Stefania Leonina Cardini:  L'amore perfetto, x incontrarsi davvero le persone devono uscire fuori dai loro ruoli e dal loro sesso, un dipinto con un senso ultimo profondissimo che invita alla meditazione. Questo abbraccio si fonde bene con il mondo intimista di Chet B.
Caterina Licheri:  Il "pulito" e lo "sporco" sono solo nell'occhio di chi guarda...
Paolo Avallone:  E' un Inno all'Amore, che se ne frega della convenzioni, della cosiddetta normalità. Fortunatamente stiamo rompendo queste barriere, stiamo crescendo!
Candida Alves Dacosta:  India ed il terzo sesso -Gli Hijira ed il parlamento
Gino Basilii : c’è ancora moto tabù e nelle proprie scelte,molte volte bisogna nasconderle o addirittura respingerle ,ancor bene che siamo nel 2010 ma la mentalità della gente è ancora molto indietro, pensano che quello che loro non conoscono sia la peste.
Ada Di Lorenzi:  Incommensurabile!!!!!! L'arte di Schiele, trasgressiva, erotica, fu fortemente influenzata da Klimt (suo amico e maestro)......che io amo particolarmente
Elena Mori: ‎...l'amore e' ambiguo... ma l'amore resta sempre in altre forme persone e modi...ma resta...
Bianca Scalera: … hai toccato un argomento che purtroppo nel 2010 è ancora un tabù per la gente bigotta e per quanti sono ipocritamente moralisti!! Bellissimo il quadro e anche la musica che l'accompagna!!!
Narcisa Trapani : Si, che cos'è la normalità...è la stupida certezza dell'imposizione di ciò che non è, che non esiste, si ribalta nel dubbio delle differenze che la superano e che non tolgono nulla all'essere che è, che si riconosce così com'è...non vi è nessuna normalità inventata dalla natura, le scelte individuali superano ogni forma di pregiudizio se scevre da meccanismi esterni. Il dualismo e il conformismo, ancora come uno spettro si aggirano per le vie del genere umano. Adoro Chet Baker.
Luisa Gervasi : Semplicemente Perfetto!! Armonia fra dipinto e musica. Emozione pura. Incapacità di esprimere con le parole l'indicibile.
Incanto per la bellezza dell'opera e la struggente malinconia della musica. Un pensiero prevalente : che cos'è la normalità?
Solo un concetto statistico costruito prendendo come riferimento una curva di distribuzione. Un comportamento, in base a questa interpretazione, diventa normale soltanto perchè la maggioranza della popolazione è solita adottarlo. Il normale dunque non esiste. Il normale è semplicemente relativo al numero. Si potrebbe dire che, per quanto riguarda il comportamento umano, il normale sia relativo alla cultura. E allora come sfuggire ai vincoli sociali, come dichiarare i propri desideri e le proprie insofferenze? Fuori, nel mondo dei sani, la recita che ognuno propone non consente improvvisazioni, ed è proprio questo che nel migliore dei casi crea frustrazione, nel peggiore toglie la voglia di vivere....
Romina Schillaci:  quando l amore .....la passione.....non dettano leggi.........questo rende  l’immenso......senza giudizio ,pregiudizio......ma la profondità di noi esseri....che desideriamo lo cerchiamo....l ‘odore....del nostro vero io......
Fatiha Dani Levis:  Un homme une femme!!oggi mi viene in mente Truffaut


**********************************************************************************

 in collaborazione con Nicola Simone

29: GIUSEPPE DE NITTIS (1846/1884): Petit dejeneur au jardin (1883)  
Barletta, Pinacoteca Giuseppe de Nittis (?)

Colonna sonora consigliata da SILVANA OMETTO: http://www.youtube.com/watch?v=tLNY6qrmghE  (La Moldava - Smetlana)

Ha collaborato con me in questa impresa “denittisiana” il caro amico foggiano Nicola Simone. Mi ha tradotto squisitamente ciò che avevo elaborato rendendolo in un pugliese/foggiano pieno di storia, odori e impegno sociale. Grazie.


- Mà, mà i papr m’becchn i pid ((Madre, madre le oche mi beccano i piedi)).
- Lasciale fare sono creature di Dio.
- Mà, ma sti papr, sti prt,sti terr,so tutt nostr? ((Madre, ma queste oche, questi prati, queste terre, sono tutte nostre?))
- T’l’agg ditt mill vout ((Te l’ho detto mille volte)). Sono nostre. Del tuo signor padre. E un giorno saranno tue.
-  Mà, ma sim ricc? ((Madre, ma siamo ricchi?))
- Il tuo signor padre è ricco di nascita. La famiglia dalla quale discende è nobile e ha diversi possedimenti.
- Andò ma,andò? ((Dove madre, dove?))
- A casa nostra, in Puglia, ma anche qui in Francia, a tutt vann ((un po’ dovunque)).
- E sarann semp i nostr? ((E saranno sempre nostri?))
- Certament! Che dumand.Certament saranno semp nustr.Semp!  ((Certo! Che domande. Certo che saranno sempre nostri. Sempre!)) Anche se ce li vorrebbero rubare.
- Chi mà, chi? ((Chi madre, chi?))
- Gntagl ((Gentaccia)). Certa brutt gent ((Certi brutti ceffi)).  Dinn cha i terr so lor pcchè i lavorn ((Dicono che le terre sono loro perché le lavorano)). Ca so i lor… ((Che gli appartengono…))
- Gntagl? Chi so, mà? ((Gentaccia? Chi sono, madre?))
- Socialisti. Anarchici. Gent che invec d’rngrazj attant p’la fatic ca li dc ej ((Gente che invece che ringraziare tuo padre per il lavoro che gli dà)) è ingenerosa.
- E ghij che aggia fa, mà, agiia fatc? ((E io che dovrò fare, madre, dovrò lavorare?))
- Schirz. I nobl non faticn ((Scherzi. I nobili non lavorano)). Tutt’al più amministrano. Ma anche per quello abbiamo i nostri amministratori.
- E allor mà, che aggia f’? ((E allora, madre, che farò?))
- Studierai. Ma non troppo… Ti siederai su una poltrona, cume e attant ((come tuo padre)), cume e nonont ((come tuo nonno)) e dall’alto guarderai le tue proprietà, le visiterai, viaggerai… a se u’vù ta dvrtì ((e se lo vorrai ti divertirai)).
- Touv, t’dvirt mà? ((Tu ti diverti madre? ))
- M’dvert? ((Mi diverto?)) Ho altre cose di mia incombenza cume mamm ((come madre)) e mglier ((e moglie)). M’dvert? ((Mi diverto?)) Forse una volta… da tempo il tuo signor padre è troppo lontano…
- E po’, mà? ((E poi, madre?))
- E poi basta con questo dialetto. Te l’ho detto mille volte, t’invilisce! Noi siamo signori e sempre signori dobbiamo essere! In ogni posto, in ogni luogo anche quando siamo da soli!. E po’ mangm… ((E poi mangiamo…)) Ma prim…prghm… ((Ma prima… preghiamo…))

(Voce fuori campo, forse un giardiniere o della servitù francese che ha origliato il dialogo):  Merde de noblesse! Paresseux! Vous étes pret a terminer… Ca c’est l’Histoire!... ((Nobiltà di merda! Parassiti! State per scomparire… Questa è la Storia!...))


**************************

Commenti
Romina Monaldi:  C'è classe in questo dipinto ... !
Fabrizio Tripoti:  lotta di classe
Candida Alves Dacosta:  la donna... la solitudine della donna...ombra, ombra e luce, vittima e carnefice, perpetuazione della classe... bello il dipinto il gioco ombra luce, la musica ed il testo che coglie il momento di transizione (forse)..
Nicola Simone:  sono estasiato da questa raffigurazione artistica nel suo complesso....un angolo di Puglia davvero straordinario....una giusta commistione tra arte figurativa e letteraria, in vernacolo....cui ho dato un piccolissimo contributo nella traduzione del testo ....un grande ringraziamento per avermi voluto coinvolgere in questo bellissimo lavoro..
Giuliana Albarella:  Si ...figlio mio ...ma la natura mamma non la vede piu'...passione finita...il resto,la natura e' sinfonia...mamma scapperò....
Franco Floris: classe, nobiltà (non quella dei due personaggi), acume, elegante ironia ....
Paolo Avallone: Immagini bucoliche e dialoghi da " Contessa" di Pietrangeli. Preludio di lotte! De Nittis non lo conoscevo.
Romina Schillaci:  la curiosità......dell’ innocenza....del crescere....nel bambino..........la classe....l’ armonia di una mamma..........che onora con dolcezza.....il dono più grande....suo figlio......dove anche il contorno....si presenta.....di una purezza unica..............
Giuliana Albarella:  La mamma e 'm morta da un po'
Silvana Ometto:  grazie per aver tradotto la musica in parole. io mi ero limitata a immaginare lo scorrere delle acque di un fiume, a volte impetuoso, a volte calmo e la natura circostante, salici piangenti, prati e fiori
Iljkic Ava-Vela (Traduzione Google):  Apparentemente tutto armoniosamente...La classe dirigente apprende attraverso la famiglia prelevando sul modo di vivere ... Il bambino ha acquistato dalla famiglia un'immagine, come i valori fondamentali della disciplina, l'obbedienza, la fede .... Ma non sono contenti, e segretamente sofferenti.
Marina Toccaceli : …Un’altra serata che mi vede molto coinvolta!Il quadro di De Nittis è stupendo,mi è sempre piaciuto quest’artista pugliese, è stato davvero un impressionista internazionale!Stupefacente dialogo,tra la tenerezza e il rigore…La nobiltà non mi è mai piaciuta,di conseguenza non posso che ricordare la Rivoluzione Francese come una tappa fondamentale che ridusse tutti i loro privilegi.Oltre a piacermi come lavoro artistico questo album mi ha profondamente emozionata per la collaborazione amichevole che c’è stata lungo il suo percorso.Stasera è di Nicola la presenza.Di Nicola e della Puglia.Anche in questo caso,come accadde per la Sicilia e Raimondo,l’amore profondo che Nicola nutre per la sua terra d’origine ha modo di uscire in ogni suo intervento.Essere attaccati alle proprie radici significa conservare le tradizioni e il tramandarle in questo particolare momento storico ha un valore doppio…perché sono parte integrante della nostra cultura…
Maria Emanuela Massari : Il dialogo è ben centrato e piuttosto "credibile" ... La visione del mondo diviso in "signori" e "popolino" , i primi destinati per nascita godersi la vita e i secondi destinati,sempre per nascita, a lavorare , era ...un visione molto diffusa tra la nobiltà dell'epoca ( ma anche tra gli alto-borghesi che vivevano di rendita) è ben resa nel dialogo ...
Giuliana Albarella:  Fertilizzante per i fiori la mamma....
Laura Mucelli : La musica è leggera,allegra,una brezza di libertà,il dipinto è sereno,un quotidiano di nobili,il dialogo è adorabile.Questo bambino che chiede cosa farà se non lavora,questa mamma che si annoia e che sembra non essere felice ma non si scordano di pregare in buoni cristiani e sono sordi all'ingiustizia.Mi piace ,l'intervento del giardiniere che ascolta e che già sa che la Storia s'incammina .La Révolution Française est en marche!.Mi piace perché oggi questi nobili hanno cambiato viso diventando trasparenti,mondiali,rifuggiandosi nei paradisi fiscali.Non si portano più la terra ma i soldi guadagnati nelle borse,stringendo sempre più il lavoratore e se non si inginocchia,ne trovano altri in paesi più poveri.Povero mondo e domani come finirà perché l'ingiustizia oggi è feroce e la gente (popolo e anche classe medie),non  ne puo' più e a forza di premere succhiando il sangue e i sogni,creano la rabbia e anche le rivoluzioni.Basta vedere quello che è successo da noi in Francia e in Grecia,in Irlanda,....
Pino Contino: BELLISSIMO DIPINTO,BELLISSIMA L'IMMAGINE ED' E BELLISSIMO QUELLO CHE QUESTO QUADRO...DA' !!! NELLA COMUNICAZIONE CONFIDENZIALE FRA MAMMA E FIGLIO, E’ COME SE SI VIVESSE LA CIRCOSTANZA. LA MUSICA E' UN APPLAUSO AL QUADRO.
Ada Di Lorenzi: Che incanto!!!!!!...Tutto ameno......il dipinto, il paesaggio, il luogo, il dialogo, i fiori, le anatre pure.......l'atmosfera, la gioia zampilla nel cuore…
Alessandro Cocuzza : Uno splendido accostamento tra musica e pittura. Entrambe piene di luci e riflessi. Che grande artista è De Nittis ! E quanto sbagliamo tutte le volte che pensando agli impressionisti ci dimentichiamo della pittura italiana coeva ritenendola, solo perché ne ha subito l'influenza, minore !... Deliziosi il dialogo e la situazione. Complimenti al traduttore! Trovo, poi, stimolante e azzeccatissima l'idea di proporre questi dialoghi nelle nostre lingue regionali che sono un patrimonio culturale ed espressivo da tutelare e rilanciare.
Bianca Scalera:  Il quadro parlante di De Nittis e le immagini che accompagnano la musica diretta dal grande von Karajan, ispirano serenità ma non nascondono la lotta di classe!!
Narcisa Trapani : Mangiamo e poi preghiamo, noi siamo nobili e stiamo a guardare, un figlio che impara cos'è la piramide delle classi sociali, impara a sfruttare ciò che gli lasciano in eredità, non fa parte del mondo "nobile" il lavoro, era così ed è com'è ...adesso tranne per chi decade in miseria, la miseria si sa ha molti volti...Una madre che si preoccupa di trasmettere al figlio l'unico modo che vede per il suo "bene"...non ne ha colpa e tuttavia sta in quella colpa a mantenere saldo lo status di chi l'ha presa in moglie, è sempre quella donna che offusca se stessa e il bambino che chiede per capire cosa lo aspetta...ancora qui ritorna la lotta di classe, quella visione reale che crea ingiustizie...Musica che si sposa con l'immagine...De Nittis è per me straordinario...italiano ed impressionista, non credo sia minore ai grandi dell'impressionismo.Completo e bello il tutto..
Adriana Bonardo: molta atmosfera nel dipinto....eleganza, raffinatezza, garbo, educazione....la fresca ombra naturale..il profumo dell'erba...il dialogo non mi pare calzi perfettamente; il duetto è più rozzo..e grossolano il modo di rivolgersi fra madre e figlio...meno sensibilità....?
Emeraude Quentins:  Proust,du cote de chez Swan,les delicieuses Madeleines Hummmm...Et pourquoi parlez de bourgeoisie?
Giuliana Albarella:  Il n'y a pas Proust et les madeleines...seulement la mort
Elena Mori:  musica e quadro sublimi...il dialogo come sempre tende ad umanizzare tale grandezza, che dire della nobiltà? e' un ricordo di altri tempi...
Fatiha Dani Levis:  Proust,les oies les quoi et les pourquoi...Attention Emeraude tu risques de passer pour ce que tu n'es pas!!Chissà se la madre non sta generando un futuro rivoluzionario con il suo discorso!!!
Fabrizio Tripoti:  Infatti il bambino, dal nome Giannicola, detto Nichi, nel 1915 avrà 42 anni e verrà rinchiuso nelle patrie galere per manifestazioni antinterventiste, nel 1945 a 72 anni, troverà la morte in un conflitto a fuoco con i nazisti nella zona di Cuneo nella quale si era volontariamente recato dalla natia Barletta per raggiungere i partigiani. Il suo nome di battaglia, medaglia d'oro della Resistenza, rimaneva "Nichi" (questo è un corredo surreale al quadro odierno !!!)
Marco Coco:  Sembra l'istantanea di una situazione sull'orlo del precipizio...
Daniele Maice V:  Bah, se sei ricco ti godi la bellezza, se sei povero guardi la tv.
Sabrina Calvino: la bellezza te la godi se sei puro di cuore
Daniele Maice V:  Sotto l'ombra di un albero, una luce di una giornata limpida e un branco di oche rumorose che si riposa nel prato. Io ho vissuto dei momenti simili. Mi fa molto pensare il dialogo usato a commento . "Quindi, l'arte che ci è arrivata dal passato era un privilegio sociale della nobiltà prima, e della borghesia poi?" Questi momenti di bellezza erano vissuti solo da fortunati sfruttatori senza cuore?
Luisa Gervasi:  Incantevole...una trascinante dolcezza ...lasciarsi cullare dall’ondeggiante melodia dell’acqua...e vagare con la mente..
sognare...immersi in un mondo lontano..
Stefania Leonina Cardini:  Bellissimo! un' atmosfera incantevole di grande eleganza, non conoscevo il quadro. Sinceramente ho trovato un po' azzardato far parlare il quadro in dialetto pugliese....


**********************************************************************************


30: Manifesto (a.c del Comune di Lastra a Signa e dell’ANPI sezione Bruno Terzani ) per il 25 Aprile di
ALBERTO PAGLIARO (1972): Una storia partigiana  (2008)

Questa volta si consigliano due colonne sonore: http://www.youtube.com/watch?v=UgTPYwSR28A (Bella ciao – Modena City Ramblers + Giulia Tripoti) per chi preferisce un’esecuzione sempre al passo con i tempi e http://www.youtube.com/watch?v=Kyj2N4uYOk0 (Bella Ciao – Giorgio Gaber) per chi la preferisce più “classica” e legata a QUEL momento storico.

Voci DAVANTI  al quadro, passando:

- Bello. Bei disegni. Bravo. Bel manifesto.
- Sì ma che c’entra con gli altri quadri esposti?
- E’ un fumetto…
- Non svilite i fumetti... i loro creatori… i loro disegnatori… Questo manifesto merita il posto che gli è stato assegnato. In mezzo agli altri artisti. Pari loro! Il disegno del fumetto è un’arte. Chi l’espone tra i Picasso, i Guttuso, i Mirò, fa bene. Che poi sia un’altra cosa, d’accordo.
- Ma è di parte…
- L’arte è sempre di parte. Non sta al balcone. In tutti i quadri, i disegni, c’è una scelta specifica.
- Ma che maniera è questa di considerare l’arte?! L’arte è al di sopra delle parti!
- Non esiste arte oggettiva! Ognuno vuol significare qualcosa. Anche disegnando un punto. Anche una tela bianca.
- Dovete sempre andare a buttarla sulla politica…
- E’ la scelta della vita stessa che l’impone. Nella sua quotidianità. E nelle sue espressioni… anche quelle… artistiche.
- Volete sempre aver ragione!!!
- E poi guardate quanti significati può avere l’esposizione in mostra di questo manifesto.
- E sì, il fumetto, il disegno, la memoria, la celebrazione, il luogo, la passione, la gioventù, l’amore.
- Bello. Bei disegni. Bravo. Bel manifesto.

Un coppia di anziani: Ti ricordi, quei luoghi, quei tempi, quei sentimenti, forse quei due ragazzi… siamo noi…


**************************

Commenti

Giuliana Albarella:  Anche gli adorati bambinetti uccellini sono in gaudio...il giorno promette beatitudine,l'arte e' terapia...
Marco Coco:  L'arte non è oggettiva e la vita impone sempre scelte politiche.. La colonna sonora è semplicemente STORIA e come tale insegna, emoziona e ammonisce. Solo che, in più, si canta!
Pino Contino:  I MANIFESTI : LI CONSIDERO COME QUADRI ANCHE LORO HANNO IL LORO LINGUAGGIO E COMUNICANO MESSAGGI DI OGNI GENERE. MANIFESTI,QUADRI, MUSICA NON HANNO FRONTIERE. IL LORO LINGUAGGIO VIAGGIA...!!!
Maria Emanuela Massari : Concordo sul fatto che qualsiasi gesto umano è "politico" nel senso più autentico del termine, in quanto qualsiasi nostro gesto influenza in maniera più o meno determinante la realtà sociale di cui facciamo parte . Quindi anche l'arte in ... senso lato è sempre "politica" e di per se in tutto ciò io non vedo nulla di negativo ... Tuttavia io come non amo l'arte "mercenaria" , tanto meno amo quella che si mette al servizio di una parte non per credo sincero, ma per convenienza per scopi utilitaristici ... E ce n'è tanta di arte mercenaria e al servizio di chi "conta"
Stéphanie Donde Mohseni:  il cacciatore è stato cacciato...che faccia triste, mentre lei, felice, lo tiene con la mano...addio libertà!
Laura Mucelli : Rispondo al bel dono scrivendo quello che ho scritto sulla mia bacheca pubblicando la canzone Bella Ciao che adoro,versione moderna.Viva la gioventù,viva la libertà,viva la giustizia,viva l'arte,viva la vita.E aggiungo, la politica ,quella ...della Repubblica di Platone che condivido è l'espressione dei cittadini sulla piazza in qualsiasi modo,uno scambio di idee,una discussione e la ricerca della via migliore per tutti.Viva l'umanità.
Paolo Avallone: Bella e simbolica l'immagine del manifesto, ci ricorda che la lotta paga.
Fabrizio Tripoti : RIPORTO IL MESSAGGIO DI ALBERTO PAGLIARO (l'autore del Manifesto, che ho contattato pochi giorni fa per chiedergli il permesso) : Fabrizio, grazie, ho provato una grande emozione nel leggere i commenti. Se conosci personalmente tutte quelle... persone, baciale da parte mia. un abbraccio.  Ciao
Narcisa Trapani:  L'arte in tutte le sue forme,tutte e non si può escluderne nemmeno una... è un manifesto che esprime libertà, la libertà dopo una lotta che non è stata inutile...per smentire chi sostiene che si può lasciar correre, per chi si ferma al qualunquismo e all'indifferenza...Bella ciao..rimane un manifesto unico nel manifesto così chiaro e pieno di speranza.
Bianca Scalera: Grazie Fabrizio, è vero ogni forma d'arte è fare politica: anche nelle azioni che si compiono durante la giornata, VIVERE significa fare politica!!
Nicola Simone:  non c'è modo migliore di chiudere ... se non con una straordinaria pagina della nostra storia...
Ada Di Lorenzi:  splendide entrambe le versioni della colonna sonora............Gli uccellini svolazzano festosi........
Marina Toccaceli : IL FUMETTO E’ ARTE,E’ TESTIMONIANZA!!!Ottime le scelte musicali dove ancora una volta c’è la presenza dell’impegno. Bravissimo Alberto Pagliaro con i suoi colori delicati ed i tratti soffici è riuscito a dare una voce MOLTO FORTE ai sentimenti che albergano in tutti noi,quelli della LIBERTA’ ,dell’UGUAGLIANZA,della SOLIDARIETA’,della FRATELLANZA TRA I POPOLI,della LOTTA CONTRO OGNI INGIUSTIZIA,dello SFRUTTAMENTO…E' sempre giusto ricordare la LOTTA PARTIGIANA e non dimenticare cosa fu il fascismo.Un pensiero a chi della RESISTENZA ha non solo i ricordi ma sente ancora sulla pelle le forti emozioni provate nelle battaglie di LIBERAZIONE.Un abbraccio a tutti i partigiani resistenti di allora e a tutti i figli e i “nuovi figli” della RESISTENZA!!!25 APRILE,SEMPRE!!!
Loana Salierno:  … l'arte è bella in tutte le sue forme …
Candida Alves Dacosta : Il manifesto è fantastico, è onirico, penso che potrebbe essere la rappresentazione dei sogni di tanti giovanni che hanno sacrificato la propria vita per un ideale. Quanti partigiani innamorati avranno sognato una collina, il sole, la pace, gli uccellini paffutelli e tenere per mano la/il propria/o morosa/o? Non è retorica, é vita reale. Penso che quelli ancora in vita, guardando il manifesto avranno sentito nel cuore un battito d'ali, perché si sono sentiti fotografati nell'anima. Ringrazia tanto l'autore.
Pavan Giorgio:  rispetto ogni idea, ma odio le armi, anche se usate per difesa e la repulsione provata mi rende parziale, aspetto qualcosa di diverso
Daniele Maice V:  E' bellissimo il tratto di questo fumetto.Due giovani felici su una collina spazzata dal vento che ha ripulito il mondo. Le colombe (o le paperotte) che sembrerebbero non riuscire a volare, troppo goffe, invece sono decisamente decollate verso l'alto. Il fucile ha finito di essere usato, finalmente le colombe (o paperotte eheheh) tornano a volare, ma non si può scordare che cosa è stata e cosa è la violenza della guerra. Vabbe, pure la colonna sonora storica. Il mio inutile polemizzare sul altro quadro ha forse influito? Volevo ringraziarti di questi momenti che mi offri con questi quadri, con i dialoghi. Grazie per lo sforzo che mi fai fare nel cercare di mettere assieme un ragionamento e un pensiero. Ovviamente non parlo di quelle due sciocchezze che riesco a scrivere, purtroppo la mia ignoranza è talmente palese..
Fabrizio Tripoti: NON ESISTE IGNORANZA IN CHI HA LA FORZA DEL DIALOGO !!!
Iole Varchetta:  ... molto bella l'immagine dei due innamorati...purtroppo contrastato dalla guerra!!!!
Anna Varchetta: ...non esistono artisti di serie A e serie B...l'importante è che... qualsiasi forma d'arte trovi un "giusto" linguaggio per arrivare a noi...per emozionarci e farci riflettere....solo così raggiunge il suo obiettivo... e quest'opera...l’ha raggiunto.
Eleonora Bitossi:  ho trovato questo link facendo una ricerca su kurrently. Io sono Eleonora e sono nel comitato della sez. Anpi di Lastra a Signa. Ti scrivo perché sono commossa nel vedere come un "nostro" piccolo sforzo abbia ancora un eco così potente.
Daniele Sterrantino:  Su segnalazione di Eleonora ho visto questa foto. Un iscritto dell'ANPI membro del comitato aveva conosciuto Alberto pagliaro e propose di realizzare questa mostra per il 25 Aprile. Io, lettore del Vernacoliere e delle Storie Partigiane, fui entusiasta dell'idea. Una volta convinti tutti, facemmo questa splendida mostra. Pagliaro realizzò questo disegno, con i giovani partigiani e il paese di Lastra a Signa sullo sfondo, appositamente per la mostra. Poi quest'immagine è diventata una sorta di immagine simbolo delle "Storie Partigiane" di Alberto. E da lastrigiano iscritto all'ANPI non posso che essere molto contento.i entusiasta dell'idea. Una volta convinti tutti, facemmo questa splendida mostra. Pagliaro realizzò questo disegno, con i giovani partigiani e il paese di Lastra a Signa sullo sfondo, appositamente per la mostra. Poi quest'immagine è diventata una sorta di immagine simbolo delle "Storie Partigiane" di Alberto. E da lastrigiano iscritto all'ANPI non posso che essere molto contento.
Anna Varchetta : penso che Daniele ed Eleonora, visto le foto, siano dei giovani...tutt'altro che "bamboccioni"!!!!...mi fa piacere vedere e sentire ragazzi che hanno una forte... "coscienza sociale e politica"!!!! Bravi...andate avanti e tenete duro!!!
Milena Petrelli:  EVVIVA i due anziani! :)